Confcommercio su consumi: si riduce la fiducia nel futuro

Confcommercio su consumi: si riduce la fiducia nel futuro

Aumentano le spese incomprimibili e quelle straordinarie69/2007
69/07

 

69/07
Roma,17.09.07

 

 

 

Aumentano le spese incomprimibili e quelle straordinarie

 

CONFCOMMERCIO SU CONSUMI:

SI RIDUCE LA FIDUCIA NEL FUTURO

 

 

 

 

Si conferma da parte delle famiglie un atteggiamento di prudenza nel mettere in atto nuovi programmi di spesa, pur in presenza di una crescita modestissima dei livelli di consumo rispetto al periodo precedente, crescita dovuta in larga misura agli aumenti delle spese incomprimibili (affitti, utenze, carburante e trasporti) o straordinarie (acquisto di elettrodomestici, viaggi, etc.): le famiglie quindi cercano di risparmiare sui beni di largo consumo per sostenere le spese irrinunciabili o quelle più impegnative che possono migliorare il tenore di vita. Aumenta di oltre il 4% il numero delle famiglie che ha mantenuto stabili le proprie spese e dell’1,8% quelle che le hanno aumentate. A conferma del peggiorato clima di fiducia sul futuro, aumentano di poco più dell’1% le famiglie che prevedono di aumentare le spese nel trimestre successivo, ma si riduce addirittura del 10% la quota di coloro che guardano all’immediato futuro con ottimismo: questi, in sintesi i dati salienti che emergono dall’Outlook sui Consumi Censis â€" Confcommercio che fotografa l’atteggiamento delle famiglie italiane rispetto ai consumi nel secondo trimestre del 2007 e le previsioni per quello successivo.

 

L’indice sintetico[1] di propensione al consumo Censis-Confcommercio, riflesso compatto delle varie dimensioni di analisi affrontate nel Rapporto, passa da 2,90 del primo trimestre 2007 a 2,88 del secondo (tavola 1), fenomeno statisticamente contenuto, ma indicativo dell’indebolimento della fase di ripresa dei consumi e della presenza di un clima di incertezza. Ciò è confermato dalla dinamica dei quattro indici tematici su comportamenti di consumo e clima di fiducia: le possibilità di consumo sono praticamente stabili mentre si riduce la capacità di risparmio, migliorano le previsioni di consumo a breve e peggiora, dopo quattro trimestri, l’indicatore del sentiment.

 

 

[1] A partire dal secondo trimestre del 2007 è stata modificata la metodologia per il calcolo dell’indice sintetico Censis-Confcommercio. I dati relativi ai trimestri precedenti, pubblicati in questa nota, sono coerenti con la nuova metodologia e differiscono pertanto da quanto diffuso in precedenza.


 


 


Nel secondo trimestre del 2007 le famiglie hanno sperimentato un incremento delle spese per consumi, come suggerisce il fatto che ormai per il quinto trimestre consecutivo l’Outlook registra una crescita del numero di famiglie che ha dichiarato di avere incrementato i propri livelli di consumo (tavola 2), ma tale fenomeno continua ad essere determinato in larga misura da aumenti, in valore, delle spese obbligate e incomprimibili, quali gli affitti, le tariffe per utenze domestiche, le spese per il carburante e i trasporti e in parte da incrementi per gruppi di beni capaci di determinare un effettivo miglioramento del tenore di vita delle famiglie.

L’aspetto della cautela è ben descritto dalla previsione di contenuto dinamismo che le stesse famiglie fanno riguardo alle previsioni di consumo per il terzo trimestre 2007 (tavola 3). Rispetto al trimestre precedente la percentuale di coloro che prevedono di incrementare i consumi aumenta di poco più dell’1%, attestandosi sul 27,2%; i consumi rimarranno stabili per quasi il 63% degli intervistati.

Il confronto tra il secondo trimestre del 2007 ed il secondo del 2006 mette in evidenza come i valori medi delle principali spese familiari siano rimasti stabili, fenomeno che collegato al contenuto aumento della dinamica inflazionistica implica in alcuni casi una stazionarietà e/o diminuzione dei volumi acquistati.

Parallelamente nell’ultimo anno si sono registrati leggeri aumenti nelle spese medie di tipo straordinario, come quelle per la manutenzione di casa, acquisto di un pc, per un viaggio di svago e divertimento, per l’acquisto di un elettrodomestico, per le spese scolastiche o per l’acquisto di nuovi cellulari. Tale fenomeno, collegato alla diminuzione dei prezzi registrata per alcuni prodotti ha determinato, in alcuni casi, un incremento di un certo rilievo dei volumi acquistati.

Le differenze tra quanto rilevato nel secondo trimestre del 2006 e del 2007 sono molto contenute, ma sembrano confermare l’ipotesi che le famiglie cerchino attraverso tentativi di risparmio sui prodotti di largo e generale consumo di sostenere le spese più impegnative (elettrodomestici, tecnologia consumer) mirate a migliorare il tenore di vita (tavole 4 e 5).

Tale ipotesi sembra confermata dai dati ufficiali sui consumi di fonte ISTAT che indicano notevoli criticità per gli acquisti di beni non durevoli e, al contrario, una buona dinamicità dei durevoli.

La presenza di un clima più favorevole rispetto ai primi sei mesi del 2006, non consente, peraltro, di rilevare in questa prima parte del 2007 un vero e proprio mutamento della situazione ed un più diffuso senso di benessere come confermato anche dall’Indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) che registra nel periodo gennaio-luglio 2007 una crescita dello 0,6% dei consumi in volume rispetto all’analogo periodo del 2006 (quando invece la crescita era dell’1,7% rispetto al 2005).

Comunque si accentua nelle famiglie il clima di incertezza nei confronti del consumo e delle prospettive a breve: le previsioni per l’immediato futuro sono di un moderato aumento delle spese per consumi e di una riduzione della capacità di risparmio.

Peggiora il clima di fiducia tra gli intervistati con un consistente aumento dei pessimisti:nel secondo trimestre del 2007 si è registrata, dopo quattro trimestri, una riduzione del numero di persone che guardano con ottimismo al proprio futuro e a quello della famiglia e che credono nella possibilità di un miglioramento delle proprie condizioni economiche (tavola 6). Gli ottimisti sono attualmente quasi il 48% degli intervistati a fronte del 57% circa rilevato nel precedente trimestre. Per contro la quota degli intervistati che si dichiara pessimista sale ad oltre il 37% con una decisa riduzione della forbice.

 

L’analisi di medio termine dei dati dell’indagine Censis-Confcommercio evidenzia che la riduzione della fiducia nel futuro prossimo osservata nel secondo trimestre è di entità notevole: il saldo tra ottimisti e pessimisti ritorna sui livelli del terzo trimestre 2006 (10) mentre aveva raggiunto il massimo (30) nel primo trimestre dell’anno attualmente in corso. Questo elemento getta qualche ombra sulla possibilità di effettiva ripresa della nostra economia, poiché il quadro che emerge pur presentando elementi tra loro apparentemente in contraddizione - intenzioni di acquisto in aumento e percezione meno positiva del futuro - sintetizza la fase di stallo e di incertezza in cui versa l’economia italiana. Le famiglie sembrano aver percepito un’attenuazione della ripresa ed hanno difficoltà ad individuare la presenza di elementi in grado di migliorare nel breve-medio periodo la propria situazione (riduzione del prelievo fiscale, sistemazione organica della previdenza e del mercato del lavoro, ecc.).

Tali indicazioni trovano riscontro nei dati relativi all’andamento del Pil nel secondo trimestre. La variazione congiunturale dello 0,1%, la più contenuta dalla fine del 2005, ha portato il tasso di crescita sull’1,8% (2,8% nell’ultimo trimestre del 2006). Anche sul versante delle aspettative la percezione negativa delle famiglie trova riscontro nell’indagine dell’Isae che segnala ad agosto un ulteriore peggioramento del clima di fiducia, sceso ai minimi da aprile del 2006.

La fiducia spinge i consumi ma i consumi influenzano la stessa fiducia. In assenza di uno sviluppo adeguato dei livelli reali del consumo, frenato da una crescita del valore delle spese obbligate e da un aumento di pressione fiscale in presenza di redditi solo moderatamente crescenti, si potrebbe generare una pericolosa spirale negativa.

Va anche sottolineato come dalle varie indagini qualitative e quantitative - ICC, clima di fiducia Isae - non sembra confermata la tesi di quanti sostengono che la ripresa sia trainata dalla domanda relativa ai consumi. A tale proposito bisogna ricordare come gli istituti di ricerca pubblici e privati indichino per l’anno in corso un tasso di crescita dei consumi inferiore a quello del Pil: è peraltro vero e tautologico che data una incidenza dei consumi sul Pil pari a circa il 60% questi debbano svolgere un ruolo maggiore rispetto ad altre componenti nel sostenere la crescita. Questo non vuol dire che i consumi abbiano un profilo particolarmente dinamico.

 

 

Nota â€" Struttura e caratteristiche del campione

L’Outlook sui consumi di Censisâ€"Confcommercio è un “osservatorio permanenteâ€� istituito per monitorare, a cadenza periodica, come spendono le famiglie italiane, le loro aspettative per il futuro e il clima di fiducia del Paese.

I dati ai quali fa riferimento il presente documento sono stati rilevati attraverso indagini telefoniche con metodo CATI, su un campione di 1500 famiglie residenti in Italia. Il campione è stratificato ex ante per tipologia familiare, per area geografica di residenza e per ampiezza demografica del comune di residenza.

La rilevazione è stata effettuata fra il 25 giugno e il 5 luglio 2007.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

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