Confcommercio su dati Istat: frenata prezzi anche per comportamento virtuoso della distribuzione

Confcommercio su dati Istat: frenata prezzi anche per comportamento virtuoso della distribuzione

Preoccupano gli effetti dei prossimi aumenti Iva e il peggioramento del quadro occupazionale199/2012


                                                                  DIREZIONE COMUNICAZIONE E IMMAGINE

                                                                                                                              UFFICIO STAMPA

 

 

 

199/12                                                                                     Roma, 31.10.2012

 

 

Preoccupano gli effetti dei prossimi aumenti Iva

e il peggioramento del quadro occupazionale

 

CONFCOMMERCIO SU DATI ISTAT: FRENATA PREZZI ANCHE PER COMPORTAMENTO VIRTUOSO DELLA DISTRIBUZIONE

 

 

 

Da settembre i prezzi sono fermi e il significativo ridimensionamento del tasso tendenziale d’inflazione rilevato oggi, largamente atteso ed in linea con le nostre stime contenute nell’ICC di ottobre, sottolinea ancora una volta come l’inflazione in Italia sia stata sostenuta negli ultimi mesi, oltre che dalle importazioni di prodotti energetici, dai continui interventi dell’operatore pubblico in materia di imposte indirette e di prezzi dei servizi di pubblica utilità: questo il commento dell’Ufficio Studi Confcommercio

 

La fine dell’effetto statistico derivante dall’innalzamento dell’IVA dello scorso anno – prosegue la nota - ha repentinamente riportato il tasso di variazione dei prezzi al di sotto del 3%, confermando come il sistema delle imprese stia attuando tutte le misure necessarie a non deprimere ulteriormente una domanda che evidenzia da tempo un profilo cedente. E alla luce di queste dinamiche è evidente che il previsto intervento sull’IVA a luglio 2013, misura che interessa circa l’80% dei prodotti acquistati, rischia di creare un elemento di forte turbativa in un contesto ancora critico per le famiglie italiane che risentono gravemente della riduzione dei livelli occupazionali.

 

Da luglio a settembre, infatti – conclude Confcommercio - si sono persi 110mila posti di lavoro, con un contemporaneo aumento dei disoccupati di 55mila unità (+554 mila in un anno). Il tasso di disoccupazione è salito al 10,8%, a fronte dell’8,8% di settembre 2011. Questa situazione rischia di aggravarsi nei prossimi mesi, alla luce di quanto già registrato dalla CIG (+9% di ore autorizzate nei primi nove mesi del 2012), e dal ritardo con cui l’occupazione reagisce ai mutamenti che intervengono sul versante produttivo, in un contesto in cui l’attività economica appare declinante e le attese sono particolarmente incerte.

 

 

 

 

«Questo documento è presente sul sito di Confcommercio all’indirizzo

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