CONFCOMMERCIO SU DATI UNIONCAMERE: NEL COMMERCIO DOPO UN ANNO GIA' FIACCO POCO OTTIMISMO PER IL 2002

CONFCOMMERCIO SU DATI UNIONCAMERE: NEL COMMERCIO DOPO UN ANNO GIA' FIACCO POCO OTTIMISMO PER IL 2002

11/2002
Roma, 14.02.02

 

 

CONFCOMMERCIO SU DATI UNIONCAMERE: NEL COMMERCIO DOPO UN ANNO GIA’ FIACCO POCO OTTIMISMO PER IL 2002

 

 

Un rilancio robusto della domanda interna ed in particolare dei consumi, è la necessità che emerge dalle imprese del settore dei servizi e principalmente del commercio al dettaglio. Questo il commento del Centro Studi Confcommercio ai dati diffusi dall’Osservatorio Unioncamere sulla congiuntura per le piccole e medie imprese da 1 a 500 dipendenti nel IV trimestre 2001.

 

Nonostante l’indagine dell’Osservatorio Unioncamere evidenzi un miglioramento generale del clima di fiducia delle PMI dopo i fatti dell’11 settembre, permangono sullo sfondo le tendenze recessive che erano già in atto prima dell’evento terroristico e che dovrebbero spostare l’avvio della ripresa nel secondo semestre del 2002. In particolare, segnali di “sofferenza” – sottolinea Confcommercio - provengono dalle imprese di minore dimensione, fino a 50 addetti,  da quelle localizzate nel Mezzogiorno e dal terziario.

 

Se è vero che le PMI del terziario che hanno dichiarato di aver accresciuto il proprio volume d’affari nell’ultimo trimestre del 2001 rispetto a quello del 2000 superano del 17% le PMI che hanno denunciato una flessione, è altrettanto vero che nelle previsioni  delle stesse imprese per il primo trimestre del 2002 questo saldo positivo si dimezza, riducendosi all’8%.

Il commercio al dettaglio registra nel IV trimestre del 2001 una crescita in volume delle vendite di appena lo 0,7% rispetto allo stesso periodo del 2000, come media di una dinamica molto sostenuta della grande distribuzione (+5,9%) e di un profilo di crescita molto fiacco del dettaglio tradizionale e quindi degli esercizi al di sotto dei 6 addetti.

 

Si è tuttavia ben lontani – conclude la nota del Centro Studi - da una ripresa generalizzata delle vendite e quindi, indirettamente, dei consumi dato che le previsioni per il primo trimestre del 2002 evidenziano come le PMI del commercio al dettaglio che si attendono una riduzione delle vendite siano in percentuale maggiori di quelle che prevedono un aumento. Di particolare rilievo per le imprese con grandi superfici di vendita il saldo negativo del 6% fra quelle  che prevedono una riduzione e quelle che si attendono aumenti, ritenendo quindi in larga parte di non poter ripetere le performance positive dell’ultimo trimestre del 2001.

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