Confcommercio su ddl lavoro: ripristinare equilibrio su flessibilità in entrata

Confcommercio su ddl lavoro: ripristinare equilibrio su flessibilità in entrata

Ascoltare le imprese per non deprimere l'occupazione86/2012

                                                                  DIREZIONE COMUNICAZIONE E IMMAGINE

                                                                                                                                UFFICIO STAMPA

 

 

 

86/12                                                            Roma, 26.04.2012

 

 

 

Ascoltare le imprese per non deprimere l’occupazione

 

CONFCOMMERCIO SU DDL LAVORO:

RIPRISTINARE EQUILIBRIO SU FLESSIBILITÀ IN ENTRATA

 

 

“E’ fondamentale che non si commetta l'errore di ingessare insanabilmente il mercato del lavoro, cancellando o penalizzando fortemente istituti contrattuali ben regolamentati come il contratto a termine o altri istituti  che hanno dato buona prova di sè attraverso un incremento occupazionale, quali il lavoro a chiamata, il part time,  il contratto di inserimento e persino i buoni lavoro”. Questo il commento di Confcommercio sul ddl lavoro all’esame del Senato.

 

“Il numero degli occupati in Italia è cresciuto di tre milioni negli ultimi dieci anni e un intervento drastico su questi istituti rischia, infatti, di incidere in maniera fortemente negativa. Se tutte le rappresentanze di impresa sono oggi preoccupate per la riduzione della flessibilità in entrata e chiedono modifiche occorre tenere nella massima attenzione queste istanze prima che si inneschi una spirale negativa.”

 

“Sono valutazioni di buon senso perchè cercare soluzioni dopo è sempre più difficile che intervenire prima, come ci insegna il dibattito che si sta sviluppando in questi giorni sull’eccessiva pressione fiscale nel Paese. In questo senso avevamo già messo in guardia contro gli effetti depressivi dell’incremento dell’Iva, dell’eccessiva pressione fiscale e dell’aumento del costo del lavoro. E’ oggi positivo che finalmente si parli di come evitare ulteriori incrementi di tassazione e di misure a sostegno della crescita, e anche sul lavoro vorremmo che si cominciasse a pensare alla crescita”.

 

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