CONFCOMMERCIO SU INFLAZIONE: ANCORA DEBOLI GLI INDICATORI ECONOMICI

CONFCOMMERCIO SU INFLAZIONE: ANCORA DEBOLI GLI INDICATORI ECONOMICI

Necessari interventi su famiglie e imprese

74/2001
Roma, 20.11.01

 

Necessari interventi su famiglie e imprese

 

 

CONFCOMMERCIO SU INFLAZIONE: ANCORA DEBOLI GLI INDICATORI ECONOMICI

 

 

 

L’ulteriore rallentamento del tasso di crescita tendenziale dell’inflazione, ritornato al 2,3%, fenomeno in atto ormai dalla fine della primavera, è sintomatico di una situazione economica ancora difficile: questo il commento del Centro Studi di Confcommercio ai dati sull’andamento dei prezzi in novembre diffusi dalle città campione.

 

La tendenza, comune a tutti i principali paesi europei, è da ricondursi sia al venir meno delle tensioni nel comparto alimentare, ma soprattutto alla caduta dei prezzi dei prodotti petroliferi.Tra maggio ed ottobre il prezzo delle materie prime petrolifere in lire è sceso, infatti, di quasi il 30%, tendenza che, stando alle quotazioni raggiunte negli ultimi giorni dal petrolio, non sembra essersi ancora arrestata.

E’ evidente che proprio per il contributo fornito dai prodotti petroliferi al rallentamento delle dinamiche inflazionistiche e per la presenza di un contesto generale particolarmente difficile che questo dato va letto con molta attenzione.

 

Le principali incognite - analizza il Centro Studi - riguardano sia il comportamento dei paesi produttori che potrebbero decidere a breve consistenti riduzioni della produzione, sia la durata e l’entità del rallentamento economico internazionale ed il conseguente ridimensionamento della domanda mondiale.

 

Il verificarsi di entrambe le condizioni potrebbe rendere ancora più complessa l’uscita dell’Italia dalla fase ciclica negativa, già manifestata da tempo e confermata dai dati di settembre su fatturato e ordinativi.

 

Per cercare di contrastare in misura più incisiva la tendenza al ripiegamento produttivo è necessario quindi – ribadisce Confcommercio - intervenire con le politiche monetarie e fiscali sia sul versante delle imprese, sia su quello delle famiglie. Sotto il primo punto sarebbe opportuno un comportamento più coraggioso in materia di tassi da parte della BCE sulla linea già tracciata dalla FED.

Sul versante fiscale sarebbe invece necessario un alleggerimento del carico sulle famiglie, in grado non solo di restituire capacità di spesa, ma anche fiducia.

 

A questo dovrebbero accompagnarsi iniziative per un vero rilancio degli investimenti pubblici, che non si limiti solo a decisioni di finanziamento, ma che comporti, ad esempio, la reale apertura dei cantieri.

 

E’ anche evidente che queste misure vanno attuate nel breve periodo, in quanto saranno le scelte effettuate nel primo trimestre del prossimo anno che condizioneranno - pur in presenza di pesanti incertezze legate al conflitto in corso - modi, tempi ed entità della ripresa.

 

Per il nostro paese – conclude Confcommercio - si aggiungono anche i rischi legati ad un aumento della conflittualità sociale, che sarebbe opportuno cercare di ridimensionare in quanto senza un rilancio della coesione tra le diverse parti sarà difficile cercare di attenuare le tendenze riflessive dell’economia.

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