Confcommercio su inflazione: prezzi freddi

Confcommercio su inflazione: prezzi freddi

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82/06                                                                             Roma, 26.09.06

 

 

 

No all’ipotesi di aumento dei contributi previdenziali per i lavoratori autonomi e no ad interventi non concordati sugli studi di settore

 

Finanziaria 2007: da Confcommercio due no

 

Manca ormai poco al varo da parte del Governo del disegno di legge finanziaria per il 2007, ma, a tutt’oggi,  resta grande l’incertezza sui contenuti qualificanti della manovra da 30 miliardi di euro. Così, oggi, si legge in una nota di Confcommercio.

 

Per parte nostra â€" prosegue la nota â€" ribadiamo che la via maestra per perseguire gli obiettivi strategici indicati dal Dpef â€" sviluppo, risanamento ed equità â€" è quella della riduzione della spesa pubblica e del contrasto dell’evasione e dell’elusione, finalizzandone i  risultati alla riduzione della pressione fiscale complessiva.

 

E’ per questo che fin d’ora sottolineiamo che troveremmo penalizzanti scelte destinate, invece, a tradursi in un pesante aggravio della pressione  fiscale e contributiva sul mondo del lavoro autonomo e delle piccole imprese. In particolare â€" spiega Confcommercio - l’ipotesi di aumento dei contributi previdenziali per le gestioni pensionistiche dei lavoratori autonomi non appare giustificata, per quel che riguarda il commercio, dai risultati della gestione INPS, che segnalano, anche sulla base dei più aggiornati dati di bilancio, un solido attivo patrimoniale, superiore ai 7 miliardi di euro,  e un andamento positivo del rapporto attivi/pensionati. Quanto all’aliquota contributiva, nel 2007 essa sarà già del 17,99%, cui occorre aggiungere ulteriori 2 punti percentuali derivanti dal maggior minimale contributivo e dal ridotto intervento a carico dello Stato per le spese assistenziali.

 

Per quel che poi riguarda gli studi di settore â€" ribadisce Confcommercio -  la nostra posizione è chiara. Nel rispetto del loro patto istitutivo, ci aspettiamo che si lavori per renderli più efficienti, cioè più capaci di leggere differenziati andamenti dei costi e dei ricavi tra le imprese. Il confronto tecnico in materia è stato avviato, ma deve ancora svilupparsi. Anticipare scelte definitive in finanziaria, senza attendere gli esiti del confronto, sarebbe dunque una scelta sbagliata. Tanto più se si pensasse non all’efficienza degli studi, ma ad automatismi che consentano di assicurare comunque un maggior gettito alle casse dello Stato o ad intervenire sugli studi già in vigore per il 2006.

 

Meno spesa pubblica, invece, insieme al controllo e alla progressiva riduzione della pressione fiscale: è questo che occorre â€" conclude la nota -  per sostenere la “ripresinaâ€� dell’economia italiana, pensando anche al rilancio della domanda interna. Da questo punto di vista anche i preannunciati interventi di rimodulazione delle aliquote IRE non ci convincono, perché sono destinati ad incidere su una fascia di redditi medi che sono determinanti per la complessiva ripresa dei consumi delle famiglie.

 

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