Confcommercio su Iva e Irpef: quando la notte non porta consiglio, un errore il blocco parziale degli aumenti Iva

Confcommercio su Iva e Irpef: quando la notte non porta consiglio, un errore il blocco parziale degli aumenti Iva

186/2012
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186/12                                                                           Roma, 10.10.2012

 

 

 

Confcommercio su Iva e Irpef: quando la notte non porta consiglio, un errore il blocco parziale degli aumenti Iva

 

 

Dopo avere ripetutamente dichiarato che il primo obiettivo della spending review e della legge di stabilità sarebbe stato quello di evitare, a partire dal prossimo mese di luglio, l’aumento di due punti percentuali delle aliquote IVA, il Governo ha deciso, nella seduta del Consiglio dei Ministri di ieri conclusasi a notte avanzata, di procedere alla riduzione di un solo punto dei programmati aumenti IVA e, contestualmente, di ridurre di un punto l’aliquota IRPEF sui primi due scaglioni di reddito. E’ il caso di dire che la notte non ha portato consiglio: questo il commento di Confcommercio-Imprese per l’Italia agli interventi in materia di IVA e di IRPEF, decisi ieri dal Governo con il varo della legge di stabilità.

 

Per Confcommercio-Imprese per l’Italia si tratta, infatti, di un duplice errore di metodo e di merito: di metodo, perché gli obiettivi fondamentali dell’azione di politica economica del Governo, peraltro ribaditi anche in occasione dell’incontro con le parti sociali di ieri pomeriggio, non possono essere repentinamente rimessi in discussione; di merito, perché l’aumento dell’aliquota IVA del 10 per cento all’11 per cento e dell’aliquota Iva del 21 per cento al 22 per cento, in un contesto ancora pienamente recessivo e segnato dall’estrema debolezza della domanda interna, genererà effetti pesantissimi a carico dei consumi e degli investimenti, delle imprese e dell’occupazione. Effetti che non saranno neppure compensati dalle riduzioni IRPEF, posto che gli aumenti IVA incideranno maggiormente proprio sugli scaglioni di reddito più bassi, a partire dai soggetti fiscalmente incapienti. Va poi ricordato che l’inasprimento dell’aliquota IVA ridotta - dal 10 per cento all’11 per cento - penalizzerà molti prodotti alimentari, la competitività della nostra offerta turistica e l’intera area delle ristrutturazioni edilizie.

Insomma – conclude Confcommercio – siamo di fronte ad un intervento che non gioverà né alla crescita, né all’equità. Per questo, va rivisto.

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