CONFCOMMERCIO SU PIL: L'ECONOMIA E' IN AFFANNO

CONFCOMMERCIO SU PIL: L'ECONOMIA E' IN AFFANNO

38/2003Secondo il Centro Studi non sorprende il dato italiano
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38/2003      Roma,15.05.03

 

Secondo il Centro Studi non sorprende il dato italiano

 

CONFCOMMERCIO SU PIL: L’ECONOMIA E’ IN AFFANNO

 

L’economia dell’area dell’euro è in affanno, come dimostra il dato negativo della crescita in Germania e in Italia nel primo trimestre del 2003. Questo il commento del Centro Studi Confcommercio ai dati preliminari diffusi oggi dall’Istat sul Pil.

Se per i tedeschi si può parlare tecnicamente di recessione, dato che il –0,2% congiunturale segue al –0,03% del quarto trimestre del 2002, per l’Italia – sottolinea la nota - a differenza della Germania, questa variazione negativa del –0,1% rispetto al quarto trimestre del 2002 non è sorprendente, ma riflette la debolezza di un ciclo economico che perdura dal secondo trimestre del 2001 e che sembra incapace di riavviarsi in mancanza di potenti stimoli esterni.

La stessa crescita acquisita - cioè quella calcolata ipotizzando variazioni congiunturali nulle per i successivi tre trimestri, pari ad un +0,4% nel 2003, identica a quella dello scorso anno - potrebbe risultare ottimistica, considerando che gli effetti negativi conseguenti alla fase del conflitto Iraq-USA e al progressivo diffondersi delle Sars nei paesi asiatici si manifesteranno pienamente nel secondo trimestre, che potrebbe far segnare una flessione congiunturale ancor più consistente, portando anche l’Italia tecnicamente in recessione.

Questi andamenti congiunturali evidenziano come la drastica revisione al ribasso della crescita operata dal Governo nell’ultimo documento contabile, dove si ipotizza un incremento del PIL di circa l’1% nel 2003, si riveli ottimistica, con possibili effetti negativi sulla tenuta dei conti pubblici.

 

La prospettiva per il II e III trimestre – conclude Confcommercio - è certamente non brillante in quanto sconta i rischi di un deterioramento degli equilibri politici in Medio Oriente. In questo contesto forse è destinato a inasprirsi il confronto tra BCE - che invita  Paesi membri a non allentare i vincoli di finanza pubblica adottando ove necessario misure strutturali di risanamento – e i responsabili dei dicasteri economici dei principali Paesi dell’area dell’euro, propensi per arginare gli effetti negativi del ciclo, a far slittare oltre il 2006 il raggiungimento del pareggio di bilancio, ammorbidendo sensibilmente il rigore del Patto di stabilità.

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