66/2003       Roma, 16.9.03

Dopo la riunione del Consiglio Generale

CONFCOMMERCIO SU SCIOPERO SPESA:

FORMA DI PROTESTA LEGITTIMA

Quella di oggi è certamente una forma di protesta più che legittima ma che, rivolta contro i commercianti, ha proprio sbagliato indirizzo e destinatario. La tensione che si è determinata sul versante dell’inflazione ha, infatti, ben altre cause e ben altri padrini. Sono almeno tre le ragioni fondamentali - afferma un ordine del giorno votato oggi all’unanimità dal Consiglio generale di Confcommercio - per le quali il nostro sistema di mercato si trova oggi sull’orlo del collasso.

La prima è l’assenza di una politica che sia seriamente impegnata nella lotta contro quella vera e propria piramide di oligopoli, vecchia di 30 anni, che, di fatto, impedisce, in questo paese, la creazione e lo sviluppo di un libero mercato. Molte delle promesse che erano state fatte a questo riguardo sono rimaste purtroppo, fino ad oggi, lettera morta.

La seconda è l’irrefrenabile aumento delle tariffe, delle imposte locali e di tutti i servizi di pubblica utilità. Buona parte del differenziale di inflazione dell’Italia rispetto al resto dell’Europa si deve purtroppo a queste voci che hanno, da un lato, fortemente eroso il potere di acquisto delle famiglie e, dall’altro, appesantito oltre misura anche i bilanci di ogni comparto o struttura commerciale.

La terza è l’aumento a raffica dei prezzi alla produzione nel settore agroalimentare che l’Ismea, un autorevole ed indipendente istituto di rivelazione, che non tutela certo gli interessi dei commercianti, ha, in questi giorni, ampiamente documentato. Ma anche i listini dei prodotti non alimentari - e la denuncia viene dalla grande distribuzione - stanno subendo impennate notevoli. E’ arrivato il momento – conclude Confcommercio - di mettere sul tavolo, nudi, crudi e senza veli, tutti questi dati in modo che anche il consumatore possa finalmente capire da dove nasce questa crisi e chi gli sta svuotando il portafoglio.