CONFCOMMERCIO SU VENDITE AL DETTAGLIO DI GENN ...

CONFCOMMERCIO SU VENDITE AL DETTAGLIO DI GENN ...

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        21/2000       Roma, 28.3.2000

 

CONFCOMMERCIO SU VENDITE AL DETTAGLIO DI GENNAIO:

CONSUMI FERMI, ANCORA INCERTI I SEGNALI DI RIPRESA

 

Il minore potere di acquisto delle famiglie è un segnale d'allarme che non va sottovalutato anche perchè dimostra che la ripresa del mercato è oggi più nelle intenzioni che nei fatti: questo il commento del Centro Studi di Confcommercio ai dati resi noti dall'Istat sulle vendite al dettaglio. Il fatto che il fatturato del commercio al dettaglio abbia subito, in termini reali, addirittura una flessione dello 0,9% rispetto al gennaio 1999 evidenzia - aggiunge Confcommercio - il persistere di una sostanziale debolezza della domanda interna ed una perdita di competitività del sistema produttivo nazionale, segnali che sollevano serie perplessità sull'avvio e il consolidamento di un'effettiva fase di ripresa.

 

Due dati, precisa la nota di Confcommercio, sono esemplificativi di una situazione piena di ombre: il primo è la crescente divaricazione tra la dinamica della grande distribuzione (+3,2%) e quella delle piccole imprese (-4,3%) che rappresentano ancora più dell'80% del mercato; il secondo, il fatto che all'aumento del "grocery" (+2%) corrisponda una flessione (-3,8%)  della vendita di beni durevoli (mobili, elettrodomestici, casalinghi, ecc) cioè di un settore di significativa valenza produttiva nazionale. E' questo un segnale che indica una situazione di disagio delle famiglie le quali da un lato non rinunciano ai consumi di beni a domanda rigida, come l'alimentare, ma  dall'altro sono costrette, invece, a rinviare gli acquisti di beni a più elevata elasticità come i prodotti durevoli e semidurevoli. Segno evidente - conclude la nota di Confcommercio - che il portafoglio delle famiglie si sta alleggerendo più di quanto non dicano le cifre ufficiali.

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