Tributi locali, le Confcommercio territoriali protestano

Tributi locali, le Confcommercio territoriali protestano

A causa della pandemia le imprese italiane sono ovunque allo stremo e hanno difficoltà a far fronte a tutti gli impegni economici.

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20 gennaio 2021

Appello di Confcommercio Trentino ai sindaci: “Rivedere i tributi locali”

 

Riconsiderare gli importi dei tributi locali a carico delle imprese, questa la richiesta del presidente di Confcommercio Trentino, Giovanni Bort, in una lettera mandata a tutti i sindaci della provincia e, per conoscenza, anche al presidente della provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, all’assessore provinciale, Mattia Gottardi e al presidente del Consorzio dei Comuni, Paride Gianmoena. A seguito delle pesanti restrizioni, causate dall'emergenza covid, le aziende stanno affrontando un un periodo di grande crisi e lottano per la sopravvivenza. Nonostante tutto “sono tenute a far fronte - scrive Bort - a scadenze fisse come il pagamento dei vari tributi locali, tra cui imposta di pubblicità, tariffa rifiuti, Cosap/Tosap, tariffa integrata del servizio idrico, ecc. La situazione è talmente grave che le nostre imprese associate rischiano addirittura di non riuscire a far fronte al pagamento delle prossime incombenze, compresi i tributi locali e la tariffa rifiuti”.

Per quanto riguarda la tariffa rifiuti “rimodulare le tariffe appare un atto dovuto a fronte della minore quantità di rifiuti che, purtroppo, ormai da un anno a questa parte le imprese delle attività di ristorazione, bar pizzerie, ecc, esercizi commerciali, strutture ricettive e campeggi si trovano si trovano a produrre vista la minore attività e le chiusure forzate imposte dai vari provvedimenti restrittivi”.

Le richieste di Confcommercio Trentino sono quindi: interventi significativi come ad esempio l'esonero dal pagamento della Tari per il primo semestre del 2021, sia l'azzeramento della quota variabile della tariffa rifiuti (eliminando la quota relativa agli svuotamenti minimi annui), che una riduzione considerevole della quota fissa che al momento ha un'incidenza maggiore sul costo del servizio a carico delle imprese.

“L'auspicio - conclude Bort - è che le Amministrazioni locali, che hanno dimostrato una capacità d’ascolto, una rapidità d’azione e una incisività molto più elevata del governo nazionale, comprendano la gravità della situazione e si impegnino ad adottare subito i provvedimenti suggeriti per tutelare l'economia locale, le imprese e l’occupazione”.

 

Esonero Tari e Cosap: appello di Confcommercio Toscana ai sindaci

 

In una lettera, firmata dal direttore di Confcommercio Toscana, Franco Marinoni e indirizzata a tutti i Comuni della provincia di Firenze, l'Associazione regionale chiede: l'esonero dal pagamento della Tari per il primo semestre 2021, la revisione della tariffa nella ripartizione tra utenze domestiche e non domestiche, l'esonero della Cosap per i pubblici esercizi e la concessione di spazi esterni pubblici gratuiti per tutto l'anno.

“Se il governo già nel 2020 si è dimostrato lontano o troppo lento nel rispondere alle richieste d’aiuto che venivano dalle imprese, gli enti locali hanno dimostrato una capacità d’ascolto, una rapidità d’azione e una incisività molto più elevata, anche sul nostro territorio”, sottolinea Marinoni. L'obiettivo della proposta è sia quello di aiutare economicamente le imprese, sia di tenere alta l'occupazione, cercando in tutti i modi di arginare la crisi innescata dall'emergenza covid.

“Siamo consapevoli delle ristrettezze di bilancio in cui le Amministrazioni si trovano ad operare, ma si tratta di venire incontro a situazioni drammatiche con piccoli provvedimenti che nulla tolgono alla comunità. E sono anche giusti: sul fronte Tari, ad esempio, rimodulare le tariffe è un atto dovuto a fronte della minore quantità di rifiuti che, purtroppo, ormai da un anno a questa parte le imprese si trovano a produrre vista la minore attività e le chiusure forzate imposte dai vari Dpcm. In gioco c’è il futuro di molte imprese e la tenuta occupazionale di un comparto, quale quello rappresentato dal terziario, che negli ultimi anni ha garantito grande ricchezza al territorio, oltre che qualità di vita”.

L'auspicio è che le Amministrazioni comprendano la gravità della situazione e che si impegnino ad adottare subito i provvedimenti suggeriti per tutelare l'economia locale e le aziende che, in molti casi, registrano incassi decimati e non sarebbero comunque in grado di sostenere tutte le spese.

 

Confcommercio Genova: “insostenibile per le imprese l'aumento della Tari”

 

Il presidente dell'Associazione, Paolo Odone, commenta negativamente l'annuncio dell'aumento della tassa dei rifiuti e chiede al Comune una ripartizione più equa. La richiesta dell'aumento della tassa arriva da parte dalla sezione controllo della Corte dei Conti, per coprire il debito di 128 milioni nei confronti di Amiu per la chiusura e la bonifica della discarica di Scarpino.

“Le imprese non possono assolutamente sopportare l'aumento di una tassa, la Tari, che hanno continuato a pagare malgrado fossero chiuse o con attività ridotte al lumicino - commenta Odone - oggi ci troviamo nuovamente di fronte a questo grave problema, a causa di una disastrosa gestione pregressa del ciclo dei rifiuti, non certo provocata dagli imprenditori”. L'Associazione aveva proposto che le imprese chiuse non avrebbero dovuto pagare la tassa dei rifiuti, non avendo usufruito del servizio. Il governo però, spiega Odone, non ha dato alcun aiuto economico al Comune per sostenere le spese e proprio per questo non è stato possibile prendere in considerazione la proposta.

“La tassa deve essere applicata e pagata sulla base della quantità di rifiuti prodotti secondo il principio comunitario “chi inquina paga” e non sono certo le imprese che producono la maggiore quantità di rifiuti sul nostro territorio e i maggiori costi di raccolta. Vi è quindi – conclude Odone – una evidente ingiustizia di fondo nella ripartizione di questi costi. Perciò ancora una volta chiediamo che il Comune provveda ai necessari interventi perequativi che adesso sono improcrastinabili”.

 

Confcommercio Vicenza: “bisogna ridurre le tasse per il 2021”

 

Le misure adottate dal governo durante la “seconda ondata” della pandemia per arginare la crisi, hanno colpito duramente molte attività, in particolare nei settori del dettaglio e del turismo. Ai provvedimenti nazionali si sono aggiunti quelli regionali, introducendo nuove restrizioni. Il periodo di incertezza preoccupa le imprese vicentine soprattutto davanti alle scadenze fiscali previste per il 2021 e l'incognita sulle eventuali proroghe delle moratorie.

Partendo da queste considerazioni e da questo clima di sfiducia, Confcommercio Vicenza ha inviato una lettera a tutti i sindaci della provincia, firmata dal presidente Sergio Rebecca e dal direttore Ernesto Boschiero, nella quale si chiede “un ulteriore e necessario imprescindibile aiuto alle imprese mediante la previsione, per il 2021, di una forte riduzione delle aliquote Tari, Imu e dell'Imposta di pubblicità che gravano sulle attività del commercio, turismo e servizi”.

Nei mesi scorsi molte Amministrazioni, grazie anche alle sollecitazioni dell'Associazione, si sono adoperate per aiutare le aziende del territorio. Oltre 7 mila imprese vicentine del dettaglio hanno infatti ricevuto interventi emergenziali, ma “vi sono attività -prosegue la lettera- che stanno ancora subendo le gravissime conseguenze dettate dall'emergenza sanitaria con sostanziale azzeramento dei ricavi: il riferimento è, ad esempio, a tutte le attività ricettive, alberghi e complementari, nonché alle attività delle agenzie di viaggio e del catering. L'intero comparto del turismo è di fatto in ginocchio”.

Servono quindi più interventi a sostegno delle imprese, le stesse che hanno garantito “numerosi servizi essenziali di prossimità a tutti i residenti -conclude Confcommercio Vicenza- tutelando di fatto anche le fasce più anziane e nel contempo garantendo migliaia di posti di lavoro, a vantaggio della locale comunità”.

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