Confcommercio Toscana: "Bene il Piano di Sviluppo, ma si poteva fare di più"

Confcommercio Toscana: "Bene il Piano di Sviluppo, ma si poteva fare di più"

Nota congiunta delle associazioni di categoria regionali sul Piano di Sviluppo approvato dalla Regione Toscana. Su fondi rotativi e garanzie, le quattro organizzazioni del commercio e dell'artigianato avrebbero gradito decisioni più adeguate al sostegno delle piccole e piccolissime imprese. I ristoranti toscani piacciono. Anche sul web.

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16 marzo 2017

"Con il nuovo Piano Regionale di Sviluppo appena approvato la Regione Toscana, almeno a livello teorico, compie un passo avanti per sostenere anche le piccole e medie imprese. Resta ancora molto da fare, soprattutto sul versante dell'accesso al credito, ma diamo comunque atto alla Regione di aver voluto aprirsi alle legittime istanze che le nostre associazioni rappresentano". Lo dichiarano in una nota congiunta le associazioni regionali di categoria Confcommercio, Cna, Confesercenti e Casartigiani, che danno voce a due comparti - terziario e artigianato - ai quali afferisce l'83% del sistema imprenditoriale toscano (344.440 sul totale di 414.900). "Le piccole e piccolissime imprese sono l'ossatura dell'economia toscana. Non si può continuare a negare loro quel sostegno che è invece da sempre riconosciuto alle grandi imprese e che è necessario per innovarsi e crescere in un mercato sempre più competitivo, pena la perdita di occupazione e ricchezza", spiegano le quattro associazioni di categoria. "Il Consiglio regionale ha introdotto nel testo alcune modifiche nella direzione auspicata dalle nostre associazioni, anche se si poteva fare di più, per esempio, in merito ai fondi rotativi, che sono ancora troppo esegui. Resta irrisolta anche la questione delle garanzie destinate a favorire l'accesso al credito delle PMI: il prospettato arretramento dell'intervento del Fondo Centrale di Garanzia sulle imprese, deciso a livello nazionale, rende infatti necessario un aumento del sostegno finanziario a livello regionale. La partita degli strumenti finanziari resta comunque aperta, vista il confronto in atto sulla revisione della legge 35/2000". "Siamo consapevoli che nella discussione sul PRS maturata in questi mesi fra Giunta e Consiglio sono entrate in gioco anche questioni politiche che poco hanno a che fare con l'economia, di fronte alle quali siamo rimasti spettatori silenziosi. Per noi resta primario l'interesse legittimo delle imprese che rappresentiamo. Per il futuro, auspichiamo più coraggio per spingere la ripresa anche attraverso le micro e piccole imprese", concludono Confcommercio, Cna, Confesercenti e Casartigiani.

 

I ristoranti toscani piacciono. Anche sul web

I ristoranti toscani piacciono perfino sul web, dove continuano a collezionare recensioni positive su portali di viaggio e social media, ma sono in pochi, ancora, i ristoratori che riescono a fare leva su internet e social media per fidelizzare o ampliare la propria  clientela. I più, infatti, preferiscono concentrarsi solo sulla cucina e trascurano ogni aspetto legato alla comunicazione. È quanto emerge in estrema sintesi dall'indagine condotta dalla Confcommercio Toscana con la collaborazione del Centro Studi Turistici di Firenze su un campione di 458 ristoratori associati a Fipe e aderenti alla Rete "Vetrina Toscana", il progetto creato da Regione Toscana e Unioncamere per promuovere e valorizzare tipicità e tradizione nell'offerta ristorativa regionale.I risultati della ricerca sono stati presentati il 16 marzo a Firenze in una conferenza stampa convocata nella sede della Regione alla presenza dell'assessore Stefano Ciuoffo, del direttore regionale di Confcommercio Toscana Franco Marinoni, del presidente di Fipe-Confcommercio Toscana Aldo Cursano e del direttore del Centro Studi Turistici di Firenze Alessandro Tortelli. I dati raccolti evidenziano come l'interazione con i nuovi canali di comunicazione on line sia ancora molto bassa per i ristoratori toscani: anche se ormai l'80% di loro ha un sito internet aziendale e il 78% riceve le prenotazioni pure per email, pochissimi riescono a presenziare i social con la dovuta efficacia e tempestività. Così, per esempio, quasi il 90% dei commenti postati dagli utenti resta senza risposta e solo un locale su due aggiorna la sua pagina Facebook con cadenza regolare. Gli operatori preferiscono dedicarsi quasi esclusivamente al lavoro in cucina, ancorandosi ai valori della tradizione sebbene - dice ancora la ricerca - siano diventati sempre più sensibili ai bisogni della clientela, che cercano di assecondare con menù più flessibili e attenzione ai principi nutrizionali e salutistici.  "La Toscana ha un grande nome per la cultura, il paesaggio e le eccellenze economiche, tra queste rientrano sicuramente quelle enogastronomiche. La ricchezza di prodotti alimentari di altissima qualità ed una presenza di cuochi di elevato livello professionale, costituiscono gli ingredienti del successo della cucina toscana. Una tradizione che ha saputo rinnovarsi e proporsi alle giovani generazioni ed ai più differenti gusti dei turisti", ha detto l'assessore al commercio e turismo della Regione Toscana Stefano Ciuoffo in apertura della conferenza stampa. Che poi ha aggiunto: "Il progetto regionale Vetrina Toscana, a cui aderiscono oltre mille ristoranti ed oltre 350 botteghe alimentari, rappresenta un fiore all'occhiello della ristorazione e della distribuzione di prossimità, ne promuove l'immagine e ne stimola lo sviluppo e la crescita, come dimostrano i dati oggi presentati da Confcommercio. Quando pubblico ed imprese trovano forme di fattiva collaborazione i risultati di crescita vengono raggiunti. La Toscana è l'unica regione italiana con una così articolata rete di ristorazione che ha assunto l'impegno di promuovere il territorio ed i suoi prodotti, anticipando l'attuale diffusa tendenza al consumo dei prodotti a chilometro zero. Inoltre ci sono ben 25 percorsi formativi di cucina all'interno di altrettanti Istituti scolastici superiori, a testimonianza delle opportunità che ancora oggi i nostri giovani trovano nel settore della ristorazione e del commercio di qualità". "La ristorazione in Toscana conta 11.450 imprese iscritte agli elenchi camerali e rappresenta un settore estremamente vitale della nostra economia e  in costante crescita: dal 2011 al 2016 i ristoranti  sono aumentati infatti del 22%, ovvero oltre 2.100 unità, con punte fino a quasi il 30% nel comune capoluogo", ha sottolineato il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni, "il turn over è però altissimo e le aziende hanno quindi bisogno di affrontare un processo profondo di innovazione in vari aspetti, compreso quello comunicativo, perché chi non cambia modo di comunicare rischia di perdere occasioni importanti per capire il mercato, aumentare il fatturato e consolidare l'occupazione. È fondamentale quindi che la Regione, coinvolgendo le associazioni di categoria, rinnovi il suo sostegno a progetti come Vetrina Toscana, che hanno avuto il pregio di sensibilizzare gli operatori ad un confronto costante e diretto con il mercato, puntando sulla qualità e sulla tipicità come valori di fondo". "Inutile avere in cucina e in sala i migliori professionisti del mondo se non si riesce a comunicare questa eccellenza fuori dal proprio locale. Per questo dobbiamo avviare una seria riflessione sui nuovi strumenti disponibili per promuovere le nostre imprese", dice il presidente di Fipe-Confcommercio Toscana Aldo Cursano, che lancia ai colleghi una nuova iniziativa: "grazie ai fondi messi a disposizione dalla Regione Toscana per l'innovazione, abbiamo costruito insieme al Centro Studi Turistici un progetto per i ristoratori che vogliono imparare a gestire la propria presenza sul web. In queste settimane stiamo raccogliendo le adesioni e presto partiranno i seminari in varie sedi provinciali di Confcommercio. Il caso delle recensioni su Tripadvisor ormai ha fatto scuola: in un mondo che sempre di più affianca il reale al virtuale tutti gli imprenditori, non solo quelli della ristorazione, devono imparare a gestire immagine e reputazione anche online. Non essere presenti sul web, o esserci male, condanna all'invisibilità perfino chi lavora bene".

 

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