Confcommercio Umbria chiede la revisione degli studi di settore

Confcommercio Umbria chiede la revisione degli studi di settore

L'associazione umbra ha presentato un dossier all'Osservatorio regionale per gli studi di settore: "La crisi non è finita, occorre calibrare meglio gli indicatori di normalità economica". Centri commerciali naturali di Perugia e Terni: pubblicata la graduatoria, Confcommercio Umbria soddisfatta .

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11 novembre 2015

 

Parte dall'Umbria una nuova battaglia per un fisco più equo. A tutela delle imprese associate, Confcommercio regionale ha infatti chiesto la revisione degli studi di settore, che non rispecchiano la situazioni in cui si trovano le imprese umbre, ancora alle prese con la crisi. Con un ampio e documentato dossier indirizzato al presidente dell'Osservatorio regionale per gli studi di settore - Umbria, il presidente di Confcommercio Umbria Aldo Amoni ha chiesto "ufficialmente la revisione e il ricalcalo degli studi settore", poiché strumenti non più idonei a descrivere la realtà delle imprese umbre. La richiesta di Confcommercio Umbria - che si è avvalsa del contributo fondamentale dei tecnici del Servizio Consulenza e Assistenza Fiscale Seac Confcommercio della provincia di Perugia - è supportata dai dati relativi ad un campione di imprese, di diversi settori merceologici, risultate congrue nel 2013 per effetto dei correttivi anticrisi, ma che non lo sono più nel 2014, a causa della fortissima riduzione dei correttivi congiunturali di settore applicati proprio per l'anno 2014. Confcommercio Umbria sottolinea come sia diminuito del 12%, rispetto allo scorso anno, nella platea dei contribuenti osservati, il numero dei soggetti congrui naturali. Questo a causa del depotenziamento dei correttivi anticrisi, che viene documentato allegando 8 casi concreti (in anonimato) che appartengono a vari settori e a varie classi dimensionali di volume d'affari. Il lavoro di Confcommercio Umbria ha preso il via dall'analisi dei modelli di dichiarazione UNICO 2015 – redditi 2014 e relativi studi di settore, la cui presentazione all'amministrazione finanziaria si è conclusa lo scorso 30 settembre, riferita a un campione di 546 contribuenti. Ne è emerso che complessivamente il campione è risultato allineato, fisiologicamente o per adeguamento alle risultanze degli studi, per il 66%. Il fatto è che la riduzione dell'effetto dei correttivi "anticrisi" ha determinato per molte categorie di contribuenti, a fronte degli stessi ricavi dichiarati, il passaggio da una situazione di congruità ad una di non congruità. Una criticità che ha riguardato in maniera trasversale tutti i settori economici e aziende di dimensioni diverse.  Gli esiti dello studio Confcommercio non fanno altro che confermare l'analisi condotta dalla Banca d'Italia sull'economia umbra, che mette in luce il proseguo della fase recessiva. Per questi motivi, Confcommercio Umbria ha chiesto ufficialmente di revisionare e ricalcolare gli studi di settore, perché non sono riusciti a cogliere la persistente situazione congiunturale sfavorevole ancora in atto. "Gli attuali indicatori di normalità economica – sostiene il presidente Confcommercio Umbria Aldo Amoni – rischiano di non raggiungere l'obiettivo per cui sono stati introdotti, vale a dire: individuare in modo trasparente i soggetti che hanno alterato la loro realtà aziendale nei confronti dell'amministrazione finanziaria. Occorre mettere mano a una loro revisione perché si arrivi ad un trattamento più equo delle imprese della nostra regione, che hanno bisogno di trovare nella Pubblica Amministrazione un supporto reale e corretto, e non solo punitivo".

 

Centri commerciali naturali di Perugia e Terni: pubblicata la graduatoria, Confcommercio Umbria soddisfatta 

"Entrambi i progetti presentati con il supporto della nostra organizzazione sono stati approvati, e le nostre imprese ammesse alla graduatoria. Siamo molto soddisfatti. Il nostro impegno sul fronte della riqualificazione dei centri storici, e delle attività economiche che vi operano, non può che essere rafforzato da questo risultato". Aldo Amoni, presidente Confcommercio dell'Umbria, commenta così la pubblicazione nel Bollettino Ufficiale dell'Umbria della graduatoria provvisoria relativa al Bando pubblico per la concessione di contributi per le imprese costituite in Centri Commerciali Naturali innovativi e stabili nelle aree dei centri storici del Comune di Perugia e dal Comune di Terni.Tre i progetti presentati per il bando sui centri commerciali naturali di Perugia e Terni; due i progetti approvati – quelli in cui Confcommercio ha svolto un ruolo di coordinamento – per un totale di 61 imprese ammesse (30 per il centro commerciale naturale di Perugia e 31 per il centro commerciale di Terni) e per oltre 2 milioni di euro di investimenti previsti. "L'approvazione della graduatoria - aggiunge Amoni - segna l'inizio di una nuova fase del nostro lavoro, che sarà ora dedicato alla definizione puntuale delle reti di impresa. Un lavoro altrettanto importante.  Parallelamente abbiamo già avviato l'attività di animazione economica in altri centri storici dell'Umbria, in vista del bando che attendiamo per il prossimo anno, come promesso dall'assessore Paparelli. Quello dei centri commerciali naturali è uno dei fronti sui quali siamo impegnati in modo molto forte.  Da anni sosteniamo questo format come strumento per la rivitalizzazione di territori urbani e la modernizzazione del tessuto commerciale. A questo tema abbiamo dedicato, negli anni, molti momenti di riflessione e di confronto con diversi interlocutori, anche internazionali, per perfezionare un modello che fosse adatto alle caratteristiche dei nostri centri storici.  Abbiamo promosso e sostenuto numerose esperienze operative, in diverse città umbre, il cui esito comunque conferma la bontà di questa nostra intuizione. La creazione dei centri commerciali naturali a Perugia e Terni può essere ora una carta vincente per far uscire questi centri storici da un processo che sembra di inarrestabile declino, puntando parallelamente sulla innovazione e su una sempre maggiore pervasività delle reti di impresa, che ci vedono convinti e attivi sostenitori". 

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