Confcommercio Veneto: con l'emergenza Covid calano le imprese ma crescono i servizi

Confcommercio Veneto: con l'emergenza Covid calano le imprese ma crescono i servizi

Indagine dell'associazione regionale: contrazione dell’occupazione con un calo delle assunzioni di lavoro dipendente; crescono i contratti a tempo indeterminato e lo staff leasing.  

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16 ottobre 2020

Durante il lockdown, le imprese del terziario regionale sono calate complessivamente di 311 (-0,1%) unità locali: -1.191 nel commercio (-1%) e -147 nel turismo (-0,3%); mentre i servizi sono aumentati di +1.027 unità locali (+0,7%). Lo rileva uno studio di Confcommercio Veneto , elaborato dal Centro Studi trevigiano EbiComLab, secondo il quale l'effetto Covid appare più evidente nel settore commerciale del "Moda-Fashion" (-2,3%), in quello turistico delle "Agenzie di viaggi e tour operator" (-1,9%) e della "Ristorazione" (-0,6%).

Tra i servizi, crescono le attività dei "Servizi di pulizia" (+3,7%), di "Ricerca e sviluppo" (+3,1%) e gli "Istituti di mediazione creditizia" (+2,2%). Al 30 giugno 2020, gli imprenditori attivi sono 400.239 (+0,2% rispetto al 31 dicembre 2019). Il tessuto imprenditoriale veneto continua ad invecchiare: anche in questo semestre, crescono solo gli imprenditori dai 50 anni in su (+4,1%), mentre sono nuovamente in calo i giovani under 30 (-11,7%).

Nel primo semestre le assunzioni di lavoro dipendente calano del -39,6%. Al 30 giugno si registra un saldo occupazionale di -8.705 posti di lavoro (commercio +400, turismo +4.720, servizi -13.825), rispetto ai +52.290 del primo semestre 2019. Nonostante il bilancio positivo del tempo indeterminato (+11.015) e dello staff leasing (+840), le forme più flessibili si riducono ancora: tempo determinato (-18.180); apprendistato (-90); somministrato a tempo determinato (-2.290).

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