Confcommercio Veneto: "Su aperture festive dei negozi e aumento Iva non abbasseremo la guardia"

Confcommercio Veneto: "Su aperture festive dei negozi e aumento Iva non abbasseremo la guardia"

Il disegno di legge alla Camera fra pochi giorni, con un carico di 150 emendamenti. Il presidente Zanon: "O si cambia, o pagheremo caro e pagheremo tutti". Intanto, mentre il commercio del Veneto fa i conti con mancati ricavi per il maltempo si fa strada l'indiscrezione di un eventuale aumento dell'Iva.

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16 settembre 2014

 

Aperture festive dei negozi, paventato aumento dell'Iva: su nessuno di questi temi Confcommercio Veneto farà calare il livello d'attenzione. Il disegno di legge che reintroduce 12 festività con i negozi chiusi arriverà alla Camera la settimana prossima con un carico di 150 emendamenti. E con il rischio, per effetto di questi ultimi, di vanificare lo spirito dello stesso provvedimento lasciando ancora una volta mano libera alle aperture indiscriminate. A questo si aggiungono le indiscrezioni su un eventuale aumento delle aliquote agevolate Iva sui beni di prima necessità, che andrebbero a colpire ancora una volta i redditi medio-bassi, e sul turismo, che spingerebbero fuori mercato le nostre imprese. "Allungare  gli orari di vendita oggi - spiega il presidente di Confcommercio Veneto Massimo Zanon - ha un unico risultato certo per le aziende: l'aumento di costi, dovuto soprattutto all'incremento delle ore lavorate, ma non quello delle vendite totali del settore. Lo confermano i dati Istat, dimostrando che le liberalizzazioni volute dal Governo Monti hanno fallito nel tentativo di rilanciare i consumi. Con una aggravante: non potendo usare liberamente la leva del prezzo perché il consumatore non è disposto a spendere di più, i margini di profitto delle aziende si sono ridotti all'osso. Risultato: dall'entrata in vigore delle liberalizzazioni Monti a oggi hanno chiuso  oltre 170mila aziende commerciali al dettaglio ( 13mila nel solo Veneto), solo in parte compensate da new entry. Il saldo – ricorda Zanon - è stato di circa -16.000 aziende in Italia e di -1.500 in Veneto". "A peggiorare la situazione – aggiunge il presidente di Confcommercio Veneto – c'è la notizia, e mi auguro sia solo un'indiscrezione priva di fondamento, di un eventuale aumento delle aliquote Iva, un'eventualità da scongiurare a tutti i costi e con ogni mezzo possibile: sarebbe una scelta scellerata, un peso umanamente impossibile da sostenere sia per le famiglie, i cui redditi sono arretrati ai valori del 1986, sia per le imprese. Allora ditemi dove sta la novità, se l'originalità di questo governo si traduce nel solito giochino logoro e prevedibile di dare (a pochi) con una mano e togliere (a molti) con l'altra!?".

 

 

 

 

"Siamo pericolosamente vicini all'orlo del precipizio", avverte Confcommercio Veneto. Che porta a conferma, se ce ne fosse bisogno, i dati di una situazione drammatica per il commercio sulla quale pesa anche una stagione estiva senza precedenti: 120 milioni di euro di ricavi persi nel commercio in Veneto a causa del maltempo.

 

"La convinzione è che alla fine pagheremo caro, pagheremo tutti il prezzo di scelte scellerate e miopi. A meno che non ci si ravveda in tempo". 

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