Confcommercio Venezia capofila di un fronte comune

Confcommercio Venezia capofila di un fronte comune

L'Associazione ha organizzato un confronto con sindaci, associazioni imprenditoriali e sindacati sull'emergenza sanitaria e le sue ripercussioni sull’economia.

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4 novembre 2020

“Vogliamo lavorare. Se le imprese chiudono, non riapriranno e per il Paese sarà una Caporetto”. È il grido d’allarme del presidente di Confcommercio Unione Metropolitana di Venezia, Massimo Zanon, sull’emergenza sanitaria, le restrizioni previste dai Dpcm, le ripercussioni sull’economia e le richieste al governo per supportare le imprese.

Confcommercio ha promosso un confronto nel chiostro all’aperto dello spazio museale M9 in centro a Mestre, al quale hanno partecipato il sindaco di Venezia e della Città metropolitana Luigi Brugnaro, altre categorie economiche – Confindustria, Confartigianato, Cna, Coldiretti e Confesercenti – e i sindacati, per fare fronte comune sulla situazione che stiamo attraversando: “Confcommercio nazionale, col suo presidente Carlo Sangalli e tutta la struttura, sta facendo un lavoro eccezionale, di dialogo continuo col governo, per cercare le soluzioni migliori ad aiutare le imprese in questo momento così difficile per il nostro Paese. Chiediamo di lavorare. Chi non può, per le norme imposte a contenimento del rischio di contagio, riceva dallo Stato indennizzi veri e immediati”, ha detto il presidente Zanon.

Nella Città metropolitana di Venezia, sono presenti 53.371 imprese del terziario che occupano 161.155 addetti, “pesando” per il 60% sulla filiera produttiva che conta 89 mila imprese per 314 mila addetti. Zanon si è fatto portavoce della forte preoccupazione delle imprese rilevando come ogni impresa che chiuderà non riaprirà più e per il Paese sarà una Caporetto. È necessario che il governo adotti tutti i provvedimenti necessari a salvare l’apparato produttivo nazionale, già duramente provato dal lockdown primaverile. I nostri associati sono arrabbiatissimi, molti sull’orlo della disperazione, perché si trovano in grave difficoltà economica. Chiedono di poter lavorare senza le ultime limitazioni di orari e affinché gli aiuti promessi siano effettivamente adeguati”.

Inoltre, il presidente di Confcommercio Unione Metropolitana di Venezia ha avanzato una richiesta ai Comuni, per il tramite dei numerosi sindaci presenti, affinché anche loro facciano quant’è nelle loro possibilità per salvare le imprese. “Già ora e per tutto il prossimo anno – ha spiegato – le imprese hanno bisogno di essere sostenute con misure di riduzione e, se possibile, di cancellazione delle imposte locali: parliamo dell’Imu, della Tari, dei plateatici e delle insegne. Anche questa sarebbe una boccata d’ossigeno per attività che con la chiusura totale primaverile hanno subito pesanti contraccolpi e proprio quando cominciavano a vedere almeno un barlume di ripresa, si trovano a dover fronteggiare un'altra fase di restrizioni che rischiano di diventare il colpo di grazia”.

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