Prezzi alti e infrastrutture carenti "bloccano "la strada alla transizione energetica

Prezzi alti e infrastrutture carenti "bloccano "la strada alla transizione energetica

Conferenza stampa del presidente di Federauto, Adolfo De Stefani Cosentino, sulla situazione del mercato dell'auto tra la crisi economica da covid e l’aumento dell’inflazione. "La completa conversione all'elettrico al momento è pura utopia".  

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2 dicembre 2021

Il presidente di Federauto, Adolfo De Stefani Cosentino, ha tenuto una conferenza stampa per fare il punto sulla situazione del mercato dell’auto “stretto” tra la crisi economica da covid, l’aumento dell’inflazione e la strada a volte tortuosa verso la transizione energetica. “Nel prossimo futuro – ha detto il presidente - i prezzi delle auto subiranno una tensione al rialzo che ostacolerà la transizione energetica nel settore automobilistico in un quadro di insieme che presenta dei seri fattori di rischio socioeconomico per il nostro Paese e per l’Europa”.

È evidente – ha sottolineato Cosentino -  che quando si parla di prezzi si parla anche degli interessi dei consumatori. Mai prima d’ora il settore dell’auto è stato esposto a un insieme di fattori tanto complessi e di portata strategica come la transizione energetica e l’ingresso diretto delle case sul mercato e le conseguenze su prezzi e servizio al cliente”.

 

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Gli ostacoli e le incognite sulla strada della transizione energetica

Il presidente di Federauto ha quindi affrontato il tema “caldo” legato al mercato dell’automotive, quello della transizione energetica. Secondo Cosentino, “il blocco fondamentale affinché si realizzi la transizione energetica nel settore, è costituito da un parco circolante di 38,8 milioni di autovetture con un’età media di 11,8 anni, di cui il 70,5% è ante euro 6 ma il costo delle auto elettriche e ibride plug-in è notevolmente superiore alle equivalenti versioni con motori tradizionali, rendendole di fatto scarsamente accessibili”.  C’è poi un altro problema da non sottovalutare: “ad oggi i limiti infrastrutturali delle reti di ricarica e il tempo necessario a ricaricare le auto elettriche e la loro autonomia ne limitano l’uso e quindi la diffusione”. “Oggi l’auto elettrica o ibrida è destinata prevalentemente a chi ha capacità di spesa, può usufruire di un ambiente in cui ricaricare la vettura e usa l’auto su percorrenze limitate”. Dunque secondo Cosentino, “l’ipotesi che nell’arco di breve tempo la mobilità individuale possa essere convertita all’elettrico è, stante le premesse, pura utopia”.

Tuttavia – ha evidenziato ancora il presidente di Federauto - fra le diverse iniziative governative e comunitarie che potrebbero invece contribuire efficacemente a ridurre l’impatto ambientale della circolazione veicolare entro un orizzonte temporale più vicino, vi sono i cosiddetti combustibili liquidi a basse o nulle emissioni di carbonio (LCLF - Low Carbon Liquid Fuels). Si tratta di bio-carburanti o carburanti sintetici in avanzata fase di sviluppo che presentano emissioni di anidride carbonica virtualmente prossime allo zero, capaci quindi di assicurare in tempi rapidi la completa neutralità climatica nel settore dei trasporti”.

 

 

 

La posizione “dominante” delle case automobilistiche e gli effetti sul mercato

Oltre ad un problema di disponibilità tecniche ed economiche c’è anche un tema di concorrenza. Secondo Cosentino, “Il problema nasce dalla volontà della maggioranza delle case automobilistiche di incrementare la propria marginalità modificando i rapporti contrattuali con i propri concessionari ed entrando direttamente nel mercato B2C, ossia rivolgendosi al cliente finale attraverso la vendita online”.

Il contratto di agenzia – ha osservato Cosentino - che molti marchi si apprestano ad adottare, forti del regolamento europeo sulla distribuzione di prossima adozione, trasferirà molte funzioni oggi appannaggio dei concessionari in seno alle case automobilistiche, di fatto annullando quel terreno negoziale che sinora ha permesso al concessionario di formulare la migliore offerta per rispondere alle più diverse esigenze del consumatore, dal ritiro dell’usato al finanziamento del nuovo acquisto”.

 

Contrariamente a quanto si possa pensare, la discesa in campo delle case con la vendita diretta delle auto online non migliorerà questa situazione, anzi: permetterà alle case di mettere fuori gioco i distributori, quindi i concessionari, per poi acquisire il controllo della domanda, con condizioni non più negoziabili". “Per il consumatore – ha sottolineato Cosentino - questo significa una chiara tendenza alla rigidità dei prezzi e al loro aumento, assieme al peggioramento della qualità del servizio, non ultimo a causa della rarefazione delle reti distributive e della sempre più scarsa possibilità per i concessionari di offrire risposte efficaci alle esigenze dei clienti. Per i concessionari, e in particolare per coloro che saranno ancora attivi, a fronte della drastica riduzione dei margini ad opera dei costruttori si determinerà la necessità di intervenire con misure draconiane sui costi tagliando la forza lavoro. Ad oggi Federauto stima che l’impatto a livello occupazionale possa raggiungere le 60÷70.000 unità”. la federazione chiede dunque “un intervento profondo da parte del legislatore, atto a riequilibrare il potere dominante delle case automobilistiche nei confronti del sistema distributivo, nonché di misure da parte dell’ Autorità Garante della Concorrenza finalizzate ad assicurare il miglior livello competitivo”. Secondo Cosentino, "nel caso di un prodotto complesso come è l'automobile, peraltro legato a una parte importante e integrante di servizi, nonché alla sicurezza dei passeggeri e della circolazione stradale, la mancanza di un rapporto diretto con chi rappresenta il marchio dell’auto acquistata, ossia il concessionario, può avere risvolti molto negativi: il cliente avrà come unica interfaccia la casa automobilistica e non una figura fisica, nota, presente e disponibile”.

 

Le richieste di Federauto al governo

A fronte di questa situazione, Federauto ha fatto una serie di proposte al governo. In primo luogo, una seria pianificazione di incentivi, coerente con gli obiettivi della transizione energetica, destinata a supportare lo svecchiamento del parco circolante, volta sia a vetture elettriche o ibride, sia ad auto nuove o usate euro 6. Poi, un piano infrastrutturale in linea con la necessaria copertura territoriale e con una potenzialità richiesta dagli obiettivi di incremento del parco circolante elettrico e ibrido. Il supporto ad un rapido sviluppo dei carburanti LCLF* (Low Carbon Liquid Fuels) per garantire un efficace contenimento delle emissioni nocive, tale da accompagnare l’industria e il sistema distributivo in maniera sostenibile lungo il percorso della transizione energetica. Terzo punto, un impianto normativo finalizzato a riequilibrare la posizione dominante delle case automobilistiche nei confronti del sistema distributivo, affinché sia favorita la massima competizione possibile a vantaggio del consumatore e infine un regime fiscale in linea con quello dei principali paesi comunitari, con piena detraibilità per le auto di uso professionale, aziendale e noleggio, IVA compresa, così come stabilito nel 2006 dalla Corte di Giustizia Europea.

 

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