Confida: "servono 200 miliardi per salvare le imprese del vending"

Confida: "servono 200 miliardi per salvare le imprese del vending"

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30 marzo 2020

Servono 200 miliardi di euro per salvare le imprese del settore della distribuzione automatica che dà lavoro a 33mila persone. Lo afferma Confida, affermando che, sebbene il settore della distribuzione automatica sia rimasto attivo, il giro d'affari si è ridotto dell'80% rispetto al mese scorso. In particolare, la preoccupazione del settore, rivela Confida, riguarda la liquidità delle imprese necessaria a non farle fallire in una situazione di brusca frenata dell'attività.

"Il Decreto Cura Italia ha introdotto le prime misure a sostegno della liquidità ma sono ancora del tutto insufficienti rispetto alla drammatica situazione che stiamo vivendo. É necessario un 'intervento shock' per salvare le nostre imprese prima che sia troppo tardi. L'investimento - spiega il presidente Massimo Trapletti - potrebbe attestarsi attorno ai 200 miliardi di euro. E' però necessario che questi soldi arrivino direttamente ai soggetti economici e privati come hanno fatto negli Stati Uniti e in particolare alle imprese, attraverso l'abolizione delle tasse di giugno (IRPEF, IRAP, TARI, TASI E IMU, IRES) finanziando a lungo termine la necessità di liquidità attuale e mantenendo gli ammortizzatori sociali in deroga applicati già oggi;  alle famiglie posticipando i mutui (come già previsto dal Fondo Gasparrini), riducendo il cuneo fiscale e le tariffe di energia e gas; ai lavori pubblici, finanziando opere pubbliche quali gli investimenti in ponti, strade che danno occupazione e rimettono in moto l'economia".

Queste iniziative, aggiunge, Trapletti, porterebbero beneficio immediato in particolare alle pmi che rappresentano la gran parte delle aziende italiane: "penso alle aziende che fatturano 5-10 milioni e tantissimi esercizi commerciali che fatturano fino a 1-2 milioni. Se queste realtà chiudono, tante famiglie resteranno senza un reddito e conseguentemente non consumeranno più. Insomma, l'intero Paese rischierebbe il default".

"I 200 miliardi - conclude Trapletti - potrebbero essere coperti dall'emissione di titoli a 10-15 anni e con le entrate fiscali che tutte le imprese e le famiglie salvate pagheranno potremmo onorare senza problemi gli interessi sul debito".

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