Confidi Friuli: il CdA approva il bilancio

Confidi Friuli: il CdA approva il bilancio

Crescono volumi (92 milioni di importi deliberati, 42,6 milioni di garantito) e soci. Il presidente Bortolussi: "abbiamo svolto un ruolo di "ammortizzatore sociale".

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2 aprile 2013

 

Confidi Friuli risponde alla crisi con i numeri. Il consiglio di amministrazione della cooperativa ha approvato un bilancio 2012 in sostanziale pareggio, con circa 92 milioni di importi deliberati (erano 80 nel 2011), 42,6 milioni di garantito, 5.086 soci (+39% rispetto alle adesioni dell'anno precedente al netto delle esclusioni), affidamenti in essere pari a 196 milioni, con un rischio di 86 milioni, e accantonamenti per 2,5 milioni. Cifre che, secondo il presidente Michele Bortolussi, "sono il frutto di una politica prudente e oculata". Il pareggio di bilancio si deve anche a due operazioni straordinarie, effetto di una legge del governo Monti, per cui Confidi Friuli ha potuto spostare a fondo rischi una parte di precedenti finanziamenti regionali – un milione di euro per il settore del mobile e un prestito partecipativo a favore del commercio – dopo che la Regione ha dato il suo assenso all'operazione. "Giusto rendere merito all'amministrazione per questo via libera che ci dà ossigeno", ha rilevato Bortolussi. I vertici di Confidi Friuli, con il presidente anche il consigliere delegato Giovanni Da Pozzo e i vicepresidenti Enzo Pertoldi e Pietro Cosatti, sottolineano l'incremento dei volumi, a fronte di una riduzione degli impieghi da parte del settore bancario: "è un segnale in controtendenza che fa dei Confidi una sorta di ammortizzatore sociale in questa fase di estrema difficoltà per le piccole imprese". Di rilievo anche l'aumento dei soci: "le aziende percepiscono che iscriversi a Confidi dà indubbi vantaggi". Sono migliorati, inoltre, i dati della gestione caratteristica. "Il nostro Confidi, da due anni intermediario finanziario ex articolo 107 del Testo Unico Bancario – ha fatto notare Bortolussi – pur dovendo rispettare le rigide regole dettate da Banca d'Italia che hanno comportato notevoli aumenti dei costi sia di impianto iniziale che di mantenimento, riesce comunque a chiudere in miglioramento pure la gestione caratteristica". Un quadro moderatamente soddisfacente che non deve però condurre a sottovalutare il momento: "la situazione resta pesante. Non dobbiamo per esempio minimizzare il fenomeno crescente dei concordati e dei fallimenti, ulteriore motivo di difficoltà nella valutazione delle imprese. In tempi brevissimi ci ritroviamo infatti a vedere chiudere aziende che sembravano meritevoli di accesso al credito. Evidentemente la normativa va cambiata". I rapporti con la Regione? "Rivolgiamo un accurato appello affinché nell'immediato futuro continui a sostenere in maniera importante i Confidi regionali con un focus di particolare attenzione ai 107".

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