Confidi: lettera aperta del presidente di Confcommercio Veneto

Confidi: lettera aperta del presidente di Confcommercio Veneto

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19 luglio 2012

"Oggi la nostra priorità è rispondere ai bisogni urgenti delle imprese. E i consorzi fidi sono lo strumento che abbiamo per poterlo fare. Strumento perfettibile, razionalizzabile, ma tangibile".
Il presidente di Confcommercio Veneto Massimo Zanon entra, con una precisazione, nel tema confidi. Senza intenti polemici, vuole solo spiegare qual è stato, e qual è tuttora, il ruolo dei confidi, quanto è importante e perché, soprattutto in un momento di crisi come quello attuale, non ci si possa permettere di rischiare vuoti temporali di un servizio fondamentale alle imprese mentre la razionalizzazione degli stessi consorzi è in atto da parte della stessa Confcommercio Veneto. Di seguito, la lettera aperta di Zanon.

In questi anni i confidi promossi dalla nostra organizzazione di categoria sono stati partner importantissimi per sostenere le imprese che operano e vivono nel nostro territorio e che hanno potuto contare su tali organismi di servizio per migliorare le possibilità e le condizioni di accesso al credito. Questo importante strumento mutualistico, promosso dalle stesse associazioni, è l'espressione della consapevolezza, del coraggio e della cultura solidaristica dei nostri imprenditori, che hanno voluto mettere in comune problemi e difficoltà e trovare allo stesso tempo soluzioni forti ed efficaci per sostenere le imprese nel loro sviluppo e percorso imprenditoriale.
I confidi , nella loro articolazione e radicamento territoriale, hanno avuto e continuano ad avere la capacità di sostenere concretamente le imprese nelle relazioni con il sistema bancario. Il radicamento nel territorio, l'intensa relazione con il tessuto imprenditoriale e la conoscenza dell'economia locale, permettono di integrare i processi bancari di valutazione standardizzati e automatizzati. Il sistema dei confidi sta attraversando una fase importante di modifica e di cambiamento. Oltre il 50% dei confidi Confcommercio sono già riconosciuti dalla Banca d'Italia. in relazione alle diverse esigenze del mercato e alle nuove normative europee e nazionali, attivando percorsi di integrazione e processi di razionalizzazione funzionali a creare strutture dimensionali idonee e in grado di coniugare la vicinanza con le imprese, la funzione essenziale di prossimità e la qualità nell'erogazione dei servizi. Questo percorso virtuoso di adeguamento e razionalizzazione, che favorisce modelli di azione e intervento innovativi e coerenti con le nuove regole, non può trovare periodi e situazioni che lascino dei 'vuoti': è necessario che anche gli interventi regionali favoriscano il cambiamento senza lasciare le aziende prive di strumenti di finanziamento adeguati e immediatamente operativi . Patrimonializzare i confidi costituisce inoltre uno strumento virtuoso che, anche nelle fase di cambiamento, permette agli stessi confidi, espressione di vera sussidiarietà, di agire con forza, tempestività e correttezza, senza pregiudicare comunque i necessari processi di integrazione e razionalizzazione in atto.L'azione di Confcommercio Treviso è in linea con questa visione e con ciò che andiamo chiedendo da tempo. La Regione ha risposto. In modo diverso da ciò che ci aspettavamo, ma una risposta l'ha data e questo va riconosciuto, ricordando però alla politica che si possono raggiungere nuovi traguardi senza buttare ciò che di buono si è fatto finora. Sarebbe dannoso in questo momento tagliare tout court il cordone ombelicale con un sistema esistente e in via di trasformazione. Riteniamo che la Confcommercio di Treviso abbia lanciato un forte grido di speranza, e lo si confonda con la voglia di mantenere in vita privilegi che in casa nostra non sono mai esistiti e che ci vede impegnati sul fronte dei cambiamenti piuttosto che nelle battaglie di retroguardia. Noi rappresentiamo le imprese che vogliono avere un futuro, vogliamo che il Veneto abbia un futuro: non si può buttar via un modello che funziona per sostituirlo con uno che non c'è, rischiando di andare a ingrossare la schiera degli imprenditori senza più impresa e, conseguentemente, dei senza lavoro. È vero che il sistema dei confidi va ammodernato, ed è ciò che stiamo facendo, in un'ottica di rispetto reciproco con le istituzioni che crediamo indispensabile venga mantenuto, senza cercare o alimentare polemiche. In questo momento non ne sentiamo il bisogno.

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