Confindustria alza le stime della crescita, ma è emergenza giovani

Confindustria alza le stime della crescita, ma è emergenza giovani

Presentato il rapporto "Le sfide della politica economica". Riviste al rialzo le stime per il Pil: +1,5% nel 2017 e +1,3% nel 2018, rispetto al +1,3% e +1,1% indicati tre mesi fa ma la "fuga" dei cervelli costa un punto di Pil all'anno.

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15 settembre 2017

Il Centro Studi Confindustria ha presentato le stime e le previsioni economiche sull'economia italiana nel rapporto  "Le sfide della politica economica".  "E' stato recuperato un milione di posti di lavoro": l'occupazione "non è la Cenerentola" di una ripresa che accelera" - rileva Confindustria che ha ulteriormente ritoccato al rialzo le sue previsioni per la crescita nel 2017 e nel 2018 (+1,5 e +1,3 del Pil) ma invita a non abbassare la guardia. Di immediato c'è "l'emergenza giovani", per "l'inadeguato livello dell'occupazione giovanile (con "gravi conseguenze permanenti sulla società e sull'economia", un "doppio spreco") e per la 'fuga' all'estero degli under 40 che come perdita di capitale umano ci costa "un punto di Pil l'anno", nel 2015 "14 miliardi". Sono dati del centro studi di via dell'Astronomia che danno forza alla 'priorità' del leader degli industriali Vincenzo Boccia nelle richieste al Governo per la manovra: servono 'misure shock' per il lavoro ai giovani. La preoccupazione di Confindustria è anche per le insidie che potrebbero bloccare una ripresa che non appare strutturale (ma un "ciclico aggancio a distanza all'andamento europeo"): "non mancano i rischi che diventano altrettante sfide per la politica economica", e non solo per variabili come la politica monetaria, i cambi ed il petrolio. Gli industriali mettono nel conto anche "l'esito incerto" della prossima tornata elettorale ed il timore "che l'autocompiacimento per il buon andamento economico rilassi l'azione riformista dei Governi". Con il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan su questo punto la sintonia è totale. Industriali e ministro condividono l'allarme quasi con le stesse parole: in questa fase non può esserci "acquiescenza", non si può "pensare che tutto è passato e resti poco da fare: sarebbe un rischio gravissimo, forse il più grave. Bisogna soprattutto riconoscere che resta molto da fare", dice il ministro. "Sarebbe un grave errore se si dovesse passare a una legislatura in cui si interrompe lo sforzo di riforma" perché se il processo si blocca "non si sta fermi si torna indietro, con conseguenze molto gravi", dice Padoan. ""La stagione di riforme deve continuare, se non ci muoviamo corriamo il rischio non di restare fermi ma di andare di qualche punto indietro, anche perché gli altri Paesi si muovono", dice anche il presidente di Confindustria. Per Vincenzo Boccia un esempio, oggi, è il piano della Francia di Macron che punta a scalzare l'Italia "al secondo posto tra i Paesi industriali europei". Così avverte:
"Cerchiamo un Macron, cerchiamo di fare le riforme". Le previsioni sulla crescita del centro studi di Confindustria "non includono gli effetti della prossima legge di bilancio, che è attesa migliorare i saldi dello 0,5% del Pil, perchè non se ne conoscono reale ammontare e composizione", dicono gli economisti di via dell'Astronomia sottolineando ancora una volta che la 'spinta' "dipenderà dagli incentivi
agli investimenti, dalla loro durata effettiva e dalle ulteriori risorse che verranno messe in campo".

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