Logistica predittiva protagonista del convegno della logistic digital community
Logistica predittiva protagonista del convegno della logistic digital community
Anticipare il futuro con algoritmi capaci di auto-apprendere. Per integrare i metodi di spedizione, identificare i rischi potenziali nelle linee di commercio, ottimizzare la pianificazione e trasformare l’enorme quantità di dati disponibili (big data) in informazioni affidabili, pronte all’uso per tutta la supply chain. La nuova ‘sfera di cristallo’ si chiama logistica predittiva e sfrutta l’intelligenza artificiale. I vantaggi sono enormi. Ma anche i rischi. Se n’è parlato il 7 ottobre scorso a Genova, nel workshop organizzato dalla Logistic Digital Community (LDC), leader a livello nazionale nell’aggregazione tra il mondo delle imprese e quello delle istituzioni nella transizione digitale, incubatore e divulgatore di idee per lo sviluppo e l’ottimizzazione della catena logistica.
Ad aprire i lavori, il vicepresidente di Federlogistica-Conftrasporto, Davide Falteri, fondatore della LDC, che, ha ricordato la centralità di Genova e del suo porto nel panorama mondiale. “A rafforzarne il ruolo – ha spiegato - l’arrivo del cavo dati sottomarino più lungo del mondo, che collegherà Genova alle rotte europee, africane, indiane e artiche, generando formidabili opportunità di investimento in questo territorio da parte di molte imprese anche straniere”. Falteri ha ricordato anche i risultati raggiunti dalla LDC, che a un anno e mezzo dalla nascita registra l’adesione dei principali soggetti istituzionali e di aziende note a livello internazionale.
Emmanuel Becker di Equinix ha citato poi i 45mila chilometri di cavo sottomarino, il più lungo mai realizzato, che sarà posato a Genova collegando 33 Paesi in 3 continenti e dando vita a una sorta di autostrade digitali che renderanno più fluido e veloce il traffico marittimo delle merci convergendo su Genova. “Il piano riguarda tutto il continente Africano, l’India, tocca da un lato l’Oceano Pacifico, dall’altro prevede corridoi digitali con la Penisola iberica”, ha spiegato.
Tools Group, che opera a livello mondiale ma ha il cuore a Genova, ha quindi portato due esempi di logistica predittiva. Uno di questi riguarda una società leader nelle perforazioni e nella ricerca di nuovi giacimenti, che impiega navi Fpso e ha bisogno di un sistema di gestione dei pezzi di ricambio che non comporti stop nella navigazione. “Abbiamo cominciato con una ‘fotografia’ dello stato del mezzo. Poi – ha spiegato Leo Cataldino – abbiamo analizzato i guasti verificatisi in passato e le caratteristiche di quel tipo di nave. Il passo successivo è stato l’ottimizzazione dei livelli di scorta attraverso un algoritmo capace di far tesoro dell’esperienza incrociata ai dati raccolti e di trovare la soluzione più adatta al caso. Insomma, un algoritmo in grado di auto-apprendere”.
Leonardo, che ha contribuito a realizzare un ecosistema telematico integrato, ha messo a fuoco tre fattori: efficienza, sicurezza e sostenibilità. “Efficienza perché il settore dei trasporti e della logistica contribuisce al 12% del Pil mondiale e perché il potenziale dei porti italiani è alto: sono l’asse di collegamento tra il mercato asiatico e l’Europa. Con l’espandersi della digitalizzazione – ha spiegato Fabio Del Vigo – aumentano i rischi di attacchi, e un attacco anche a un solo elemento della catena dei trasporti e della logistica rischia di inceppare l’intero sistema. Gli attacchi cyber sono cresciuti del 900% dal 2017 al 2020: la sicurezza diventa quindi l’elemento virtuoso della logistica. C’è poi la sostenibilità, che si traduce (anche) in un risparmio energetico, che in questi tempi diventa fondamentale, così come l’integrazione fra tutti i sistemi di digitalizzazione degli elementi e dei soggetti che operano nel, da e per i porti italiani”.
Proprio sulla sicurezza nella supply chain si è focalizzato l’intervento di Paola Girdinio, presidente di Start 4.0: “l’Italia è il settimo Paese al mondo per attacchi cyber. Sono soprattutto la logistica e i trasporti gli obiettivi su cui si concentrano, e spesso si concretizzano, le cattive intenzioni degli hacker. Attaccando la logistica, che è sempre più digitale, si può indebolire un sistema-Paese. Eppure quello della sicurezza informatica è ancora un tema molto sottovalutato, anche se a livello comunitario ci si sta muovendo”. La protezione della supply chain 4.0 sarà infatti al centro di un provvedimento europeo atteso a giorni. Si tratta, come ha spiegato Giardinio, del Cyber Resilient Act, che prevede il marchio CE per tutti i prodotti software e hardware che rientrano in una catena 4.0. Chi non l’avrà rischierà sanzioni fino a 15 milioni di euro.