Codice della strada, Conftrasporto: "legge delega per modificarlo? È una ‘non soluzione', rimane in sospeso la grave questione degli eccezionali"

Codice della strada, Conftrasporto: "legge delega per modificarlo? È una ‘non soluzione', rimane in sospeso la grave questione degli eccezionali"

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27 febbraio 2019

"La gente forse non sa quanti passaggi parlamentari siano necessari per rendere operative le norme che una legge delega, come quella approvata dal Consiglio dei ministri, prevede. Che le modifiche al codice della strada debbano essere affrontate con una legge delega, non c'è dubbio. Esistono tuttavia - afferma il vicepresidente di Conftrasporto-Confcommercio Paolo Uggè - disposizioni che invece dovrebbero essere assunte in tempi rapidi, come quelle relative ai trasporti eccezionali. La scelta del governo è stata quella di inserire il tutto in una legge delega che consente di prendere tempo, e non poco". "Innanzitutto la legge deve essere approvata dai due rami del Parlamento, sperando non vi siano modifiche. La legge delega poi - spiega Uggè -  concede un tempo, solitamente da sei mesi ad un anno, all'Esecutivo per emanare i decreti legislativi che rendano operative le disposizioni delegate. In questo caso, è opportuno rammentare ai ‘non decisori' che senza un intervento adeguato e immediato  continueranno a circolare a 108 tonnellate sui nostri ponti e strade gli automezzi che  trasportano bobine d'acciaio (quando a 108 tonnellate dovrebbero circolare sono mezzi con un pezzo unico e indivisibile). Quali conseguenze in termini di sicurezza e tenuta dei manufatti non è dato conoscere, ma sarebbe sufficiente coinvolgere gli uffici tecnici per avere una risposta". "Nel frattempo - prosegue il vicepresidente di Conftrasporto - i  trasporti eccezionali, quelli regolari, continueranno, per una mancanza di chiarezza, a subire le lungaggini burocratiche che saranno loro imposte dai funzionari degli enti proprietari delle strade, timorosi di essere coinvolti in iniziative della magistratura, laddove si verificassero incidenti. Così tutto il sistema produttivo, già in crisi, finirà con il trasferirsi all'estero oppure con il perdere le commesse". "Sarebbe interessante - conclude Uggè - scoprire le ragioni reali per una simile decisione che rinvia nel tempo un argomento che impatta sulla sicurezza degli utenti delle strade, oltre che sul sistema produttivo. Sarà  solo frutto della scelta del rinvio? Le imprese vorrebbero conoscerne le ragioni".   

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