Conftrasporto: “le tragedie si possono evitare con la prevenzione e l’applicazione delle regole”

Conftrasporto: “le tragedie si possono evitare con la prevenzione e l’applicazione delle regole”

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25 maggio 2021

“Sicurezza non è un principio invocabile a posteriori. Non lo dovrebbe essere, invece continuo a vedere pagine colme del senno di poi. È successo dopo il crollo del viadotto di Annone e del ponte Morandi. Sta succedendo anche all’indomani della tragedia della funivia del Mottarone”. Così il presidente di Conftrasporto-Confcommercio, Paolo Uggè, che dopo aver rivolto un pensiero alle vittime della sciagura avvenuta in Piemonte, continua: “voglio fare mio quanto affermato dal Presidente Mattarella che ha ribadito come ‘la vita dipenda dalle norme di sicurezza’. Non si può non capire che prevenzione e controlli severi sono la chiave d’accesso alla sicurezza nelle attività di trasporto”

“Sicuramente i responsabili possono essere ricercati in coloro che hanno realizzato i progetti o gli impianti, probabilmente in quelli che devono garantire un’adeguata manutenzione. Ma non bisogna dimenticare chi ha la responsabilità dei controlli sugli interventi manutentivi. Siamo sicuri – si domanda il presidente di Conftrasporto - che le verifiche sulle attività manutentive a posteriori siano state effettuate? Chi ha la responsabilità dei controlli non deve solo segnalare, ma intervenire a controllare”. Uggè si dice poi convinto che “gli attuali esponenti di Governo non abbiano responsabilità su quanto accaduto”, ma ritieneagghiacciante che si tenti di utilizzare la tragedia per rilanciare la polemica politica su opere infrastrutturali in corso di realizzazione o di progettazione. Inoltre, vedo purtroppo commentatori che approfittano delle sciagure per giustificare la loro esistenza. Nel novero dei responsabili, che vanno ricercati e perseguiti, inserirei i ‘commentatori di mestiere’ che non si prendono la briga di risalire alla genesi delle tragedie”.

“Se lo avessero fatto, ad esempio nel caso del ponte di Annone Brianza (il 28 ottobre 2016 un cavalcavia si abbattè su un’auto di passaggio uccidendone il guidatore, ndr), si sarebbe capito molto di più. Questione centrale, in quella circostanza come in altre, l’interpretazione dell’articolo 10 del Codice della Strada che con una chiave di lettura ‘creativa’ ha consentito il moltiplicarsi dei trasporti a 108 tonnellate lungo le nostre strade. Negli anni, sotto quel peso, i ponti hanno cominciato a crollare, La caduta del viadotto in Brianza - spiega Uggè – non fu responsabilità dell’impresa di trasporto (che era autorizzata), ma delle istituzioni che interpretarono l’articolo 10 in quel modo, che ancora consente di trasportare con meno viaggi il più largo quantitativo di merce possibile. C’è chi ha tratto benefici da quella situazione, e non sono certo le imprese di trasporto”.

Il presidente di Conftrasporto conclude invocando la pubblicazione dei costi minimi della sicurezza per il trasporto pesante: “la vita dipende dalla sicurezza. Allora si operi perché questa non sia solo una dichiarazione, ma diventi una modalità applicata. Come? Emanando gli aggiornamenti previsti dalle norme italiane ed europee”.

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