Turismo nel mirino delle mafie, Patané: “dare liquidità alle imprese”

Turismo nel mirino delle mafie, Patané: “dare liquidità alle imprese”

DateFormat

22 aprile 2021

Il giro d'affari che deriva dall’infiltrazione della criminalità organizzata nell'economia legale del settore turistico supererebbe i 2,2 miliardi, quasi il 40% dei quali nel Mezzogiorno. Lo dice una ricerca Demoskopea, dalla quale emerge anche che la 'ndrangheta da sola gestirebbe il 37% di questo giro d'affari. A seguire la camorra con il 33%, la mafia con il 20% e la criminalità organizzata pugliese e lucana con il 10%. Nelle realtà del Mezzogiorno si concentrerebbe il 38% degli introiti criminali, pari a 825 milioni. A seguire il Centro con 515 milioni (23%), il Nord Ovest con 490 milioni (22%) e il Nord Est con 370 milioni (17%). A livello regionale sono sei i sistemi turistici a presentare i rischi più elevati: Campania, Sicilia, Lazio, Calabria, Lombardia, Puglia. La crisi di liquidità causata dalla pandemia, infine, mette a rischio riciclaggio poco meno di 4.500 aziende

"È brutto dire che l'avevamo previsto e predetto già un anno fa. Ci sono ‘aziende’ che stanno veramente prosperando con il Covid e sono, ahimè, la 'ndrangheta e la camorra. Anzi direi che non sono state mai meglio di oggi. Mettere le mani su attività legittime per riciclare è una delle cose più facili da fare purtroppo", commenta il presidente di Confturismo -Confcommercio, Luca Patané, per il quale bisogna contrastare e vigilare, ma soprattutto “aiutare le aziende dando loro subito liquidità per evitare che falliscano o vadano in mano a usurai e criminalità”.

Banner grande colonna destra interna

Aggregatore Risorse

ScriptAnalytics

Cerca