Confturismo Veneto: "Danni ingentissimi in tutto il litorale"

Confturismo Veneto: "Danni ingentissimi in tutto il litorale"

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13 novembre 2019

Non solo Venezia, ma anche Chioggia, Jesolo, Caorle, Bibione ed Eraclea. L’acqua ha travolto tutta la costa veneta. “Qui è andato sotto tutto il litorale – commenta il presidente regionale di Confturismo e di Federalberghi Veneto Marco Michielli – I danni sono al momento incalcolabili, le strutture ricettive stanno fronteggiando la situazione tra mille difficoltà, mentre gli stabilimenti balneari sono rasi al suolo”. “Registriamo l’inerzia della politica da troppo tempo, mi unisco al grido di allarme dei parlamentari veneti, del presidente della Regione Luca Zaia e del presidente di Federlogistica, che chiedono un intervento urgente e strutturato, che sappia guardare avanti - aggiunge Michielli - Ma bisogna fare presto, perché ormai, mentre si attende la messa in azione del Mose, l’opera stessa rischia di rivelarsi inadeguata”. “Venezia, come noto, soffre sì delle alte maree, ma anche della subsidenza del terreno sul quale poggia - incalza il presidente di Confturismo Veneto - L’effetto combinato e moltiplicatore di questi due fattori, secondo i dati dell’Enea, porterà ad avere, nei prossimi 90 anni, Venezia sommersa di oltre un metro e mezzo, e oltre 5mila chilometri quadrati del territorio veneto coperti dall’acqua”. “Non c’è tempo da perdere - prosegue Michielli - entro quella data bisognerà trovare una soluzione. Se sarà il Mose sono pronto a scusarmi per tutto lo scetticismo che ho manifestato in tutti questi anni, ma se, Dio non voglia, il Mose dovesse rivelarsi inefficace, sarà necessario percorrere altre strade e prima lo si potrà fare meglio sarà. Quindi esorto un sollecito collaudo di questa benedetta opera”. “In queste ore il telefono non smette di suonare: sono i miei colleghi albergatori, i ristoratori, i proprietari dei bar, dei campeggi e i gestori degli stabilimenti balneari che non sanno da che parte girarsi - conclude il presidente di Confturismo Veneto – Lo stato di calamità è il minimo che si possa chiedere. Ma poi bisognerà rimboccarsi le maniche e fare fronte comune per salvaguardare il patrimonio paesaggistico e storico di Venezia, in primo luogo per tutti noi, poi perché è la fonte principale di vita di questa che è la regione più turistica d’Italia”.

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