Visco: "Pil 2017 a +1,5%, no a scorciatoie sul debito pubblico"

Visco: "Pil 2017 a +1,5%, no a scorciatoie sul debito pubblico"

Considerazioni finali del governatore della Banca d'Italia: "no a riforme che facciano pagare il conto ai giovani". "Importante preservare la credibilità del Paese, evitare la fuga di risparmiatori e investitori, muoversi nel rispetto delle norme costituzionali e dei trattati".

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29 maggio 2018

Ridurre l'incidenza del debito "è un obiettivo irrinunciabile" e "non ci sono scorciatoie", sulle pensioni "sarebbe rischioso fare passi indietro", sì al reddito minimo solo facendo in modo da "evitare di scoraggiare la ricerca di un lavoro regolare" e prestando attenzione "alle conseguenze sui conti pubblici". Soprattutto, "il destino dell'Italia è quello dell'Europa" e di conseguenza "è importante che la voce dell'Italia sia autorevole nei contesti dove si deciderà il futuro dell'Unione Europea". Nelle Considerazioni finali del governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco non ci sono riferimenti espliciti al momento delicato che la politica italiana sta vivendo, ma tutta la relazione può essere letta come il contributo, se non la posizione ufficiale di via Nazionale, al dibattito in corso. Per il governatore "non sarebbe saggio ignorare le compatibilità finanziarie", e "non per rigidità a livello europeo o minacce speculative, ma perché le nostre azioni, i nostri programmi forniscono i segnali che orientano l'allocazione delle risorse a livello nazionale e globale". Non si tratta dunque dei diktat dei mercati internazionali, o di oscuri burocrati di Bruxelles: "Non sono le regole europee il nostro vincolo, è la logica economica". Visco traccia un'ipotesi di quello che accadrebbe se si cercassero strade "alternative" a  quelle accettate dalle norme e dalla prassi internazionale: "Gran parte del risparmio finanziario accumulato dagli italiani trova corrispondenza, diretta o indiretta, nei 2.300 miliardi del nostro debito pubblico. Se venisse messo a repentaglio il valore della loro ricchezza reagirebbero fuggendo, cercando altrove riparo". E non si tratta solo degli italiani: "gli investitori stranieri sarebbero più rapidi". E quindi, "la crisi finanziaria che ne conseguirebbe farebbe fare al nostro Paese molti passi indietro. Macchierebbe in modo indelebile la reputazione dell'Italia nel mondo". Per ridurre il debito, ribadisce Visco, replicando indirettamente alle ipotesi ventilate da Lega e Movimento Cinque Stelle di "cancellazione" di una  parte del dovuto, "non ci sono scorciatoie". E non perché Bruxelles ce lo vieti, ma intanto per "non compromettereil  futuro delle prossime generazioni: accrescere il debito vuole dire accollare loro quello che oggi non si vuole pagare". Proprio per questo, per non gravare sulle generazioni future, via Nazionale mette in guardia dalle tentazioni di "fare passi indietro" rispetto alle riforme pensionistiche. Infatti "nel lungo periodo il contenimento del disavanzo e del debito poggia in larga misura sulla capacità d ella finanza pubblica di fare fronteall'aumento della spesa sociale determinato dall'invecchiamento della  popolazione, in particolare nella previdenza e nella sanità. Le  riforme introdotte in passato rendono gestibile la dinamica della spesa pensionistica". Metter mano a  queste riforme, che "hanno posto l'Italia in una posizione favorevole nel confronto internazionale", sarebbe rischioso, e Visco suggerisce "estrema prudenza", per non alterare il delicato equilibrio ragginto. Nel capitolo della relazione dedicato alle banche VIsco ricorda i rischi sistemici, innanzitutto quelli legati ai prestiti deteriorati, ribadendo che la loro riduzione "deve proseguire con decisione", tenendo conto però dei rischi legati all'imposizione "di tempi troppo compressi per la riduzione". Il governatore ha ribadito la necessità di recupero della redditività (rispetto alla quale però ci sono stati significativi passi in avanti) e soprattutto la sfida importante "della correttezza sostanziale dei comportamenti nei confronti della clientela e del rispetto della legalità. In più casi un'insufficiente attenzione ai profili di trasparenza e una  difformità tra i prodotti collocati e le esigenze finanziarie dei sottoscrittori, gravi di per sé, hanno amplificato gli effetti della crisi. Preservare la fiducia dei clienti è un dovere degli intermediari". Il riferimento è naturalmente a tutti i casi di "risparmio tradito" legati alle banche in risoluzione o fallite o rifinanziate. L'economia italiana "è in recupero", sottolinea Visco, ricordando la crescita del Pil che è andata al di là delle previsioni, la crescita dei consumi, dell'occupazione, sia pure con gli squilibri che gravano soprattutto sui giovani. Però i miglioramenti dell'economia non devono indurre il Paese ad abbassare la guardia, intanto perché "la crescita dell'economia italiana è tuttora inferiore a quella media degli altri Paesi dell'area: lo scorso anno il divario è stato di un punto percentuale". La produttività rimane bassa, rimangono le inefficienze della pubblica amministrazione, "l'elevata tassazione dei fattori della produzione". Dunque, occorre riformare il sistema per renderlo più efficiente, e "non può essere la facilità di ottenere risultati nel breve periodo a dettare l'agenda", dice il governatore. "E' a tutti evidente la delicatezza e la straordinarietà  del momento che stiamo vivendo", conclude, chiedendo a chi governa il  Paese "lungimiranza" e ricordando che "non sarebbe saggio ignorare le compatibilità finanziarie". E che "le norme entro cui operiamo possono  essere discusse, criticate. Vanno migliorate". Ma "non possiamo prescindere dai vincoli costituzionali: la  tutela del risparmio, l'equilibrio dei conti, il rispetto dei trattati".

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