Consumi: a Parma primo semestre da dimenticare

Consumi: a Parma primo semestre da dimenticare

Secondo la consueta indagine dell'Ascom, la situazione è molto peggiorata rispetto al 2010: il 58 per cento degli esercenti denuncia vendite in calo, mentre restano stabili per il 27 per cento e sono in aumento per il 15 per cento.

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12 luglio 2011

Chiusa la prima metà dell'anno, è tempo di bilanci: Ascom Parma Confcommercio Imprese per l'Italia ha realizzato, attraverso il proprio Centro Studi, la periodica indagine su un campione significativo di aziende commerciali e turistiche di Parma e provincia, volta a rilevare l'andamento delle vendite del primo semestre 2011 rivolgendo uno sguardo anche ai saldi estivi appena iniziati.Ebbene, si conferma il clima economico negativo registrato anche dall'Istat a livello nazionale, di consumi fermi nel 2010 e in peggioramento nei primi mesi del 2011. I risultati evidenziano infatti una situazione fortemente peggiorativa rispetto al 2010 ed anzi riportano addirittura ai livelli di piena crisi di inizio 2009: oggi il 58% dichiara vendite in calo rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso (era il 59% nel primo semestre 2009 rispetto al primo semestre 2008), mentre le vendite sono stabili per il 27% e in aumento per il 15%. Particolari difficoltà si registrano nei settori Abbigliamento e Calzature, in cui oltre il 70% (percentuale in notevole crescita rispetto alle precedenti due edizioni: 60% nel 2009 e 30% nel 2010) degli intervistati ha dichiarato vendite in calo, con una diminuzione media del 17%. Analizzando le principali motivazioni cui le imprese intervistate attribuiscono i decrementi delle vendite, si evidenzia che il 59% delle stesse li imputa alla crisi in generale e al collegato minor potere d'acquisto dei consumatori, il 19% all'aumento della concorrenza e il 15% alle difficoltà di raggiungimento e accesso al punto vendita; dato quest'ultimo che raddoppia in città (quasi 30%) per le problematiche collegate all'introduzione dei "varchi elettronici"- È stata posta inoltre alle imprese una domanda sulla sensazione registrata nel primo weekend dei saldi, le cui risposte mettono in evidenza una forte percentuale di coloro che "non sanno o non rispondono" registrando però soltanto un forte numero di visitatori non corrispondente ad un'effettiva spesa e conseguente incremento vendite. Quanto alle prospettive, il 74% vede nel futuro segnali di stabilità, ovvero di una situazione ancora negativa, se non addirittura in peggioramento. "L'indagine - afferma Cristina Mazza, vicedirettore generale Ascom Parma - mette in evidenza un trend fortemente negativo per le imprese commerciali sul fronte delle vendite". Nel contempo, in città ci si sta indirizzando verso "un tale eccesso di offerta commerciale che non solo non porterà benefici ai consumatori, ma rischierà di indebolire l'intera rete distributiva esistente lasciando dietro di sé la chiusura di molte attività con conseguenti effetti negativi anche sul piano sociale".

 

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