Consumi ed economia, la terziarizzazione avanza

Consumi ed economia, la terziarizzazione avanza

Rapporto su consumi e spese obbligate dell'Ufficio Studi di Confcommercio: nel 2013 il 53% dei consumi ha riguardato l'acquisto di servizi, mentre negli ultimi venti anni il valore aggiunto dei servizi è passato dal 66,5% al 74%. Giù reddito disponibile pro capite e spesa delle famiglie, in aumento le spese obbligate.

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10 settembre 2014

Nel 2013 il 53% dei consumi ha riguardato l'acquisto di servizi rispetto al 47% dei beni. Non solo: tra il 1992 e il 2013 stesso l'intero aumento del totale dei consumi (il 12,3% appena) è dipeso interamente dai servizi stessi, con i beni fermi al palo, in un contesto economico complessivo nel quale il valore aggiunto dei servizi è passato dal 66,5% al 74%, mentre agricoltura e manifatturiero sono in costante calo e analoga dinamiche ha riguardano l'occupazione: insomma, la terziarizzazione dell'economia avanza inesorabilmente mentre la dematerializzazione dei consumi è ormai realtà. È quanto emerge dalla Nota di aggiornamento al Rapporto dei consumi illustrata dal responsabile dell'Ufficio Studi Confcommercio, Mariano Bella, nel corso di una conferenza stampa convocata a Roma nella sede confederale. Molte le cifre significative che emergono dallo studio, a partire dal calo del 13,1% in otto anni del reddito reale disponibile pro capite, oggi pari a 2.590 euro a testa, mentre nel 2013 la spesa delle famiglie ha registrato una flessione del 2,5% e del 7,6% in otto anni. Quanto ai consumi, le diminuzioni più sensibili hanno interessato i pasti in casa e fuori casa (-4,1%) - in particolare l'alimentazione domestica (-4,6%) - i viaggi e le vacanze (-3,8%) e la cura del sé e la salute (-3,5%), al cui interno si è registrata la netta flessione della spesa per abbigliamento e calzature (-6,3%). L'altro grande e preoccupante fenomeno che emerge dalla lettura delle pagine della Nota di aggiornamento è la crescita delle spese per consumi di beni e servizi obbligati, salita al 41% sul totale dei consumi (era al 32,3% nel 1992), mentre crolla l'acquisto di beni commercializzabili (dal 51,4% del 1992 al 39% del 2014) e aumenta progressivamente la parte dei consumi destinati ai servizi commercializzabili che nel 2014 raggiunge il 20% contro il 16,3% nel 1992. Tra gli obbligati, in poco più di 20 anni è cresciuta significativamente la spesa per l'abitazione, passata dal 17,1% al 23,9%, e per l'acquisto di carburanti e servizi per la gestione dei mezzi di trasporto. Tra i commercializzabili si conferma il progressivo ridimensionamento della spesa per alimentari e bevande, fenomeno che ha caratterizzato anche altri segmenti di consumo considerati "maturi" quali l'abbigliamento e le calzature, i mobili, e l'acquisto di autovetture. Tra il 1992 e il 2014, infine, i prezzi dei beni e dei servizi obbligati sono più che raddoppiati, a fronte di un aumento molto più contenuto dei beni e servizi commercializzabili. Mediamente e in ciascun anno tra il 1992 e il 2014 le dinamiche di prezzo degli obbligati sono state del 63% circa superiori a quelle osservate per l'area dei commercializzabili. 

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