Conte lancia il "piano di rinascita", "Stati generali" su tasse e infrastrutture

Conte lancia il "piano di rinascita", "Stati generali" su tasse e infrastrutture

Nella conferenza stampa a Palazzo Chigi il premier ha proposto alle opposizioni e a tutte le parti sociali un tavolo di confronto, già dalla prossima settimana. Colloquio con il presidente Sangalli su dl liquidità.

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4 giugno 2020

Un "nuovo inizio". Giuseppe Conte prova a ripartire da qui. Messa "alle spalle" la fase più acuta della crisi sanitaria, pur "non" essendo il virus "ancora scomparso", già morde la crisi economica e si affacciano le tensioni sociali. "Dobbiamo fare presto", premette il premier consapevole delle urgenze. Perciò offre alle opposizioni e a tutte le parti sociali un tavolo di confronto, già la prossima settimana, per elaborare un "piano di rinascita". E' la base di lavoro da presentare all'Europa per spendere, facendo "sistema", il "tesoretto" che arriverà dal Recovery Fund, nella speranza di ottenere risorse non esigue già quest'anno. "Superare i problemi strutturali e ridisegnare il Paese", è il 'titolo' impegnativo: dall'alta velocità (senza "pregiudizi" verso un'opera come il Ponte sullo Stretto) a tasse più basse e progressive ("pagheranno tutti ma pagheranno tutti meno", assicura), da burocrazia più snella e riforma dell'abuso di ufficio alla fiscalità di vantaggio per il Sud. La prossima settimana, forse da lunedì, a Villa Pamphili, Conte convocherà gli stati generali. Ma a breve dovrà decidere su Autostrade, verso cui usa parole assai dure. Il governo "a breve" potrebbe anche dover adottare nuove misure una tantum a sostegno di comparti, dal turismo all'artigianato, vicini al collasso. Con la consapevolezza che il suo operato sarà giudicato anche su come manterrà l'impegno del premier a riaprire la scuola a settembre in "aule rinnovate".

Il presidente del Consiglio coglie il messaggio inviato il 2 giugno a tutte le forze politiche dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. E spiega di voler cogliere "l'occasione storica" del Recovery Fund chiamando a raccolta tutti i "principali attori del sistema Italia" e "singole menti brillanti". La base di lavoro, spiega, è il rapporto della task force di Vittorio Colao che sarà consegnato "a giorni". Il governo, senza passare da rimpasti o allargamenti, offre all'opposizione di scrivere insieme "il progetto di Rinascita" e promette - assicura Conte - di non 'usare' i 172 miliardi che potrebbero arrivare dal Recovery Fund come un "tesoretto" per lucrare consenso.

È al tavolo delle riforme economiche che Conte immagina il patto per la ripartenza del Paese. Osserva il ritrovato "entusiasmo" per il ritorno alla socialità ma invita i cittadini a essere prudenti nel mantenere distanze e mascherine. Poi annuncia un "percorso di rilancio" con "nuove misure nel breve periodo", l'impegno a velocizzare i pagamenti e l'utilizzo dei 20 miliardi del programma europeo Sure, per il sostegno al lavoro, e dei finanziamenti Bei. Prudenza sul Mes che divide la maggioranza: "Quando avremo tutti i regolamenti li porterò in Parlamento e lì decideremo". Nelle prossime settimane dovrebbe intanto essere varato il decreto semplificazioni: "riformeremo il reato sull'abuso di ufficio e circoscriveremo la responsabilità erariale ma rafforzeremo i controlli antimafia".

Una prova a breve per la maggioranza sarà anche la decisione su Autostrade: finora, spiega Conte, non sono arrivate proposte adeguate da parte di Atlantia e se non ci saranno arriverà la "caducazione", ossia la revoca della concessione. Proprio sui trasporti il premier assume un impegno corposo: "c'è tanto da fare, la Roma-Pescara, l'alta velocità nel Sud Italia e in Sicilia. Non opere immaginifiche ma mi siederò a un tavolo e senza pregiudizi valuterò anche il Ponte sullo Stretto".

Subito dopo la conferenza stampa a Palazzo Chigi ha tenuto una videoconferenza con il presidente di Confcommercio, Carlo  Sangalli, per un aggiornamento sull'attuazione del di liquidità, ovvero sull'erogazione di fondi da parte delle banche. Un confronto  positivo, spiegano fonti vicine al premier, che ha consentito a Conte  di fare il punto sullo stato dall'arte, dopo i vari richiami del  premier diretti al sistema banche per oliare il meccanismo di  stanziamento delle risorse.

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