Conti pubblici: Moscovici, "dalla Ue richieste ragionevoli, l'Italia sia responsabile"

Conti pubblici: Moscovici, "dalla Ue richieste ragionevoli, l'Italia sia responsabile"

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2 marzo 2017

L'Italia non rispetta il patto di stabilità europeo ma ci sono buone chance che la procedura di infrazione possa essere evitata. A lanciare un segnale
distensivo nei confronti di Roma è il commissario agli Affari economici Pierre Moscovici, collegato in videoconferenza da Bruxelles con il Parlamento italiano, sottolineando che la richiesta di correzione dei conti avanzata da Bruxelles non è irrealistica ma "ragionevole e progressiva" e che l'Italia deve spingere sì sull'acceleratore della crescita ma mantenendo un comportamento "responsabile" sul bilancio. A pesare sui conti italiani, ha ribadito il commissario, resta il fardello del debito pubblico, anche se molto ancora c'è da fare anche sul fronte delle banche, oberate dalla mole di crediti in sofferenza. Progressi comunque ce ne sono stati, grazie alle riforme che certo hanno bisogno "di un certo tempo" per portare i loro frutti, la commissione ne è ben "consapevole". Per questo non c'è "fretta" per arrivare al giudizio, e il governo avrà tempo per mettere in campo la 'manovrina' dello 0,2% del Pil (circa 3,4 miliardi) fino a fine aprile. "Sulla base delle previsioni di primavera e delle misure che saranno adottate siamo nei tempi e nello spirito di un dialogo che potrebbe concludersi positivamente" ha assicurato il commissario, sottolineando che con Roma, e in particolare con il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, i contatti sono "costanti e sempre costruttivi" e che proprio la "fiducia" nelle istituzioni italiane e nel titolare di via XX settembre è uno dei fattori "decisivi". L'Italia, ha detto Moscovici "è la terza economia europea e tra i paesi fondatori e svolge un ruolo centrale nella zona euro". E l'Eurozona "non può prosperare e progredire senza un'Italia forte, con buone riforme e una economia pubblica sana". Se i Paesi con squilibri eccessivi sono chiamati a fare degli sforzi, dall'altro lato l'Europa deve rispondere con un "sussulto politico" alle tensioni degli ultimi mesi e a quelle "forze", a partire dalle politiche economiche di Mosca e della nuova amministrazione americana "che vorrebbero smantellarci". Se "così tanti vogliono dividerla - è il ragionamento del commissario - forse è perché l'Unione è forte e disturba. Serve un sussulto politico per lottare per una Ue più democratica e più efficace anche a livello economico". E per farlo potrebbe essere utile guardare a un progetto più "ambizioso" di integrazione politica ed economica, che potrebbe passare anche per la creazione del ministro delle Finanze unico della zona euro.

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