Convegno AIIM (Associazione degli Imprenditori Italiani del Principato di Monaco)

Convegno AIIM (Associazione degli Imprenditori Italiani del Principato di Monaco)

Montecarlo, 22 settembre 2006

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22 settembre 2006
Autorità, Signore, Signori,

Autorità, Signore, Signori,

anzitutto il mio ringraziamento più sincero all’Associazione degli Imprenditori Italiani del Principato di Monaco e a tutti Voi, convenuti a questo incontro, che, per me, assume un significato davvero particolare.

 

Particolare, infatti, è l’amicizia e la stima che da sempre nutro per Fernanda Casiraghi, energica ed illuminata guida dell’AIIM.

 

E particolare è, ne sono convinto, l’utilità di questo momento di confronto per ragionare insieme su possibili percorsi di collaborazione fra le nostre Organizzazioni, con l’obiettivo ultimo di contribuire al consolidamento delle relazioni economico-commerciali fra l’Italia e il Principato di Monaco.

 

Nel dire ciò, non guardo soltanto al passato, ad un rapporto fra i nostri Paesi che è sempre stato molto più che di “buon vicinato�, cementato dalla vicinanza geografica e da un’antica consuetudine di rapporti politici, economici, culturali.

 

Guardo soprattutto al presente e al futuro. Guardo allo slancio verso l’innovazione e lo sviluppo che va contrassegnando gli indirizzi di politica economica del Principe Alberto. Guardo alla felice circostanza del progressivo consolidamento dello status internazionale di Monaco. Guardo al ruolo sinergico che i nostri Paesi possono svolgere nel più ampio contesto dell’area euromediterranea.

 

E guardo a noi, al ruolo che le nostre Organizzazioni hanno nei rispettivi Paesi, trovando alcuni elementi di affinità sui quali ritengo si possa lavorare, per sviluppare progetti di reciproca collaborazione.

 

Un primo, evidente trait d’union fra le nostre Associazioni sta nella composizione della platea imprenditoriale rappresentata. Molti dei settori presenti in AIIM, infatti, coincidono con le aree-chiave della rappresentanza politico-sindacale di Confcommercio.

 

Lo avrete già notato scorrendo le immagini del nostro “video� istituzionale. Commercio, turismo, servizi privati e trasporti: è questa la “fotografia� dell’universo di 800 mila aziende che aderiscono a Confcommercio e che ne fanno la più grande rappresentanza d’impresa d’Italia, presente in ogni angolo dello “stivale�, con strutture regionali, provinciali e mandamentali e con oltre 150 Federazioni di categoria.

 

Ma qual è l’impegno di Confcommercio? Ecco un secondo elemento di affinità con AIIM, perché credo che la nostra “missione� sia speculare, almeno in parte, alla Vostra. Consolidare le possibilità di sviluppo e la competitività del sistema produttivo e perseguire una sempre più qualificata missione di rappresentanza dell’economia e delle imprese del terziario di mercato.

 

Per questo ritengo che il nostro incontro di oggi sia un buon inizio per l’avvio di un processo di reciproca collaborazione. L’aver attivato questo dialogo è già, per me, e spero anche per Voi, un traguardo importante. Perché, come diceva Einstein,  “il valore di un risultato sta nel processo che viene attivato e sviluppato per raggiungerlo�.

 

E che il processo di consolidamento della “partnership naturale� tra i nostri due Paesi abbia buone chance ce lo conferma un terzo elemento di affinità, questa volta “di scenario�. Perché tanto il sistema economico monegasco quanto quello italiano stanno registrando da tempo un profondo “cambiamento di pelle�, che va sotto un unico nome: terziarizzazione.

 

Un processo già pienamente in atto nelle economie mature, che, negli ultimi anni, hanno galoppato di più nello scenario della globalizzazione proprio in virtù della spinta propulsiva determinata dall’incremento della produttività dei servizi.

 

Così stanno le cose. E stanno così tanto nelle economie delle “superpotenze� a migliaia di chilometri da noi, come gli Stati Uniti, dove il processo è in fase avanzata ed il peso dei servizi si aggira intorno al 70%. Quanto in Italia, dove -dati Istat 2005 alla mano- il settore dei servizi (esclusa la Pubblica Amministrazione) esprime circa il 50% del valore aggiunto complessivo dell’economia. E ancor di più stanno così nel Principato, dove le fonti ufficiali monegasche segnalano che i servizi di mercato rappresentano circa l’80% del fatturato totale delle attività del settore privato, con il solo commercio che pesa per quasi il 40%.

 

Ritengo si tratti di dati molto significativi per avviare questa riflessione sulle “linee� di collaborazione che i nostri Paesi possono sviluppare. Ma, in particolare, i dati dell’economia monegasca assumono per me una valenza ancor più importante allorché penso che spesso, dietro queste cifre, ci siete Voi, imprenditori italiani, che, con il Vostro impegno quotidiano, movimentate circa un terzo dell’economia del Principato.

 

Lo stesso Principe Alberto ha più volte rilevato l’importanza della presenza italiana â€"6mila residenti e circa 6mila frontalieri- per la vita economica e sociale di Monaco. Una presenza forte in ogni settore dell’economia e nella Vostra stessa Associazione: dal finanziario al trading, dallo shipping all’agro-alimentare  e, da ultimo, soprattutto, nel turismo.

 

E proprio a questi settori, credo, possiamo rivolgere il nostro impegno congiunto, sollecitando “alleanze� a livello istituzionale e sensibilizzando le nostre aziende  verso la creazione di sistemi a rete organizzati ed integrati a livello territoriale, competitivi rispetto al più ampio contesto internazionale.

 

Guardiamo, ad esempio, alle potenzialità del settore turistico, partendo da quello  congressuale di qualità. Il Principato gode di una visibilità internazionale fortissima e di una altrettanto notevole dotazione tecnico-infrastrutturale dedicata. Ecco, allora, che si potrebbe ragionare in termini di integrazione progettuale, per mettere a sistema le ricchezze strutturali, naturali e culturali dei nostri Paesi.

 

E ancora, puntando al turismo nautico, si potrebbe organizzare un insieme di servizi da erogare in modo coordinato ed integrato.

 

E si potrebbe anche ipotizzare una specifica valorizzazione di circuiti eno-gastronomici di eccellenza, con il coinvolgimento diretto del mondo delle imprese anche nell’ambito di specifiche iniziative promozionali, quali fiere, mostre, convegni.

 

Insomma, un ampio ventaglio di opportunità progettuali su cui lavorare, anche in vista della progressiva, piena affermazione della prospettiva euromediterranea.

In tal senso, sarebbe decisivo risolvere alcuni nodi sul fronte dei trasporti, della logistica e delle infrastrutture, così da favorire la migliore interconnessione fra i nostri sistemi economici. Due le sfide più importanti da affrontare: agevole attraversamento della barriera alpina e dei confini nazionali; valorizzazione della filiera marittimo-portuale.

 

Questioni cruciali e particolarmente “care� alla nostra Organizzazione, che in Italia rappresenta una folta platea di imprese di commercio con l’estero, di operatori del trasporto stradale e della logistica, nonché buona parte delle imprese della filiera marittimo-portuale, fra cui armatori di linea, agenti e raccomandatari marittimi e spedizionieri doganali.

 

Come vedete, fra le nostre Organizzazioni e fra i nostri Paesi esiste sicuramente uno spazio naturale di collaborazione. Tanto più auspicabile in una fase come l’attuale, in cui, finalmente, in Italia, si comincia a parlare di ripresa, con un andamento del Pil che, secondo le previsioni del nostro Governo e della stessa Confcommercio, potrebbe crescere dell’1,6% già nel corso di quest’anno.

 

Io confido fortemente che si tratti di una vera e duratura ripresa. Ma ritengo che così non sarà, se noi italiani non riusciremo a pronunciare simultaneamente due “parole d’ordine�: rigore e sviluppo.

 

Se non riusciremo, cioè, a conciliare l’esigenza di risanare le casse dello Stato con quella, altrettanto imprescindibile, di porre mano seriamente al processo di modernizzazione del nostro sistema economico.

 

Se tutto questo potrà essere, lo sapremo presto. Lo sapremo appena il Governo avrà definito l’impianto della Legge Finanziaria 2007.

 

Allo stato attuale, infatti, sono ancora molti, troppi, gli elementi di certezza che mancano per avere un quadro completo di questa manovra finanziaria. Posto che sarà di 30 miliardi di euro, resta ancora da capire quanta parte del fabbisogno sarà coperta attraverso riduzioni di spesa e quanta attraverso maggiori entrate e come, queste ultime, verranno realizzate.

 

Al riguardo, la nostra posizione è netta e l’abbiamo formulata al Governo in più occasioni, nel corso degli incontri a ritmo serrato che stiamo avendo con i Ministri competenti. Da ultimo tre giorni fa, in occasione di una riunione del nostro Consiglio, cui ha partecipato il Vice Ministro dell’Economia e delle finanze, Vincenzo Visco.

 

Certamente siamo d’accordo sul controllo e sulla riduzione della spesa pubblica: l’ho già detto, questa è un’esigenza ineludibile. Ma, dal parte del Governo, ci attendiamo una Finanziaria che confermi l’impegno alla riduzione della pressione fiscale complessiva e che dimostri di voler porre mano ai tanti nodi della “competitività difficile�, ad esempio, in materia di infrastrutture, di energia, di innovazione.

 

Più in generale, ci attendiamo una politica per i servizi come grande opportunità di crescita e di sviluppo per l’intero Paese.

 

Sono queste, ritengo, alcune delle leve che è necessario attivare fin da subito, se vogliamo far crescere la nostra economia. Perché è questo il problema di fondo che ci accomuna, a Monaco come in Italia: crescere di più e più velocemente.

 

Anche cogliendo le opportunità che la partnership fra i nostri Paesi può offrire.

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