Convegno "Ambiente ed Energia: scelte strategiche e fattori di sviluppo"

Convegno "Ambiente ed Energia: scelte strategiche e fattori di sviluppo"

Roma, 6 maggio 2009

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8 maggio 2009
QUANTO HAI GUADAGNATO

Coniugare, nell’attuale contesto di crisi, ambiente ed energia, da un lato, e competitività e sviluppo, dall’altro, parrebbe una scommessa.

 

Infatti, per il nostro sistema imprenditoriale, l’adeguamento alle disposizioni normative in campo ambientale richiede molto spesso una quota aggiuntiva di risorse, sia umane che finanziarie, non facilmente reperibili, e allo stato attuale ancora più difficili da reperire, specialmente per le imprese di più piccole dimensioni.

E’ questa una difficoltà “oggettiva” del nostro sistema imprenditoriale  che non si può ignorare.

 

In Italia, dove le Pmi rappresentano il 70% del Pil e l'80% dell'occupazione, il concetto di sviluppo sostenibile e i costi che ne derivano è, rispetto ad altri paesi, un’equazione più complicata.

 

Le nostre imprese, infatti, devono, da un lato, realizzare prodotti che siano sempre più concorrenziali e, per farlo, disporre di tecnologie avanzate  che comportano dei costi, e, dall’altro, caricarsi degli oneri derivanti dalle tante, troppe “diseconomie” di un sistema che continua a vivere di schemi, di strutture e di leggi ancora poco orientate verso una politica di sviluppo del mercato.

 

L’eccesso di produzione normativa in materia ambientale, la farraginosità e complessità delle norme hanno rallentato e a volte paralizzato la concreta e corretta applicazione delle disposizioni.

 

Oggi in Italia non c’è solo un “inquinamento da rifiuti”, ma anche un “inquinamento da leggi” che, sovrapponendosi le une alle altre, spesso in contraddizione tra loro, intasano il sistema e generano un clima di confusione e di incertezza tra gli imprenditori.

E’, quindi, necessario giungere ad un nuovo approccio della politica energetico-ambientale che salvaguardi le regole di mercato e non crei distorsioni alla concorrenza.

In questo senso, ambiente ed energia sono due facce della stessa medaglia. Equilibrare l'apporto delle diverse fonti di energia per rispondere alle questioni dell’approvvigionamento, della sicurezza e dei costi, promuovere l'efficienza energetica e l'innovazione tecnologica per affrontare i cambiamenti climatici, trovare soluzioni definitive allo smaltimento dei rifiuti, sono insomma tutte sfide possibili. Ma la “condicio sine qua non” è un maggior investimento in ricerca, perché solo tramite l’innovazione si può arrivare a produrre a emissioni zero.

 

E’, pertanto, inconcepibile che, da un lato, le imprese, com’è giusto che sia, adeguino i loro comportamenti  in campo energetico-ambientale e, dall’altro, lo Stato mantenga leggi e procedure che non aiutano certo una nuova e più moderna cultura di sviluppo del territorio. Fino a quando, infatti, i vincoli comunitari sull’ambiente e sull’energia verranno utilizzati dalle amministrazioni a livello locale e nazionale solo per fare cassa e creare nuovi oneri per cittadini ed imprese, non ci sarà né modernizzazione degli impianti, né sviluppo del territorio.

Noi crediamo che si debba affrontare con decisione la “questione energetico-ambientale”, perché  solo così il nostro Paese potrà superare quelle carenze strutturali che si traducono inevitabilmente in un sistema di prezzi e tariffe oggi tra i più alti in Europa e che minano alla radice la competitività del nostro sistema imprenditoriale.

Cito a questo proposito alcuni dati: nel passaggio dalla T.A.R.S.U (Tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani) al sistema tariffario i costi medi per le imprese sono cresciuti del 187%, con punte del 500%. Non è, poi, una novità che le piccole e medie imprese italiane paghino l’elettricità circa il 40% in più rispetto alla media europea, arrivando a spendere più del doppio di quanto pagano le imprese in Francia.

Come riuscire allora a migliorare il quadro normativo senza produrre impatti traumatici sul sistema economico?

Un buon punto di partenza è quello di avviare un’attività di ricognizione di tutte le disposizioni legislative oggi vigenti in materia per metterne in luce gli elementi positivi, che vanno mantenuti, e individuare quelli che, poco chiari o, addirittura, contraddittori, vanno eliminati.

Perché, poi, non utilizzare in modo adeguato lo strumento degli accordi di programma? Ad esempio, e qui lancio una proposta, perchè non mettersi attorno ad un tavolo e provare a condividere, insieme al Ministero dell’Ambiente, un piano per la semplificazione delle modalità con cui la distribuzione commerciale deve gestire i rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee)? In questo modo i distributori potrebbero essere pronti in pochi giorni a offrire un servizio di ritiro delle vecchie apparecchiature elettriche, evitando il rischio di incorrere in sanzioni amministrative o penali per via della scarsa chiarezza delle normativa vigente. 

 

E’ con questo spirito propositivo che Confcommercio ha predisposto i due Manifesti, uno in materia di ambiente e l’altro di energia, che presentiamo oggi e che contengono gli indirizzi di intervento per la revisione della normativa, individuando le priorità per giungere ad una nuova politica che renda compatibili le esigenze della produzione, del commercio, del consumo, dell’innovazione e della ricerca con la tutela e la salvaguardia dei nostri territori.

 

Il Manifesto Ambiente mette in luce l’esigenza di attuare una serie di iniziative “strutturali” e di sistema, nonché azioni ad hoc per incidere sulle capacità delle imprese di rispondere, da un lato, alle sempre più stringenti aspettative delle normative europee e nazionali in materia e, dall’altro, alle esigenze di innovazione e sviluppo del sistema economico per rimanere competitivo sul mercato. 

 

Il Manifesto Energia vuole contribuire alla realizzazione di una “Strategia Energetica Nazionale” non solo di breve, ma anche di lungo respiro, indicando come priorità la riduzione della domanda di energia tramite il risparmio energetico, la crescita dell’utilizzo di fonti rinnovabili, la promozione della produzione autonoma di energia.

 

Più investimenti in tecnologia ecocompatibile e più ricerca rappresentano, dunque, una risposta concreta per coniugare ambiente e sviluppo economico.

Costruiamo, quindi, insieme una nuova governance, coltiviamo il dialogo e il confronto fra le Istituzioni e le categorie economiche in modo che energia e ambiente, da fattori addizionali di costo, diventino occasioni di crescita per le imprese. 

 

Grazie.

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