Convegno Fondo Est

Convegno Fondo Est

Roma, 16 novembre 2010

DateFormat

4 marzo 2011

Ci stiamo confrontando – su scala globale – con un processo di ritorno alla crescita ancora lento, incerto, fragile, e soprattutto con una crescita che stenta a riassorbire disoccupazione ed a costruire nuova occupazione.

E nel caso del nostro Paese, gravano, sul processo di uscita dalla recessione, tutti i problemi, noti e di lungo corso, che siamo soliti richiamare sotto i titoli sintetici della crescita lenta, della produttività stagnante, della competitività difficile.

Si ripropongono, così, gli ormai tradizionali differenziali tra la crescita  prevedibile per il nostro Paese e la media della crescita dell’eurozona.

Emerge, quindi, chiaramente – a nostro avviso – che il di più di produttività e di crescita, di occupazione e di sviluppo, di coesione sociale e territoriale di cui il nostro Paese ha urgenza deve oggi fondarsi su una profonda condivisione di obiettivi e di impegni tanto delle parti sociali, quanto delle politiche pubbliche.

Obiettivi ed impegni necessariamente ambiziosi, perché con tassi di crescita intorno all’1% è oggettivamente difficile perseguire tanto il riassorbimento della disoccupazione e la costruzione di nuova occupazione, quanto accelerare e rendere sostenibile il risanamento strutturale della finanza pubblica.

Insomma spetta alle parti sociali condividere una piattaforma di regole compiutamente collaborative, che, sul versante delle relazioni sindacali e dell’architettura contrattuale, sospingano processi concreti di rafforzamento della produttività nei luoghi di lavoro e consentano, particolarmente al secondo livello, di innescare una dinamica virtuosa tra maggiore produttività e miglioramento della dinamica salariale.

E il Governo è chiamato a un’agenda di lavoro economico e sociale concretissima e fondata sul riconoscimento del fatto che la stabilità finanziaria è assolutamente necessaria, ma da sola non è sufficiente.

Si tratta, allora, di rendere strettissimo il circuito tra stabilità finanziaria e spinta alla crescita, facendo avanzare tutto il cantiere delle riforme utili al rafforzamento della competitività complessiva del sistema-Paese.

Impegni concreti delle parti sociali ed impegni convergenti delle politiche pubbliche: secondo quella filosofia del tenere insieme, del connettere che è iscritta nel codice genetico di Rete Imprese Italia.

Tenere insieme e connettere imprese e lavoro, economia reale e territori, territori e Paese nel suo complesso.

Le parti sociali si sono, dunque, messe all’opera: per segnalare impegni e per formulare richieste concrete e convergenti.

Se si guarda agli interessi generali del Paese e ad un futuro dell’Italia giustamente più ambizioso, lavorare insieme, collaborare, cooperare è tanto necessario, quanto possibile.

E in materia di lavoro  - caro Ministro, caro Maurizio - condividiamo anzitutto l’esigenza di contrastare la precarietà e di agire per il rafforzamento del tasso di occupazione, a partire da quello dei giovani e delle donne, soprattutto nel Mezzogiorno.

Per far questo, occorre certamente completare il circuito della flexicurity attraverso un sistema di ammortizzatori sociali pienamente inclusivo e fortemente orientato al reinserimento occupazionale, anche attraverso efficienti processi di formazione continua.

Ma non va dimenticato il concorso recato da una flessibilità regolata e contrattata -  anche attraverso il contrasto della precarietà del lavoro nero e della disoccupazione - alla costruzione di una società più attiva, in cui la sicurezza sociale sia anzitutto fondata sul lavoro, su più lavoro.

Perchè sappiamo quanto sia importante e fondamentale soprattutto in tempi difficili mantenere stretta la relazione tra l’attività d’impresa ed i lavoratori,

per essere pronti, in poche parole, a ripartire quando finirà la crisi.

E’ la filosofia di una società attiva, che, tanto alle imprese quanto ai lavoratori, chiede ed offre responsabilità e tutele moderne legate alla propria attività, capaci di colmare le lacune di un sistema pubblico oramai oberato e con risorse sempre più contingentate.

Ed è in questo solco che si inserisce l’esperienza della bilateralità che è oggi una realtà matura per il Terziario e per il Turismo, così come per altri settori economici.

Bilateralità intesa come momento di confronto e di concertazione tra le parti nella gestione delle problematiche collegate al mondo del lavoro. Infatti, agli Enti Bilaterali sono attribuite, prima dai contratti collettivi, ed ora anche, esplicitamente, dal legislatore, competenze in materia di politiche attive del lavoro, di formazione e qualificazione professionale, di tutela della salute e della sicurezza nel luogo di lavoro, di previdenza complementare e, in prospettiva, di sostegno al reddito.

Ricordo, in particolare, che il processo negoziale degli anni  ‘90 e 2000 ha portato, tra le altre cose, al riconoscimento di un ruolo forte di prospettiva alle strutture paritetiche costituite dalle parti sociali sul versante delle iniziative formative e dell’evoluzione degli strumenti di welfare, attraverso l’attivazione di strumenti di composizione bilaterale, ad esempio, diretti anche all’assistenza sanitaria, come Fondo Est.

Un fondo integrativo che oggi può già contare su oltre un milione di iscritti e che è destinato a crescere sia per numero di lavoratori aderenti che per servizi offerti.

Un fondo che rappresenta uno strumento prezioso a tutela dei dipendenti del terziario e del turismo per la copertura di un ampio ventaglio di prestazioni in ambito sanitario e a cui non mancano, come sentirete dalle parole del Presidente Buongiardino, passione, entusiasmo, impegno e - aggiungo io - capacità.

Grazie.

Banner grande colonna destra interna

Aggregatore Risorse

ScriptAnalytics

Cerca