Convegno "Gold Age"

Convegno "Gold Age"

Fiuggi, 19 ottobre 2006

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19 ottobre 2006
Non esiste una età anagrafica per passare dalla vita attiva al pensionamento; nel lavoro autonomo, poi, il principio della res

Non esiste una età anagrafica per passare dalla vita attiva al pensionamento; nel lavoro autonomo, poi, il principio della responsabilità è il perno di tutta la vita.

 

Il negozio non rappresenta, come per i dipendenti l’ufficio, cioè un luogo fisico in cui dare un contributo, per un tempo determinato,  alla società.

 

L’imprenditore che lascia l’attività quasi mai se ne distacca veramente; non solo perché spesso quelli che proseguono sono i figli ma soprattutto perché quello che vuole trasmettere loro  è - oltre ad un concetto di  responsabilità individuale verso ciò che si è costruito - anche il rispetto per il contesto, sociale, territoriale ed umano, in cui l’azienda è inserita.

 

Il negozio per un commerciante è parte di sé; il lavoro, lo sapete bene, non finisce quando si abbassa la saracinesca  ed è questo il motivo per cui, in linea di massima, la vita lavorativa degli autonomi è molto più lunga di quella dei lavoratori dipendenti.

 

Questo aspetto però, quando si è trattato di prevedere un innalzamento dei contributi previdenziali dei lavoratori autonomi non è stato adeguatamente considerato. 

 

Perché si è caduti nella semplicistica equazione che quello che vale per i dipendenti, su diversi fronti, deve valere anche per chi ha un impresa.

 

Ma non è così, e in particolare non è così se si va a guardare la situazione della gestione Commercianti dell’Inps e la si confronta con le altre. Le casse sono in attivo, e non di poco, con un solido attivo patrimoniale superiore ai sette miliardi di euro e un andamento positivo del rapporto fra attivi e pensionati  dovuto, come sottolineavo, proprio all’allungamento della vita lavorativa degli imprenditori del terziario.

 

E allora perché si è sentita l’esigenza di questo innalzamento, che appesantisce ulteriormente la già difficile gestione d’impresa in un periodo, un lungo periodo, di crisi dei consumi?

 

Perché bisognava reperire delle risorse, certo, per affrontare gli impegni previsti dalla Finanziaria.

 

Ma allora, devo tornare a dirlo, il Governo non può utilizzare le nostre categorie come un bancomat, dal quale attingere per far fronte alle necessità di cassa.

 

Necessità che nessuno vuole negare â€" siamo stati noi i primi a sostenere che per far crescere l’Italia è necessaria una legge finanziaria che sappia coniugare rigore e sviluppo â€" ma per le quali bisogna trovare risposte mirate, e coerenti.

 

Confcommercio ha più volte ribadito che la strada da seguire deve essere quella dei tagli di spesa, ma lo ripeto per l’ennesima volta, delle spese improduttive, degli sprechi, che possono e devono essere individuati con un attento lavoro di cesello, nelle amministrazioni centrali e periferiche.

 

Senza però perdere di vista un obiettivo, quello della crescita, che passa attraverso un  miglioramento del contesto sociale ed economico di famiglie e imprese.

 

Buona parte delle imprese rappresentate da Confcommercio sono piccole e medie ed hanno uno o due coadiutori familiari; non si può quindi parlare delle nostre imprese senza parlare delle loro famiglie.

 

Le proposte politiche a sostegno degli anziani e la famiglia presentate oggi, da quelle sull’autosufficienza alle politiche fiscali, dalla prevenzione all’assistenza costituiscono un “mix� di interventi concreti.

 

E questi interventi devono essere realizzati mettendo in campo tutte le risorse possibili, che non significa necessariamente, o non solo,  prevedere maggiori spese,  ma anche e soprattutto sfruttare al meglio e rendere più efficienti le strutture già esistenti, valorizzare il ruolo dell’associazionismo, introdurre forme compensative come sgravi fiscali, detrazioni o deduzioni a fronte di spese vive (spese farmaceutiche, trasporti, etc.) o costi indiretti derivanti dal tempo dedicato alle attività di cura e assistenza e sottratto ad all’attività di impresa o ad altre forme di sostegno, comunque monetizzabili, all’interno della famiglia e della società.

 

Perché come è stato illustrato oggi, esiste una famiglia sostanziale, allargata, a geometria variabile, che costituisce la “vera rete di salvataggio�  della persona anziana.

 

E allora quando si parla di un Italia che invecchia, cominciamo a considerare l’altra faccia della medaglia, quella di poter disporre di un  enorme serbatoio di forza  e di tempo.

 

La forza di chi può e vuole dare il proprio contributo alla società, ma che chiede gli venga riconosciuto l’impegno e il ruolo che in questa società ha svolto e continua, in gran parte dei casi,  a svolgere.

 

Non consideriamo questo serbatoio un pozzo senza fondo, dal quale attingere a piacimento, ma una sorgente, intorno alla quale c’è un terreno da mantenere, da accudire, affinché la sorgente non si esaurisca.

 

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