Convegno inaugurale Smau

Convegno inaugurale Smau

Milano, 21 ottobre 2009

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23 ottobre 2009
Macro Carrier

 

Cari amici, signore e signori

è con grande piacere che partecipo al Convegno inaugurale di Smau 2009.

Un settore, quello delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, che è di particolare interesse e rilievo per l’economia nazionale.

La capacità di crescere e di innovare non va, infatti, solo a beneficio di coloro che operano in questo comparto o degli utilizzatori di queste attività, ma ha ricadute positive su tutto il sistema economico e sull’intera collettività.

Il servizio di ICT offre a chi ne usufruisce la possibilità, pertanto, di pensare più in grande, di far crescere più velocemente la propria impresa, in una sola parola di guardare al futuro.

Per riuscire a competere sul mercato le imprese devono, infatti, essere in grado di utilizzare al meglio tutti i mezzi a disposizione e, quindi, anche e soprattutto quelli offerti dall’utilizzo delle nuove tecnologie.

Perché l’ICT rappresenta la piattaforma di accesso all’economia  globale e l’impresa non può, dunque, prescindere da questo prezioso strumento.

Peraltro, anche i consumatori si stanno “impadronendo” di queste  tecnologie e chiedono rapporti sempre più personalizzati alle imprese che devono, perciò, gestire relazioni più strette con la clientela e renderle durature nel tempo.

Tramite l’ICT le imprese possono capire meglio i contesti di riferimento, coglierne le opportunità, stringere alleanze strategiche, entrare in nuovi mercati, migliorare l’organizzazione dei processi interni e il marketing.

Tuttavia, in questo campo dobbiamo recuperare un ritardo accumulato rispetto ad altri Paesi anche a causa di un sistema che soffre di problemi strutturali e infrastrutturali.

Il World Economic Forum ci relega al 45° posto per la capacita di utilizzare in modo efficace le dotazioni informatiche e a posizioni di coda per l’insufficiente  attenzione dedicata all’Information Technology, ma anche per vincoli normativi alla libera concorrenza. 

Pesi, dunque, notevoli che rischiano di rallentare ulteriormente le possibilità di ripresa e di crescita del Paese.

E’, poi, chiara la relazione che intercorre tra la crescita dell’ICT e l’incremento del Pil. Non è, perciò, un caso che nel nostro Paese la contrazione stimata nel 2009 della spesa in IT, pari al -4,5%, sia sostanzialmente in linea con quella da noi prevista per il Pil, pari al - 4,8%.

La crisi, che ha colpito duramente e da vicino soprattutto i nostri settori e ha messo in ginocchio molte Pmi, non ha, infatti, risparmiato il mercato dell’Information Technology.

Certo, il picco più acuto della crisi sembra superato, ma l’onda lunga farà sentire ancora i suoi effetti.

Centrali diventano, quindi, i tempi e la consistenza della ripresa, così come le misure da mettere in campo per sostenerla. In questo senso una spinta più veloce alla ripartenza dell’economia può venire dall’innovazione. E’ innovando che si può, infatti, introdurre linfa vitale nel nostro sistema economico - e sappiamo tutti quanto ce ne sia bisogno.

Innovazione, però, indirizzata soprattutto al mondo dei servizi.  Perché oggi i servizi valgono più del 71% del Pil e generano oltre la metà dei consumi complessivi.

E quando parlo di innovazione mi riferisco certamente a quella tecnologica senza però tralasciare anche quella legata alle conoscenze, ai saperi, alla creatività, in sintesi al capitale umano.

La nostra storia recente, però, ci parla di sostegni pubblici all’innovazione indirizzati soprattutto all’industria per via di una visione “miope”, legata ad un mondo della manifattura, ormai anacronistico, che stenta a focalizzare il passaggio alla società dei servizi. 

Pensiamo, quindi, che identificare l’innovazione con un settore, quello manifatturiero, sia sbagliato e finanche controproducente per la stessa manifattura. Crediamo, allora, che sia giunto il momento di mettere in campo un progetto  anche per i servizi come strumento per cogliere tutte le opportunità di innovazione, di produttività e di crescita che l’economia dei servizi può esprimere.

Ma l’Italia ha anche una lunga e consolidata tradizione nell’offerta di prodotti e servizi improntati al design, alla personalizzazione e alle specificità territoriali. E’ una via tutta italiana che rafforza il valore del Made in Italy, come sinonimo di qualità, ricercatezza, stile, che ci ha resi famosi nel mondo, e punta sull’estetica e su un’elevata personalizzazione del servizio. Ed è una via fondamentale per proseguire sulla strada della qualità e per ritrovare competitività.

Allo stesso tempo è, però, necessario proseguire anche nella direzione dell’innovazione della Pubblica Amministrazione perché questo significa semplificare la vita dei cittadini e delle imprese, accrescerne la produttività, ridurre i costi della  burocrazia che alle imprese italiane costa almeno 1 punto di Pil. In questo senso, la qualità della cooperazione fra funzione pubblica ed iniziativa dei privati è fondamentale.

Ecco perché con il Ministro Brunetta, abbiamo siglato di recente un protocollo d’intesa per valorizzare il ruolo delle imprese dei servizi sul modello delle “reti amiche”, integrando le reti private con i servizi della pubblica amministrazione, e abbiamo condiviso, proprio quest’anno, l’istituzione, nell’ambito della prima edizione del Premio Nazionale per l’Innovazione, del Premio per i Servizi, di cui Confcommercio ha curato l’organizzazione.

L’innovazione tecnologica ed organizzativa della Pubblica Amministrazione spinge, quindi, verso l’innovazione dell’intero Paese, data la complessità e la ricchezza delle relazioni della funzione pubblica con i cittadini e le imprese. 

E operare per garantire a tutti l’accesso e la partecipazione alla Società dell’informazione significa  accelerare e amplificare le opportunità di crescita e di sviluppo del Paese.

 

Grazie.

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