Convegno: Istituzioni insieme contro la contraffazione

Convegno: Istituzioni insieme contro la contraffazione

L'esperienza pilota di PadovaPadova, 10 giugno 2011

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12 luglio 2011
Macro Carrier

Cari amici,

è con grande piacere e interesse che intervengo a questo importante incontro, e ringrazio  il Presidente Zilio, a cui esprimo tutto il mio apprezzamento e la stima per il forte senso di appartenenza al nostro sistema, per l’invito e per l’organizzazione di questa giornata.

Sulla base degli autorevoli interventi dei relatori che mi hanno preceduto, vorrei dunque provare a trarre alcune conclusioni su un fenomeno, quello della contraffazione, che desta molta preoccupazione perchè rappresenta un danno per  l’economia legale e sana, nuoce alla competitività delle imprese, rappresenta un rischio per la salute dei cittadini, alimenta la malavita e arricchisce la criminalità organizzata.

La contraffazione genera, dunque, un mercato illegale, pericoloso e parallelo al di fuori delle regole proprie di uno Stato di diritto che produce: abusivismo, lavoro nero, evasione fiscale, economia sommersa,  illegalità diffusa.

Un fenomeno che, come si è detto, nel nostro Paese muove un notevole giro d’affari stimato in oltre 7 miliardi di euro, e che, peraltro, è spesso sottovalutato nella sua pericolosità e negatività sociale e nelle sue implicazioni di carattere sanzionatorio da parte di chi  compra articoli contraffatti. Infatti, oltre il 30% degli italiani, come risulta da una nostra indagine, acquista con cognizione di causa questo genere di prodotti, anche se forse senza avere la piena consapevolezza di commettere un reato.

Una consapevolezza sulla gravità e la dannosità della contraffazione che, invece, certamente non sfugge alle imprese.

A questo proposito il nostro Ufficio studi ha stimato per i settori commercio e pubblici esercizi una perdita in termini di valore aggiunto del 4,2%, pari a 8,7 miliardi di euro, a causa di tutti i fenomeni criminali, dai furti all’usura, dalla contraffazione all’abusivismo. Una perdita percentuale che, tra l’altro, per la sola area del Mezzogiorno, sale al 7,8%, pari a 3,5 miliardi di euro e con un costo medio per impresa di quasi 5mila e 400 euro.

Ecco allora la necessità di intervenire con mezzi efficaci e in modo sempre più fermo e determinato per interrompere l’alimentazione di questo mercato “taroccato” e porre un deciso freno alla piaga della contraffazione.  Anche perché in tempi difficili, con una crescita ancora incerta e lenta, con un livello debole di consumi, con una pressione fiscale troppo elevata, con difficoltà di accesso al credito, con problemi strutturali da affrontare e risolvere, il costo dell’illegalità per le piccole e medie imprese del nostro Paese rappresenta un peso davvero insostenibile.

Imprese che, come emerge da una nostra inchiesta, ritengono che maggiori controlli da parte delle Forze dell’ordine e delle Autorità nazionali, sanzioni amministrative più facilmente applicabili, un maggiore presidio del territorio costituiscano le misure più efficaci contro la contraffazione.

In questo senso Confcommercio sta da anni promuovendo iniziative che richiamino l’attenzione delle istituzioni e della collettività su questo flagello, evidenziando anche i limiti di una legislazione che è stata a lungo frammentaria, poco chiara e di difficile applicazione.

La via da noi auspicata va, pertanto, nella direzione di un inasprimento e semplificazione delle sanzioni e di un rafforzamento degli strumenti di repressione delle attività illecite.

Molte delle nostre richieste sono state accolte, ma ancora molto resta da fare.

Certamente la “moral suasion” è un aspetto fondamentale per abbattere alla radice la cultura della deresponsabilizzazione e rendere tutti consapevoli che gli effetti dannosi provocati dall’acquisto di merci contraffatte non si limitano al momento dell’acquisto stesso, ma si estendono e ricadono su tutto il tessuto economico.

Un convincimento di base che ha, dunque, bisogno di essere alimentato e rafforzato costantemente perchè la cultura della legalità e l’affermazione dello stato di diritto non sembrano ancora del tutto radicati nei nostri territori.

Da qui l’importanza di una serie di strumenti utili e imprescindibili, come le campagne di informazione e sensibilizzazione; i seminari di formazione; gli accordi di collaborazione tra Istituzioni, Associazioni, Enti e Forze dell’ordine; le iniziative a tutela dei marchi e del made in Italy.

In questo ambito noi non ci stiamo risparmiando, nè abbiamo intenzione di farlo. Perché crediamo che ognuno, nel rispetto dei ruoli e delle competenze, debba fare la propria parte.

Ed è con questo spirito costruttivo e di fiducia che partecipiamo ai lavori della Commissione Consultiva Permanente presso il Consiglio Nazionale Anticontraffazione, così come ai tavoli del Ministero per lo Sviluppo economico e ai lavori della Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della contraffazione e della pirateria. Ricordo, inoltre, la proficua collaborazione con l’Agenzia delle Dogane in virtù di un accordo pienamente operativo che ha già prodotto attività congiunte di formazione e informazione per gli operatori, e il nostro coinvolgimento, sempre grazie all’Agenzia delle Dogane, nel Progetto Falsobook, un portale attraverso il quale le Associazioni di categoria e dei consumatori potranno rendere disponibili ai cittadini informazioni utili ai fini della sicurezza dei prodotti e della lotta alla contraffazione.

Così come riconosciamo l’impegno e la determinazione che quotidianamente le Forze dell’ordine, come qui a Padova dimostrano i dati e le indagini della Guardia di Finanza, mettono sul campo per contrastare il commercio del falso.

Diverse sono, infatti, le iniziative a livello territoriale che le Confcommercio locali e le associazioni aderenti al nostro sistema conducono insieme alla Guardia di Finanza. Qui a Padova - lo affermo con convinzione - questa collaborazione è molto sentita e proficua.

Perché al di là degli interventi da intraprendere a livello nazionale, un ruolo fondamentale spetta all’attività di controllo svolta sul territorio dalle Forze dell’ordine. Un’attività che ha bisogno di essere intensificata e organizzata in maniera sempre più efficiente e capillare, soprattutto a livello periferico, sia per presidiare i luoghi tipicamente caratterizzati dalla vendita abusiva su area pubblica – che, ricordo, penalizza pesantemente gli ambulanti regolarmente autorizzati, che diligentemente richiedono i permessi e rispettano le rotazioni, gli spazi assegnati, le normative e i regolamenti -, sia  per effettuare la raccolta unitaria di informazioni che faciliti l’attività investigativa e l’individuazione delle organizzazioni che gestiscono le vendite abusive di merci contraffatte.

Ed è per questo che sono particolarmente meritorie le iniziative intraprese a livello locale grazie alla lungimiranza e disponibilità di Enti ed Istituzioni impegnati sul territorio.

Ne abbiamo un fulgido esempio a Padova, dove è stato siglato un protocollo ad hoc di contrasto alla contraffazione tra tutti i soggetti interessati che sta già dando i suoi frutti.

L’augurio è che questa felice esperienza possa moltiplicare i suoi effetti positivi ed essere riprodotta in altre realtà territoriali, con la partecipazione e l’aggregazione di tutte le competenze funzionali, intersettoriali ed interprofessionali.

Grazie.

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