Convegno sul federalismo: la sintesi degli interventi

Convegno sul federalismo: la sintesi degli interventi

D: 6-3-2002 P:01 T: L'Italia alla prove del federalismo: le proposte di Confcommercio

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6 marzo 2002
Convegno sul federalismo: gli interventi dei ministri intervenuti

Convegno sul federalismo: gli interventi dei ministri

 

Al convegno di Confcommercio sul federalismo sono intervenuti tre esponenti del Governo in carica, a conferma della consapevolezza del grande impatto della questione sulla vita quotidiana di cittadini e imprese.

Il primo a prendere la parola è stato il ministro degli Affari Regionali Enrico la Loggia, che ha sottolineato il rischio di “una paralisi del sistema” a seguito della riforma federalista dello Stato varata nella scorsa legislatura, da lui definita “un pasticcio da cui bisogna uscire subito”. Per La Loggia, con questa riforma il cittadino non può attendersi servizi migliori e più efficienti, ma solo complicazioni, mentre le imprese rischiano di vedere frenata la propri attività a causa della sovrapposizione di competenze derivata dalla legislazione concorrente tra Stato e Regioni.

Come uscirne? Secondo il ministro, è necessaria prima di tutto una “riforma della riforma” per “correggere gli errori tecnici”, poi servirà “una nuova riforma costituzionale che, se saremo bravissimi, arriverà in porto fra 18-20 mesi. Nel frattempo, serve una legge ordinaria per separare con chiarezza i confini delle competenze tra Stato e Regioni”.

Il microfono è poi andato al ministro delle Attività Produttive Antonio Marzano, che ha evidenziato alcuni aspetti della riforma che andranno necessariamente corretti per la loro manifesta incoerenza, anche nell’ottica di agevolare l’attività di quello “straordinario fenomeno italiano” chiamato piccola e media impresa. Marzano, dopo essersi detto assolutamente favorevole al federalismo anche perché permette agli operatori un controllo più diretto sull’attività delle istituzioni locali, ha sottolineato soprattutto il problema delle reti (acqua, energia, telecomunicazioni), degli standard qualitativi dei servizi e degli incentivi. Sono tutte materie, ha detto, sulle quali è evidente “la necessità che venga mantenuto allo Stato il compito di livellare gli squilibri fra le varie Regioni”.

Il convegno è stato chiuso dall’intervento del vicepresidente del Consiglio Gianfranco Fini, che ha voluto ringraziare Confcommercio per l’iniziativa riconoscendone il ruolo di “soggetto politico in grado di porre all’attenzione problemi di grande rilevanza”. Secondo il vicepremier, sulla questione “bisogna riflettere in modo pacato nell’interesse generale del sistema Paese”. E’ il caso, insomma, di “non agire usando l’ascia di guerra” considerando anche che le norme si prestano al “rischio di un grave contenzioso fra gli attori istituzionali che può sfociare nella paralisi”. Per Fini sono tre gli interventi urgenti da fare, cominciando ovviamente con l’effettiva attuazione della riforma federalista. Inoltre, occorre “migliorare e mettere a punto” la stessa e soprattutto completarla assegnando alle Regioni non solo le competenze ma anche le relative risorse.

A proposito della legislazione concorrente, in conclusione, Fini ha detto no a quella che ha definito “l’Italia vestita da Arlecchino”: su argomenti come i saldi, i prezzi e le vendite sottocosto non ci può essere totale disarmonia tra le Regioni.

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