Credito: imprese e banche contro le nuove proposte Ue

Credito: imprese e banche contro le nuove proposte Ue

Lettera di Abi, Confindustria, Alleanza Cooperative e Rete Imprese Italia alla Commissione Ue. "Forte preoccupazione per la nuova soluzione discussa a livello Ue per attuare le regole di Basilea 3".

DateFormat

3 ottobre 2012

La nuova proposta Ue per un meccanismo di 'sconto' per le piccole e medie imprese nel calcolo degli asset ponderati per il rischio assunto dalle banche per i prestiti non evita il rischio di riduzione dei prestiti alle pmi. E' questa la posizione di Confindustria, Abi, Alleanza Cooperative e Rete
Imprese Italia espressa in una lettera dei quattro presidenti al presidente della Commissione Ue Jose' Barroso e ai responsabili dell'industria Antonio Tajani e del mercato interno Michel Barnier. Nella lettera si esprime "forte preoccupazione" per la nuova soluzione discussa a livello Ue per attuare le regole di Basilea 3. Nella
lettera firmata da Giorgio Squinzi (Confindustria), Giuseppe Mussari (Abi), Luigi Marino (Alleanza Cooperative Italiane) e Giorgio Guerrini (Rete Imprese Italia) si afferma che nelle attuali condizioni dell'economia "la nuova versione del fattore di sostegno delle piccole e medie imprese dara' pochi vantaggi a quelle banche che operano in paesi a bassa crescita e un forte supporto la' dove ce n'e' meno bisogno". Attualmente sono in discussione fra governi, Europarlamento e Commissione le regole che recepiscono l'impianto prudenziale di Basilea 3 tra cui quelle sul requisito patrimoniale minimo per le banche (dall'8% al 10,5%) relative a tutti i portafogli compresi i prestiti alle pmi.Seconda l'ultima proposta emersa nelle riunioni del Trilogo (Consiglio-Parlamento-Commissione), si prevede l'introduzione di un incentivo per le banche di trasferire alle pmi (intermini di ammontare addizionale di prestiti concessi) la riduzione permessa dal 'pmi supporting factor' (e' un moltiplicatore da applicare nel calcolo degli assetti ponderati per il rischio per i prestiti tale da compensare l'incremento quantitativo del requisito patrimoniale minimo). In sostanza lo 'sconto' del 23,81% e' pienamente applicato solo e se i prestiti alle pmi aumentano dello stesso livello. Le quattro organizzazioni ritengono che questo meccanismo sia "prociclico" perche' "fino a quando l'aumento atteso del 23,81% non viene raggiunto, lo 'sconto' sara' applicato solo parzialmente e in caso di riduzione dei prestiti alle pmi non viene applicato alcun meccanismo di alleggerimento". Confindustria, Abi, Cooperative e Rete Imprese rilevano come il meccanismo per evitare che sulle pmi pesi l'aumento del requisito patrimoniale minimo delle banche sia stato definito "non per aumentare i prestiti alle pmi, ma per evitare il rischio di una loro riduzione a causa di requisiti di capitale piu' alte per le banche. Nell'attuale scenario economico, una piena applicazione di un tale fattore di supporto con questa condizione aggiuntiva potrebbe avvenire solo dopo alcuni anni mentre la proposta era intesa originariamente come un alleggerimento per l'entrata in vigore del nuovo requisito di capitale gia' incorporato nelle aspettative di mercato".Questa la conclusione: "Evitare il rischio di una riduzione dei prestiti concessi alle pmi, che nel loro complesso sono meno rischiose delle grandi imprese e, cio' che e' piu' importante, giocano un ruolo chiave nel business non finanziario, e' cruciale e resta critico: ecco perche'esprimiamo la nostra forte preoccupazione e l'opposizione alla proposta".


Banner grande colonna destra interna

Aggregatore Risorse

ScriptAnalytics

Cerca