Criminalità, Fipe replica a Coldiretti: "no a facili strumentalizzazioni"

Criminalità, Fipe replica a Coldiretti: "no a facili strumentalizzazioni"

Il presidente Stoppani ribatte alle dichiarazioni sulla presenza della criminalità nei ristoranti: "anche a causa della crisi si è visto un aumento dell'infiltrazione nel tessuto sano delle imprese, ma le rappresentanze sono il 'primo argine' contro l'illegalità". Coldiretti dimentica "le numerosissime aziende agricole confiscate alla Mafia nel corso degli anni".

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12 marzo 2015

"L'infiltrazione malavitosa nei locali pubblici è un fenomeno tristemente noto, seppur assolutamente ristretto, contro il quale da anni Fipe sta lottando". Questo il commento di Lino Enrico Stoppani, presidente nazionale di Fipe-Confcommercio, la Federazione che rappresenta le oltre 300mila imprese del settore della ristorazione e intrattenimento in Italia, alle dichiarazioni di Coldiretti sulla presenza della criminalità nei ristoranti. "Fipe-Confcommercio ha una posizione chiara: necessità di rafforzare fiducia, collaborazione e sostegno alla Magistratura e alle forze dell'ordine, ed interventi sulla burocrazia e sulle procedure degli appalti. Sollecitiamo verifiche puntuali sul possesso e mantenimento dei requisiti morali e professionali, sulla titolarità effettiva delle attività, sul monitoraggio degli avviamenti commerciali pagati e sulla individuazione di alert sintomatici di possibili investimenti criminosi. Ogni anno - prosegue Stoppani - Confcommercio organizza la giornata 'Legalità: mi piace' per diffondere cultura e attenzione sul tema. Anche a causa della crisi si è visto un aumento dell'infiltrazione della criminalità nel tessuto sano delle imprese, e le rappresentanze, che aggregano imprese sui territori e nelle categorie, sono il "primo argine" contro l'illegalità, perché associarsi o mettersi insieme significa per gli imprenditori sentirsi meno soli, anche contro il crimine". "Spiace notare - conclude Stoppani - che Coldiretti lanci il sasso contro i pubblici esercizi e dimentichi le numerosissime aziende agricole confiscate alla Mafia nel corso degli anni".

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