Legittima difesa: lo Stato garantisca la sicurezza

Legittima difesa: lo Stato garantisca la sicurezza

Audizione in commissione Giustizia Senato, nell'ambito dell'esame dei ddl Legittima difesa, di Anna Lapini, componente di giunta Confcommercio incaricata per la Legalità e la Sicurezza. "Lo Stato sostenga chi suo malgrado è stato costretto a difendersi da solo attraverso la costituzione di un fondo che copra le spese di assistenza legale".

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11 settembre 2018

"La criminalità è un costo vivo per le imprese: l'ufficio studi di Confcommercio ha calcolato che essa, nelle sue diverse forme, sottrae al comparto del commercio e dei pubblici esercizi circa 26 miliardi di euro". Lo dichiara Anna Lapini, componente di giunta Confcommercio incaricata per la Legalità e la Sicurezza, durante un'audizione nell'ambito dell'esame dei ddl Legittima difesa in commissione Giustizia al Senato. "L'ultima nostra rilevazione del 2017 ci dice che circa 1/3 degli imprenditori percepisce un peggioramento nei livelli di sicurezza per la propria attività rispetto all'anno precedente". "Fra i fenomeni criminali percepiti in aumento - puntualizza - il 33% degli intervistati indica rapine e furti; la quasi totalità degli imprenditori (92%) ritiene inefficaci le leggi che contrastano i fenomeni criminali ed esprime parere favorevole all'inasprimento della pena, per il 91%. 4 imprenditori su 5 ritengono che non si scontino realmente le pene per i reati commessi".  sondaggi sugli imprenditori del settore, rivela Lapini, sono svolti in maniera anonima: "La garanzia dell'anonimato consente di sondare in modo puntuale sia la percezione che il vissuto quotidiano su questi temi, il sentiment dei nostri associati". "Sicurezza e legalità - conclude - sono il prerequisito fondamentale per la crescita e lo sviluppo di un'economia moderna; la presenza di esercizi commerciali, peraltro, costituisce già di per sé un presidio di legalità del territorio". "La quasi totalità degli imprenditori, il 93%, non si è dotata di un'arma per difesa personale; tra questi, solo l'11% pensa di farlo in futuro". "Detenere un'arma - spiega - potrebbe non costituire un deterrente nei confronti di potenziali rapinatori; al contrario, la reazione armata o la resistenza delle vittime possono portare ad esiti più drammatici, come testimoniano le cronache: chi subisce una rapina non è preparato, mentre l'aggressore sta compiendo un'azione predeterminata". "La prima richiesta per la sicurezza da parte degli imprenditori - puntualizza - rimane la certezza della pena, per il 73%, ma aumenta la percentuale di coloro che chiedono maggiore tutela da parte delle forze dell'ordine (59%, rispetto al 56% del 2016). Gli imprenditori non vogliono armarsi né doversi difendere in prima persona". "Lo Stato garantisca la sicurezza, e dove questo non è successo, sostenga chi suo malgrado è stato costretto a difendersi da solo, che è rimane una vittima, con ulteriori misure concrete, ad esempio attraverso la costituzione di un fondo che copra le spese di assistenza legale. Perchè nessuno dovrebbe trovarsi a scegliere tra la propria incolumità, quella dei propri cari o dei collaboratori o dei clienti, la tutela dei propri beni e un gesto di difesa, naturale, legittimo, che potrebbe portare conseguenze drammatiche dal punto di vista morale, legale ed economico". All'audizione hanno partecipato Giuseppe Aquilino e Steven Tranquilli, rispettivamente Presidente e Direttore di Federpreziosi e Paolo Uniti, direttore della Figisc. "Federpreziosi-Confcommercio condivide pienamente la posizione della Confederazione –  ha dichiarato Giuseppe Aquilino - che sottolinea: ci siamo quasi tutti dotati di sistemi di videosorveglianza e sistemi di sicurezza, doppie porte e quant'altro: quello che ci preme è riuscire ad avere un costo più basso sulle accise delle assicurazioni che incidono in maniera enorme nelle nostre aziende, tant'è che molte non si assicurano, e questo è un grosso problema". "L'inasprirsi dei fenomeni delittuosi a danno della categoria dei gioiellieri si è accentuata negli ultimi mesi – avverte il direttore Steven Tranquilli -  soprattutto con la presenza di commando che entrano all'interno della Gdo ma anche dei negozi tradizionali, arraffando, incuranti dell'incolumità del gioielliere.  E troppo spesso i nostri gioiellieri vedono al di là della propria vetrina i malviventi, i rapinatori che, a distanza di pochissimi mesi, trovano la libertà, e vengono quasi sbeffeggiati da questi soggetti".  "Abbiamo un imbarbarimento nelle aggressioni verso i nostri associati: oltre che in banca, ormai siamo al pedinamento verso casa".  Conferma Paolo Uniti, direttore Figisc Confcommercio, la Federazione dei gestori carburante  "La riflessione politica - conclude - è quella di eliminare il problema, cioè l'appeal della stazione carburanti, che oggi, anche più della farmacia, è quella dove c'è più presenza di contanti: se andiamo a eliminare questo problema risolviamo gran parte delle criticità attuali".  Anche la federazione Italiana tavbaccai ha sollevato il problema del rimborso delle spese legali: "Riteniamo che lo Stato - ha detto il presidente Giovanni Risso - debba farsi carico di rimborsare le spese legali spettanti al difensore dell'imputato che sia stato dichiarato non punibile per aver commesso il fatto per legittima difesa". Sappiamo – ha proseguito Risso - che la questione, dal punto di vista tecnico-giuridico, introdurrebbe una novità assoluta nel nostro ordinamento, che prevede situazioni simili solo per le vittime di determinati reati, ad esempio la violenza sessuale, e non anche per chi è imputato; in questo caso, però, siamo di fronte a imputati a loro volta vittime, che per non subire un pregiudizio ulteriore si sono trovati nella condizione di non poter far altro che difendersi".

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