Ristorazione, dal Cts stop all'ipotesi di nuove riaperture

Ristorazione, dal Cts stop all'ipotesi di nuove riaperture

"Non c'è alcun via libera del Comitato Tecnico Scientifico alla riapertura della ristorazione nelle zone e negli orari che attualmente ne prevedono la chiusura".

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5 febbraio 2021

Per il mondo della ristorazione la nota del mise è stata una vera e propria doccia fredda sulle speranze di possibili e parziali riaperture almeno nelle zone gialle. "Non c'è alcun via libera del Comitato Tecnico Scientifico alla riapertura della ristorazione nelle zone e negli orari che attualmente ne prevedono la chiusura". "Nel verbale della riunione del CTS del 26 gennaio 2021 - si legge nella nota - vi sono indicate, anzi, alcune considerazioni sul rafforzamento delle misure restrittive adeguandole alle caratteristiche strutturali dei locali e alla tipologia del servizio reso".

Il documento del Mise con il quale si proponeva l'adozione di misure finalizzate "a favorire la ripresa delle attività nel settore dei pubblici esercizi, in particolare bar e ristoranti", è stata analizzata dal Cts nella riunione del 26 gennaio. E gli scienziati, già nella premessa, ricordano che la situazione epidemiologica attuale, "pur mostrando una lieve diminuzione dell'incidenza nel paese, evidenzia ancora un rischio moderato/alto con un elevato impatto sui servizi assistenziali nella maggior parte delle regioni e province autonome". E sottolineano come il settore della ristorazione "presenta alcune criticità connesse all'ovvio mancato uso delle mascherine, con "potenziale aumento del rischio in presenza di soggetti asintomatici". Non solo, ci sono altri due fattori che richiedono "altri elementi di cautela" nelle scelte da fare "prima di adottare ulteriori allentamenti delle misure di contenimento". Il primo è la ripresa delle scuole in presenza, per il quale bisognerà attendere almeno 14 giorni per valutarne l'impatto; il secondo è correlato "all'andamento in Europa della pandemia, che rimane a livelli di alta circolazione registrando, tra l'altro, una possibile maggiore trasmissibilità" dovuta alle varianti del virus. Per questo, è la conclusione degli scienziati, "circa la previsione di rimodulazione delle misure previste nelle diverse fasce di rischio, specificatamente per il settore della ristorazione in zona gialla e arancio, si rimanda alle valutazioni del decisore politico, segnalando tuttavia che una rimodulazione complessiva dei pacchetti di misure potrebbero modificare l'efficacia nella mitigazione del rischio".

 

FIPE E FIEPET: "UN DPCM PER LE RIAPERTURE" 

Dopo l’incontro dello scorso 18 gennaio con il ministro Stefano Patuanelli si era aperto un serrato confronto tra le principali sigle sindacali del mondo della ristorazione - Fipe-Confcommercio e Fiepet Confesercenti - il Ministero dello Sviluppo economico e i vertici del Comitato Tecnico Scientifico. Il dialogo comincia a portare i primi risultati concreti, una vera svolta per il settore: il Cts ha infatti deciso di valutare in modo differente i diversi profili di rischio all’interno del variegato settore della ristorazione, privilegiando chi ha a disposizione spazi e sedute per la consumazione di cibi e bevande. Tale possibilità - ha comunque sottolineato il Comitato - dovrà essere accompagnata dal massimo rigore sull’applicazione delle misure di sicurezza sanitaria:

distanziamento di un metro non solo tra i tavoli, ma anche nelle aree di passaggio;

utilizzo sistematico dei dispositivi di protezione individuale per gli addetti al servizio;

esposizione di una informativa chiara all’esterno dei locali con l’indicazione della capienza massima.

E’ un risultato significativo che arriva grazie ad un confronto non certo urlato, ma molto intenso e propositivo. Dopo un anno nel quale le nostre attività sono state costrette a rimanere chiuse o a lavorare in condizioni proibitive – commenta Lino Enrico Stoppani, presidente di Fipe-Confcommercio - ai tavoli istituzionali ci siamo evidentemente fatti portavoce del grande disagio del settore, ma abbiamo anche cercato soluzioni realistiche e tempestive, dimostrando che era possibile tornare a lavorare in sicurezza. Desidero ringraziare il ministro Patuanelli, la sottosegretaria Morani e il CTS per l’attenzione dimostrataci e per la volontà di arrivare ad un risultato. Ci auguriamo che il Governo che si sta costituendo in questi giorni provveda nel più breve tempo possibile all’emanazione di un nuovo Dpcm per consentire di aprire a cena fino alle 22 in fascia gialla e durante le ore diurne in fascia arancione a chi ha spazi con tavoli. Sarà un banco di prova importante per dimostrare da parte del nostro settore maturità e rispetto delle regole e chiediamo alle forze dell’ordine e alle amministrazioni comunali di darci una mano con i controlli in questa direzione”.

Con Fipe Confcommercio e Fiepet Confesercenti abbiamo fatto un lavoro serio e costruttivo – aggiunge la sottosegretaria Alessia Morani - per aiutare i nostri ristoratori che stanno affrontando questa pandemia con coraggio e abnegazione. Le osservazioni del CTS sul protocollo presentato dalle Associazioni costituiscono una importante indicazione per il prossimo governo che avrà l’onere di valutarne la possibile traduzione in un provvedimento. Sono certa che verrà prestata la giusta attenzione a questa categoria così importante per la nostra economia”.

 

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