Dal "Corriere della Sera": "Quel canone esagerato sulla moneta elettronica"

Dal "Corriere della Sera": "Quel canone esagerato sulla moneta elettronica"

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7 luglio 2015

Per gli importi fino a 10 euro non si accettano bancomat. Pagamenti solo in contanti. Avvisi come questo si moltiplicano in bar, cartolerie e piccoli negozi. E molti altri, usando la furbizia, dicono che il Pos è guasto. Niente da fare, la moneta elettronica in Italia non attecchisce malgrado appelli e iniziative (…). E allora cosa non quadra? Perché in Francia o Danimarca, con una diffusione meno capillare di pos, si può usare il bancomat anche per comprare un quotidiano? il nodo sta nei costi, dicono alla Confcommercio. Ciò, in particolare, per le transazioni di importo ridotto, per le imprese con scarso potere contrattuale verso le proprie banche e per quelle attività economiche che lavorano con bassi margini commerciali. In tal senso è illuminante la ricerca fatta sul comparto del commercio del dettaglio alimentare: quasi il 40% delle imprese non è in grado di sostenere una spesa che, nella maggior parte dei casi, tra costi di installazione, canoni e commissioni, è compresa tra i 1.000 e 11.500 euro all'anno. E le cifre non si discostano di molto negli altri settori. Un canone che, in tempi di crisi, viene percepito come una tassa a favore delle banche. La modernizzazione del sistema dei pagamenti può avvenire solo in presenza di vantaggi equamente ripartiti tra gli attori economici coinvolti: aumento del numero delle transazioni effettuate per banche e circuiti, facilità di utilizzo per i consumatori ma anche convenienza per il piccolo commercio (…)

Isidoro Trovato

Tratto dal Corsera del 7 luglio 2015

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