I Giovani, il futuro del Paese (Forum Giovani Imprenditori, IV edizione)

I Giovani, il futuro del Paese (Forum Giovani Imprenditori, IV edizione)

Palazzo "Ca' Corner", Venezia, 18 e 19 novembre 2011

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22 novembre 2011

GIOVANI IMPRENDITORI: I GIOVANI, IL FUTURO DEL PAESE

Il 43% dei giovani imprenditori del terziario ha fiducia nelle prospettive del paese di superare la crisi. Esistono però fattori “strutturali” che limitano la competitività delle imprese: per il 77% degli intervistati, infatti, sono diventati insostenibili il peso della pressione fiscale, il costo degli adempimenti amministrativi e le difficoltà di accesso al credito. Per il 61,4% dei giovani imprenditori per favorire la crescita economica e sociale del paese bisogna puntare su formazione, innovazione e una politica sociale a sostegno della famiglia. Pensando ai nuovi equilibri del commercio internazionale, il 23% dei giovani imprenditori ritiene che le imprese italiane tra 5-7 anni avranno più successo di quelle degli altri paesi, il 50,7% ritiene che la situazione non sarà diversa rispetto a quella attuale, mentre per il 26,3% le imprese italiane saranno sconfitte da quelle dei paesi emergenti. Il 50% circa dei giovani imprenditori chiamati a pensare come sarà l’Italia tra 5 o 7 anni risponde di immaginarsela in una situazione diversa da quella attuale, e tra questi quasi il 60% pensa che sarà un’Italia migliore. Infine, il 77% degli intervistati giudica inefficaci le manovre varate dal Governo precedente per contrastare la crisi economica.

Questi i principali risultati che emergono dall’indagine “I Giovani, Il futuro del Paese” realizzata dai Giovani Imprenditori di Confcommercio in collaborazione con Format Ricerche di Mercato e presentata oggi a Venezia nel corso della seconda giornata del Forum dei Giovani Imprenditori di Confcommercio.

LA FIDUCIA

La fiducia nelle capacità del paese di superare la crisi attuale

Il 43% dei giovani imprenditori del terziario ha “molta” o “abbastanza” fiducia nelle prospettive del paese di superare la crisi attuale. Ad avere più fiducia sono le PMI, le imprese dei servizi e le imprese del Nord Italia, in particolare quelle del Nord Ovest.

I giovani imprenditori hanno fiducia negli italiani e nelle risorse del paese, nella certezza che ciascuno saprà fare la propria parte per fare uscire l’Italia dalla crisi. Le ragioni di coloro che non hanno fiducia sono generate in prevalenza dall’idea che le manovre varate dal Governo precedente siano state poco efficaci.

Sei giovani imprenditori ogni dieci ritengono che per uscire dalla crisi l’Italia avrà necessariamente bisogno del sostegno dell’Europa. A ritenere al contrario che l’Italia potrà farcela anche da sola sono in prevalenza le imprese del Nord Ovest e quelle dei servizi.

L’impatto della crisi sulla competitività delle imprese

Il 15,2% dei giovani imprenditori del terziario ritiene che nei prossimi due anni (2012-2013) il livello della competitività della propria impresa sarà superiore rispetto a quella attuale, mentre il 69,3% ritiene che la propria competitività resterà quella attuale. L’idea che nei prossimi due anni, nonostante la crisi, la competitività delle proprie imprese sarà superiore o simile, rispetto a quella attuale, prevale presso le imprese del commercio e dei servizi, presso le imprese del Nord Ovest e presso quelle del Sud Italia. Minore fiducia nella propria competitività hanno manifestato le piccole imprese, in particolare quelle del turismo e quelle del Nord Est e del Centro Italia.

I fattori che più di altri ostacolano la competitività dei giovani imprenditori del terziario sono “strutturali” e non hanno a che fare con la crisi. Il 77,2% degli intervistati ha citato infatti: il peso di una pressione fiscale diventata ormai insostenibile, il costo degli adempimenti amministrativi cui sono sottoposte le imprese, le difficoltà di accesso al credito.

IL FUTURO DELL’ITALIA

Le risorse sulle quali investire per crescere

La capacità di innovazione delle imprese, la voglia di fare impresa dei singoli, i beni culturali e le bellezze artistiche d’Italia sono le risorse sulle quali si dovrebbe investire per la crescita dell’economia e della società secondo i giovani imprenditori.

L’Italia di domani secondo i giovani imprenditori

Soltanto il 50% circa del campione riesce a immaginarsi come sarà l’Italia di domani. Tra coloro che si esprimono, tuttavia, il 64,7% ritiene che l’Italia potrà essere tra cinque/sette anni un paese dove ci sarà spazio per i giovani che intendono fare impresa, un paese dove ci sarà spazio per i giovani che intendono farsi largo nella società con le proprie forze e con le proprie capacità, un paese più forte economicamente, un paese dove ci sarà spazio per le imprese che vogliono innovare.

Le imprese del terziario al tempo della globalizzazione

Pensando ai nuovi equilibri del commercio internazionale il 23% dei giovani imprenditori ritiene che le imprese italiane tra cinque/sette anni avranno più successo di quelle degli altri paesi, il 50,7% ritiene che la situazione non sarà diversa rispetto a quella attuale, mentre per il 26,3% le imprese italiane saranno sconfitte da quelle dei paesi emergenti. Complessivamente sette giovani imprenditori ogni dieci ritengono che le imprese italiane riusciranno a sostenere la sfida della globalizzazione. Tale idea prevale presso i giovani imprenditori alla guida delle piccole e medie imprese (PMI), delle imprese del turismo e del commercio, delle imprese del Nord Ovest e del Sud Italia. La sfiducia nella capacità delle imprese italiane di competere con le imprese dei paesi emergenti prevale invece presso le grandi imprese, presso le imprese dei servizi e presso quelle operative nelle regioni del Centro Italia e delle regioni del Nord Est.

Gli interventi per rimettere in moto il paese

Le azioni che dovrebbero essere messe in atto da coloro che governano la "cosa pubblica", indipendentemente dal loro orientamento politico, per favorire la crescita economica e sociale del paese, sono essenzialmente tre secondo il 64,6% del campione: ridurre il livello della pressione fiscale attraverso la riduzione della spesa ed il recupero dell'evasione, investire di più per favorire l'innovazione presso le imprese, rilanciare le semplificazioni affinché ci siano minore burocrazia e minori vincoli inutili e costosi per le imprese e per i cittadini. Più nel dettaglio, a ritenere che per favorire la crescita economica e sociale del paese sia necessario ridurre il peso della pressione fiscale è quasi il 50% dei giovani imprenditori.

I driver della crescita economica e sociale del paese

Per favorire la crescita economica e sociale del paese ciascuno deve fare la propria parte. Gli ambiti nei quali l'Italia intera deve e dovrà impegnarsi per dare maggiore competitività al paese sono, secondo il 61,4% giovani imprenditori, la formazione dei giovani nella scuola, la modernizzazione dell'amministrazione dello Stato, il rinnovamento di un sistema della ricerca che svecchi il mondo dell'università, una politica sociale differente rispetto al passato e realmente a sostegno della famiglia.

Crescita del paese e crescita delle imprese

Oltre il 60% dei giovani imprenditori del terziario è convinto che lo sviluppo della propria impresa sia connesso con lo sviluppo e la crescita del paese nel suo complesso. Tale opinione è più accentuata presso le piccole e medie imprese, presso le imprese del commercio e presso quelle che operano nelle regioni del Nord Italia e del Centro Italia. In controtendenza le imprese del Sud Italia.

Come sarà l’Italia di domani

Per quanto il 63,6% degli imprenditori provi preoccupazione al pensiero della propria impresa e a quello della situazione economica del paese nel prossimo futuro, pensando alla situazione del paese tra cinque/sette anni un giovane ogni due se la immagina diversa rispetto a quella attuale, e tra questi quasi il 60% immagina un’Italia migliore rispetto a quella attuale.

L’AZIONE DELLA POLITICA

Il 22,9% dei giovani imprenditori del terziario (in prevalenza nel Nord Ovest) afferma che le manovre varate dal Governo precedente per contrastare la crisi economica siano efficaci, di parere diverso il 77,1% degli intervistati. Coloro che hanno espresso un giudizio negativo sulle manovre del Governo precedente ritengono che queste siano insufficienti (45,8%), che non prevedano il taglio dei costi della politica (30,0%), che aumentino le tasse e che per questo motivo ridurranno la crescita (14,2%).

Al di là del giudizio complessivo, le norme varate dal Governo che più di altre trovano d’accordo i giovani imprenditori sono quella a sostegno dell’occupazione giovanile, la licenziabilità dei dipendenti pubblici, l’accelerazione degli iter per la realizzazione delle grandi opere, le privatizzazioni delle società pubbliche.

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Nota metodologica

Indagine effettuata su un campione statisticamente significativo di imprenditori del terziario di età compresa tra i 18 ed i 40 anni (giovani imprenditori). Metodo di contatto: interviste Cati (computer assisted telephone interview). Totale interviste effettuate: 1.200. Periodo di effettuazione delle interviste 8-10 novembre 2011.

 

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Indagine presentata al Forum dei Giovani Imprenditori di Confcommercio

Giovami Imprenditori: dal Mediterraneo opportunità di crescita e i social network diventano strumento di lavoro

Nonostante il 15% dei giovani imprenditori del terziario dia un giudizio negativo sul Mediterraneo ritenendolo un pericoloso bacino di flussi migratori verso il nostro Paese, per oltre il 60% delle imprese gestite dagli “under 40” quest’area continua a rappresentare un fattore strategico per la crescita economica e lo sviluppo dell’Italia; in particolare, il 70% degli intervistati ritiene che i rapporti commerciali con i paesi del Nord Africa siano fondamentali per l’economia italiana. Quanto al ruolo e all’utilizzo di Internet, secondo sei imprenditori su dieci il web ha dato un contribuito determinante alla crescita della propria impresa; tra i canali e gli strumenti di comunicazione, a parte la posta elettronica utilizzata praticamente dalla totalità delle imprese, il 24,6% delle imprese utilizza le newsletter, oltre il 20% utilizza i social network per ragioni di lavoro, il 15,6% utilizza il web per commercializzare i prodotti e i servizi dell’impresa. Facebook risulta essere il social network più diffuso (il 70% di coloro che utilizzano i social network per attività inerenti la propria impresa lo utilizza in modo esclusivo), più distaccato Twitter utilizzato dal 14% di coloro che utilizzano i social network.

Questi i principali risultati che emergono dall’indagine sul ruolo del Mediterraneo nella nostra economia e le nuove prospettive dei social network realizzata dai Giovani Imprenditori di Confcommercio in collaborazione con Format Ricerche di Mercato e presentata oggi a Venezia nel corso della prima giornata del Forum dei Giovani Imprenditori di Confcommercio.

MEDITERRANEO

Il Mediterraneo come area strategica per lo sviluppo del paese

Per oltre il 60% dei giovani imprenditori il Mediterraneo è un’area chiave per la crescita economica del paese. La pensa diversamente poco meno del 40% del campione. Più nel dettaglio, il 23,2% ritiene che per quanto il Mediterraneo sia una delle regioni più importanti del mondo per storia, bellezze naturali, artistiche e culturali, non sia più un'area fondamentale per lo sviluppo della nostra economia, mentre il 15,2% si limita a definire il Mediterraneo come il bacino dei flussi migratori verso il nostro paese, un'area pericolosa, origine di conflitti e tensioni.

L’idea che il Mediterraneo sia un’area fondamentale per la crescita economica del paese prevale presso le imprese del commercio e dei servizi, presso le imprese residenti nelle regioni del Nord-Est e presso quelle delle regioni del Sud/Isole.

I rapporti commerciali con l’area del Mediterraneo

Secondo sette giovani imprenditori ogni dieci i rapporti commerciali con i paesi del Nord Africa sono fondamentali per l’economia italiana. Soltanto poco meno del 30% del campione ritiene che i paesi del Mediterraneo possano costituire un rischio. L’idea che l’Italia deve aumentare i rapporti commerciali con i paesi del Nord Africa perché tali rapporti sono fondamentali per la nostra economia prevale presso le piccole e medie imprese nonché presso le imprese operative nei settori del turismo e dei servizi.

Il ruolo dell’immigrazione

Il 70,0% dei giovani imprenditori del terziario ritiene che gli immigrati costituiscano una risorsa per la nostra economia. Poco meno di un terzo del campione è di parere diverso e ritiene che costituiscano una minaccia per la nostra occupazione. L’idea che gli immigrati siano una risorsa per la nostra economia prevale presso le imprese operative nei settori del turismo e dei servizi, residenti nelle regioni del Nord-Ovest e del Centro Italia. L’idea che gli immigrati costituiscano al contrario una minaccia per la nostra occupazione prevale presso le imprese del commercio e nelle regioni del Nord-Est e del Mezzogiorno.

GENERAZIONE 3.0

L’utilizzo di Internet

Quasi la totalità delle imprese dei giovani imprenditori del terziario utilizza Internet. Di queste, sette su dieci (73,5%) sono solite utilizzarlo con notevole frequenza. Solo il 4,3% delle imprese non utilizza Internet per lo svolgimento della propria attività. A non utilizzare Internet sono alcune microimprese operative nel settore del commercio, quasi sempre con un solo addetto, o comunque con meno di tre addetti, residenti per lo più nelle regioni del Meridione ed in qualche caso nelle regioni del Nord-Est.

Il contributo della rete alla crescita dell’impresa

Secondo la maggior parte dei giovani imprenditori (58,9%) Internet ha contribuito in modo determinante alla crescita dell’impresa. Solo il 7,4% del campione afferma che Internet non avrebbe contribuito alla crescita della propria impresa.

Canali e strumenti di comunicazione utilizzati sul web

A parte la posta elettronica, utilizzata dal 93,3% delle imprese,

  • · il 24,6% delle imprese del terziario guidate da giovani imprenditori utilizza le newsletter, producendo una propria newsletter;
  • · il 20,3% dei giovani imprenditori utilizza i social network, ovvero aderisce ad un social network per ragioni di lavoro;
  • · il 15,6% utilizza il commercio elettronico, ovvero commercializza su Internet i prodotti o i servizi dell'impresa;
  • · il 9,6% partecipa a “gruppi di acquisto”, ossia aderisce a gruppi di acquisto di utenti, commercializzando i prodotti o i servizi dell'impresa su siti quali a titolo di esempio Groupon, Groupalia, ecc.
  • · il 7,1% partecipa a blog o ne coordina uno in proprio.

Posta elettronica – Pressoché tutte le imprese del terziario utilizzano la posta elettronica fatte poche eccezioni nel Sud Italia.

Newsletter – Producono una propria newsletter in prevalenza le imprese residenti nel Centro Italia e le imprese del turismo.

Social network – Utilizzano i social network per la propria attività aziendale in prevalenza le imprese residenti nel Nord-Est e le imprese del turismo.

Commercio elettronico – Sono attive nel campo del commercio elettronico in prevalenza le imprese residenti nelle regioni del Nord-Ovest, nelle regioni del Nord-Est e del Centro Italia, le imprese operative nel settore dei servizi.

Gruppi di acquisto di utenti – Partecipano ai gruppi di acquisto in prevalenza le imprese residenti nelle regioni del Mezzogiorno e le imprese operative nel settore dei servizi.

Blog – Coordinano un blog in prevalenza le imprese residenti nelle regioni del Nord-Est e le imprese operative nel settore del turismo.

L’attività sui gruppi di acquisto

Oltre l’80% dei giovani imprenditori del terziario che hanno scelto di commercializzare i propri prodotti o servizi tramite i siti dei gruppi di acquisto è soddisfatto dei risultati ottenuti dalla propria impresa. La soddisfazione per i risultati ottenuti dalla propria impresa operando sui siti dei gruppi di acquisto prevale presso le PMI e presso le grandi imprese, presso le imprese operative nel settore del commercio e presso quelle residenti nelle regioni del Nord-Est e del Sud/Isole.

Meno soddisfatte si sono rivelate le microimprese, soprattutto quelle del turismo operative nelle grandi aree metropolitane del Nord-Ovest e del Centro Italia.

L’attività sui social network

Quasi l’80% dei giovani imprenditori utilizza i social network, ma solo il 20,3% li utilizza per ragioni di lavoro, ossia per l’attività d’impresa. A non utilizzare per nulla i social network, né a livello personale, né per ragioni di lavoro, è risultato il 21,2% del campione. Utilizzano i social network per lavoro in prevalenza le PMI e le grandi imprese, le imprese del turismo, le imprese delle regioni del Nord-Est e quelle delle regioni del Centro Italia.

Tra le imprese che ancora non utilizzano i social network per la propria attività aziendale, il 17,9% ne dà comunque un giudizio positivo ed il 4,6% sta considerando l’idea di utilizzarli nel prossimo futuro. Il 65,9% non crede nella loro validità.

Le imprese che si stanno apprestando ad utilizzare i social network nel prossimo futuro per la propria attività aziendale sono in prevalenza quelle di medie e grandi dimensioni, le imprese operative nei settori del commercio e del turismo, le imprese residenti nelle regioni del Nord-Ovest, del Nord-Est e del Mezzogiorno.

La funzione del social network per l’attività d’impresa

L’attività di una impresa sui social network secondo l’opinione dei giovani imprenditori che “credono nei SN”, ossia secondo coloro che già li utilizzano per lavoro o che si stanno apprestando a farlo, risponde essenzialmente a due obiettivi: informare tempestivamente sulle novità dell’impresa (nuovi prodotti, eventi, etc.); fare informazione sui prodotti/servizi dell’impresa dal punto di vista tecnico.

Le finalità di utilizzo dei social network

Tra i giovani imprenditori che già utilizzano i SN per lavoro (sono il 20,3%) prevalgono le seguenti modalità: li utilizziamo come vetrina dei nostri prodotti/servizi (52,1%); li utilizziamo per conoscere i commenti del pubblico attorno ai nostri prodotti/servizi o al proprio brand (51,9%).

I principali social network utilizzati

Nell’ambito dei giovani imprenditori che utilizzano i social network la stragrande maggioranza, il 94,8%, utilizza Facebook (il 70,1% utilizza Facebook in modo esclusivo). Il secondo SN per numerosità degli utilizzatori è Twitter (14,0%).

Le imprese su Facebook – Il 68,6% dei giovani imprenditori che utilizzano FB per l’attività aziendale dispone su questo SN esclusivamente del profilo personale dell’impresa. Il 15,7% dispone di una fanpage, il 14,7% dispone di un gruppo ed il 6,3% di un sito di e-commerce.

Le imprese su Twitter – Il 91% dei giovani imprenditori del terziario che utilizzano Twitter (14,0%) per la propria attività economica dispone di un profilo personale sul social network.

Le imprese su Linkedin – Tra i giovani imprenditori del terziario che utilizzano Linkedin per la propria attività economica (5,5%), il 56,8% dispone di un profilo personale.

Il sentimenti dei giovani imprenditori sui social network

Quasi la metà dei giovani imprenditori (45,4%) crede nell’utilità dei social network per fare impresa. Poco più della metà (54,6%) manifesta al contrario un certo scetticismo sullo sviluppo dei social network.

Più nel dettaglio, per il 48,8% i social network costituiscono un modo nuovo e diverso rispetto al passato di approcciare i consumatori, farsi conoscere e giudicare dai consumatori, vendere prodotti e servizi; secondo il 44,3% dei giovani imprenditori i social network non sostituiranno le formule tradizionali del fare impresa e del fare distribuzione, ma ne diventeranno un complemento importante dal quale non si potrà prescindere. Secondo il 38,6% del campione i social network e comunque il commercio elettronico su Internet non avranno mai fortuna, le persone infatti non si fidano nel rilasciare i propri dati e quelli della propria carta di credito su Internet. Il 38,2% dei giovani imprenditori ritiene che i social network e comunque il commercio elettronico su Internet non avranno mai fortuna, le persone infatti preferiscono interagire di persona con il negoziante. Il 35,3% degli intervistati ritiene infine che i social network e comunque il commercio elettronico su Internet non avranno mai fortuna: in caso di problemi infatti non si saprebbe a chi rivolgersi e a chi restituire la merce.

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Nota metodologica
Indagine effettuata su un campione statisticamente significativo di imprenditori del terziario di età compresa tra i 18 ed i 40 anni (giovani imprenditori). Metodo di contatto: interviste Cati (computer assisted telephone interview). Totale interviste effettuate: 1.200. Periodo di effettuazione delle interviste 8-10 novembre 2011.

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