Dall'Umbria 10mila firme per chiedere meno tasse e più sviluppo

Dall'Umbria 10mila firme per chiedere meno tasse e più sviluppo

Le firme sono state consegnate dal presidente della Confcommercio di Perugia, Giorgio Mencaroni, al presidente nazionale di Confcommercio Carlo Sangalli.

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8 giugno 2012

Dietro ognuna delle 10.401 firme, che in dieci giorni sono state raccolte in Umbria nell'ambito della iniziativa Confcommercio per dire "Basta!" al carico fiscale eccessivo, per chiedere la riduzione della spesa pubblica e soprattutto politiche per lo sviluppo e per il rilancio dei consumi, c'è il volto e il peso della crisi. Per tutti gli imprenditori un peso divenuto schiacciante, insostenibile, e per molti addirittura una minaccia di imminente chiusur. Le firme sono state consegnate dal presidente della Confcommercio della provincia di Perugia, Giorgio Mencaroni, al presidente nazionale della Confcommercio Carlo Sangalli, in occasione della riunione del Consiglio Confederale, che si è tenuta a Roma. La Confcommercio nazionale stabilirà tempi e modalità di consegna al Governo, unitamente al documento nel quale sono riassunti non solo i motivi della protesta, ma anche le 10 proposte di interventi prioritari che Confcommercio Umbria chiede alle istituzioni, sia nazionali che locali. Il resoconto dell'iniziativa e le richieste di Confcommercio saranno infatti inviate anche all'attenzione della Regione, dei parlamentari e dell'Anci. "Con la nostra iniziativa - ha detto Mencaroni - abbiamo voluto esprimere in maniera simbolica ma chiara quanto sia alto il livello di esasperazione, e talvolta di disperazione, che accomuna imprenditori e famiglie. Per 10 giorni abbiamo mobilitato tutte le nostre strutture visitando le attività in modo capillare e allestendo gazebo nelle piazze e nei mercati: le adesioni raggiunte sono andate oltre ogni ottimistica previsione". "Al di là delle previsioni degli economisti, dalla voce diretta delle imprese abbiamo avuto la prova che questo 2012 sarà un anno difficilissimo, il peggiore della crisi - ha aggiunto il presidente di Confcommercio Umbria Aldo Amoni - e tanti rischiano di non farcela. La difficoltà maggiore che le imprese lamentano è nell'accesso al credito: la volontà di reagire c'è, nonostante tutto, ma non c'è da parte delle banche la disponibilità ad alimentarla, anzi a moltissimi imprenditori sono stati chiesti rientri improvvisi a cui non sanno come fare fronte. Un altro spauracchio è l'Imu, non solo come onere diretto ma per le conseguenze che avrà sugli affitti dei locali, già elevatissimi. In generale il carico di tasse e tariffe rappresenta una mannaia sui bilanci aziendali. In molte aree, e non solo del centro storico di Perugia, si aggiunge anche l'emergenza sicurezza, che genera ulteriore preoccupazione". "Ormai - conclude Amoni - le imprese non hanno più 'riserve', hanno investito tutto quello che avevano per tirare avanti. Le oltre 10.000 firme raccolte sono la voce accorata di chi alla crisi sta pagando un prezzo troppo salato, senza ricevere alcun concreto segnale per alimentare la speranza e la voglia di fare impresa, continuando a produrre ricchezza per il territorio".

 

 

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