Le misure del decreto dignità

Le misure del decreto dignità

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5 luglio 2018

Tutte confermate, tranne la cancellazione dello staff leasing, le misure per contrastare il precariato in arrivo con il decreto dignità. Nell'ultima bozza infatti salta la misura che impediva contratti di somministrazione a tempo indeterminato. Si prevede comunque che nel caso di somministrazione a tempo determinato valgano le stesse regole degli altri contratti con scadenza. Quindi, per tutti i tempi determinati non si potranno avere più di 4 proroghe, con un limite di durata massima comunque non superiore a 24 mesi. Le nuove norme valgono anche nei casi di rinnovo dei contratti attualmente in corso. Per incoraggiare le imprese a forme contrattuali stabili, inoltre, si prevede l'aumento dello 0,5% del contributo addizionale - attualmente pari all'1,4% della retribuzione imponibile ai fini previdenziali, a carico del datore di lavoro, per i rapporti di lavoro subordinato non a tempo indeterminato - in caso di rinnovo del contratto a tempo determinato, anche in somministrazione. In caso di rinnovo, e per i contratti oltre 12 mesi, tornano le causali: temporanee e oggettive o per esigenze sostitutive; connesse a incrementi temporanei, significativi e non programmabili dell'attività ordinaria; per picchi e attività stagionali. A ogni rinnovo i contratti avranno un costo contributivo dello 0,5% in più rispetto all'1,4% che già è a carico del datore di lavoro e che finanzia la Naspi. Stop, poi, ai licenziamenti selvaggi, attraverso l'aumento del 50% dell'indennizzo per i lavoratori ingiustamente licenziati. In caso di licenziamento senza giusta causa, l'indennizzo per il lavoratore può arrivare fino a 36 mensilità.Nel decreto dignità c'è una misura che riguarda "decine di migliaia di insegnanti diplomati magistrali", dice il ministro al Lavoro e allo Sviluppo economico Luigi Di Maio al termine del Consiglio dei ministri. Si tratta di "una proroga di 120 giorni su quello che doveva essere il licenziamento causato dalla sentenza del Consiglio di Stato, così che abbiamo il tempo di risolvere il problema". Dice il comunicato della Presidenza del Consiglio: si va verso la semplificazione fiscale, "rivedendo il redditometro in chiave di contrasto all'economia sommersa"; si rinvia la "scadenza per l'invio dei dati delle fatture emesse e ricevute (spesometro)". In particolare, "i dati di fatturazione relativi al terzo trimestre del 2018 possono essere trasmessi telematicamente all'Agenzia delle Entrate entro il 28 febbraio 2019, anziché entro il secondo mese successivo al trimestre". E ancora: si abolisce lo split payment "per i servizi resi alle Pubbliche amministrazioni dai professionisti i cui compensi sono assoggettati a ritenute alla fonte a titolo di imposta o a titolo di acconto". Il decreto ministeriale che elenca gli elementi indicativi di capacità contributiva attualmente vigente (redditometro, appunto) "non ha più effetto per i controlli ancora da effettuare sull'anno di imposta 2016 e successivi". Prima del Consiglio dei ministri, Di Maio ha anche lanciato un duro attacco al sistema bancario, insieme al'imprenditore Nino de Masi, tra i primi a denunciare il sistema delle Cosche nella piana di Gioia Tauro. "La mafia è un atteggiamento prima di tutto, prima ancora che un'organizzazione criminale. Questo atteggiamento lo vediamo anche in organizzazioni che non sono criminali. Lo vediamo in alcuni atteggiamenti delle banche, perché ci sono sentenze che riconoscono l'usura delle banche. L'atteggiamento mafioso a volte lo vediamo anche in alcuni esponenti dello Stato e in alcune organizzazioni dello Stato".

 

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