Ok al decreto ristori, 5 miliardi per i settori più colpiti

Ok al decreto ristori, 5 miliardi per i settori più colpiti

Il Consiglio dei ministri ha varato un nuovo decreto legge: i contributi a fondo perduto arriveranno direttamente sul conto corrente con bonifico delle Agenzie delle Entrate.

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29 ottobre 2020

Il Consiglio dei ministri dà il via libera al decreto Ristori, un pacchetto da 5 miliardi di aiuti ai settori colpiti dalle nuove restrizioni imposte dall'ultimo Dpcm per stoppare l'impennata di contagi da Coronavirus. Presentando il provvedimento, il premier Conte ha sottolineato che "i contributi a fondo perduto arriveranno direttamente sul conto corrente con bonifico delle Agenzie delle Entrate. Arriveranno in automatico a metà novembre a chi aveva già aderito alla prima edizione del contributo". "Un piccolo bar potrà avere fino 13 mila euro, un grande ristorante potrà ottenere fino a 26 mila euro". "Oltre al ristoro a fondo perduto le categorie potranno ricevere altri aiuti - precisa Conte - un credito d'imposta per gli affitti commerciali per i mesi di ottobre, novembre e dicembre, la sospensione della seconda rata dell'Imu, un'indennità specifica di 1000 euro per i lavoratori del turismo". Il decreto "vale 5,4 miliardi di indebitamento netto, con 6 miliardi di saldo da finanziare". Politicamente, però, è l'effetto che le misure avranno sulla vita produttiva del Paese a interessare maggiormente. Come conferma il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli: "Riteniamo di aver fatto il massimo, in poche ore, per dare sostegno agli imprenditori". Del resto la platea dei beneficiari è abbastanza larga: "Riguarda 460mila soggetti, con 2,4 miliardi di risorse a fondo perduto".

 

Confturismo: "Tutta la filiera del turismo sia inclusa nelle misure di sostegno"

Il presidente di Confturismo, Luca Patanè, ha commentato le misure contenute nel decreto ristori varato dal governo per sostenere i settori più colpiti dalle ultime restrizioni. “Siamo certi - ha detto Patanè -che la filiera del turismo nella sua interezza non potrà che risultare inclusa nell’applicazione delle importanti misure trasversali contenute nel decreto ristori, come il nuovo contributo a fondo perduto per gli operatori Iva e il credito d'imposta per i canoni di locazione degli immobili a uso non abitativo".

"Un buon segnale - ha osservato il presidente di Confturismo -ci viene dal rifinanziamento del fondo per il sostegno delle agenzie di viaggio, i tour operator, guide e accompagnatori turistici, che testimonia l’attenzione a queste componenti fra le più colpite".

Patanè ha sottolineato la difficoltà della situazione: "La tendenza del mercato è disastrosa. L’indice di fiducia, che mensilmente SWG calcola per Confturismo e misura la propensione al viaggio degli Italiani nei mesi successivi, a ottobre crolla di nuovo a quota 49 su 100, lo stesso valore di marzo, 8 punti in meno di settembre".

"Avevamo registrato un record più basso solo ad aprile, in pieno lockdown. Sommato alla sostanziale scomparsa del turismo di origine estera, quest’ultimo dato dimostra che le richieste di aiuto del settore sono sempre state in linea con la realtà: il turismo è di fatto in lockdown da 8 mesi e la ripresa, purtroppo, appare lontana”.

 

Fiva: "Ancora una volta siamo stati dimenticati"

Ancora una volta siamo stati dimenticati. Se il Decreto Ristori rimane così com’è i nostri fieristi e i nostri ristoratori mobili non avranno nulla. E il rischio della chiusura di altre 10 mila aziende si fa più concreto” Lo afferma Giacomo Errico, Presidente della Fiva, l’organizzazione che raccoglie gli ambulanti della Confcommercio.

Avevamo inteso che i settori colpiti dalle restrizioni sarebbero stati indennizzati – continua Errico – e invece dobbiamo annotare che ciò vale per tutti meno che per i fieristi ambulanti e per la ristorazione mobile. E la cosa davvero non si spiega visto che è da febbraio scorso che fiere, sagre ed eventi sono stati fermati.”

Il Presidente della Fiva prosegue: “Il Governo continua a fare le alchimie con i codici Ateco e non si rende conto che dietro le aziende ci sono persone e famiglie ormai allo stremo”.

Al Parlamento chiediamo – conclude Errico – di correggere queste palesi ingiustizie. Altre filiere, pure non direttamente interessate dalle restrizioni, hanno avuto sostegni economici e provvidenze. Evidentemente gli ambulanti sono figli di un dio minore”.

 

Confida: "Nel dl ristori non c'è spazio per la distribuzione automatica"  

Il comparto della distribuzione automatica è stato colpito duramente dai DPCM 18 e 24 ottobre del Governo che prevedono lo smart working al 50% per la Pubblica Amministrazione, e che raccomandano l’adozione della stessa misura anche ai privati, nonché l’incremento della didattica a distanza fino al 75%; tutti luoghi dove il settore del vending concentra il proprio business. La perdita di consumazioni stimata da Confida, Associazione Italiana Distribuzione Automatica, è superiore al 50% del fatturato delle imprese e, ciò nonostante, la distribuzione automatica non è stata inclusa nel DL Ristori.

Il Decreto Ristori - commenta Massimo Trapletti presidente di Confida, – ha concesso contributi a fondo perduto per 2,4 miliardi a numerosi settori economici. Tuttavia, non include la distribuzione automatica mettendo a rischio le 4 mila imprese che in Italia danno lavoro a oltre 30mila persone con un indotto di altre 12 mila".

A questo si aggiungono le ordinanze locali di sindaci e presidenti di Regioni che colpiscono
duramente con riduzioni di orario e talvolta chiusure ingiustificate i cosiddetti “negozi
automatici H24”, ossia quegli esercizi commerciali che vendono cibi e bevande tramite
distributori automatici e che, nonostante abbiano investito in sanificazioni e pulizie
straordinarie, telecamere, tornelli meccanici che evitano gli assembramenti, sono oggetto di
ordinanze restrittive.

 

Fnnarc: "Inserire gli agenti del commercio tra i beneficiari del decreto" 

Con una lettera aperta al presidente del Consiglio, la Federazione degli agenti e rappresentanti di commercio ha formulato una richiesta urgente al governo per inserire tra i beneficiari del decreto “Ristori” gli agenti di commercio "la cui attività viene drasticamente a peggiorare con le chiusure e restrizioni anti-Covid del Dpcm del 24 ottobre".

Molti agenti rappresentanti – ha affermato il presidente Alberto Petranzan - vedranno notevolmente diminuite, se non azzerate completamente, le vendite. Una situazione, con il passare del tempo, insostenibile”.

“Auspichiamo – ha concluso Petranzan – che il Governo recepisca la nostra richiesta. E che il criterio di riconoscimento dei contributi agli agenti e rappresentanti di commercio tenga conto delle provvigioni incassate a distanza di mesi. La nostra categoria ogni anno, lo voglio ricordare, intermedia più del 70% del Pil del nostro Paese”.

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