Decreto Sostegni: i commenti delle Associazioni

Decreto Sostegni: i commenti delle Associazioni

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22 marzo 2021

Il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto Sostegni, che prevede 32 miliardi di fondi stanziati in deficit per aiutare la ripresa del Paese. I ristori promessi sono giudicati però insufficienti e hanno suscitato numerose proteste nel sistema Confcommercio in tutta Italia.

 

Confcommercio Toscana: “provvedimento insufficiente”

Il direttore di Confcommercio Toscana, Franco Marinoni, ha commentato negativamente il Dl Sostegni: “la montagna ha partorito un topolino. Il provvedimento non ha certo l'efficacia che ci aspettavamo”. La media dei ristori è di circa 3mila e settecento euro a impresa, una cifra decisamente inferiore alle aspettative. “Se le risorse sono così poche – ha continuato Marinoni – la strada è una sola e passa per due considerazioni: per prima cosa bisogna bloccare immediatamente ogni voce di costo che grava sulle imprese (imposizione fiscale, gli affitti, le varie contribuzioni); in secondo luogo, è necessario adottare un piano vaccinale serio, intenso, che metta in sicurezza il Paese e ci consenta di ricominciare a lavorare il prima possibile. Non c'è altra via di uscita”.

“Il cambio di passo promesso dal governo e da noi tanto sperato – ha aggiunto la presidentessa di Confcommercio Toscana, Anna Lapini non si è concretizzato con questo decreto. Le nostre attività sono ferme o quasi e nonostante questo aumentano i contagi e i morti, chiudono le imprese, i negozi, le strade restano buie e deserte senza le nostre vetrine ad illuminarle”. L'unica cosa che purtroppo è aumentata, oltre ai contagi, è la criminalità organizzata, che colpisce soprattutto le attività in difficoltà.

 

Parametri troppo selettivi per Confcommercio Friuli Venezia Giulia

Le misure del nuovo decreto sono sicuramente insufficienti, con parametri troppo selettivi. Questo il commento di Giovanni Da Pozzo, vicepresidente di Confcommercio Friuli Venezia Giulia che ha aggiunto: “Il Dl Sostegni è comunque una risposta più equilibrata, rispetto a quanto fatto in passato, che si adatta meglio alle esigenze dei diversi comparti del terziario penalizzati dalla crisi economica che dura ormai da più di un anno”. Un altro aspetto accolto positivamente, oltre alla proroga della cassa Covid, è stato il superamento dei codici Ateco, che avevano penalizzato ed escluso numerose imprese dai ristori. “Invece – ha proseguito Da Pozzo – preoccupa, in una fase in cui l'Italia è ancora sottoposta a forti misure restrittive, con una campagna vaccinale non decollata come avremmo sperato, un intervento da 11 miliardi a favore di circa tre milioni di partite Iva, tra imprese e professionisti, a fronte di una spesa per consumi calata nel 2020 di quasi 130 miliardi”. Servono, quindi, ulteriori risorse e interventi strutturali che guardino al dopo pandemia.

 

Confcommercio Lombardia: “chiusure e sostegni inadeguati, sistema economico sotto shock”

"In Lombardia il 2020 si è chiuso con un calo dei consumi di 22 miliardi di euro, un vero shock economico per le imprese, che non possono sopportare ancora a lungo chiusure non accompagnate da adeguati indennizzi. Abbiamo di fronte tre emergenze: vaccini, sostegni e riaperture”. Così la Confcommercio regionale, che sottolinea altresì che “la crisi è profonda e trasversale: dal comparto turistico alla ristorazione e all’accoglienza; dalla filiera degli eventi e dei catering al commercio al dettaglio e all’ingrosso. Servono azioni concrete e servono subito”.

Sul decreto Confcommercio Lombardia sottolinea poi che “sui sostegni c’è molta delusione perché si tratta di risorse assolutamente non adeguate alle esigenze e alle aspettative delle imprese. Conti alla mano, ogni attività si ritroverà con cifre che copriranno a malapena qualche spesa fissa, non di più”.

 

Confcommercio Molise: “rafforzare gli stanziamenti per ripartire in sicurezza”

"Le risorse dedicate ai ristori devono essere rafforzate". Lo ha dichiarato Confcommercio Molise dopo l'approvazione del Dl Sostegni. Nel 2020 le perdite sono state di circa 130 miliardi di euro, “servono, dunque – ha commentato il direttore di Confcommercio Molise, Irene Tartaglia – ristori più adeguati, in termini di risorse, più inclusivi in termini di parametri di accesso e più tempestivi in termini di meccanismi operativi”. Le uniche soluzioni sono quelle che spingono verso una riapertura immediata delle attività economiche che hanno dimostrato che si può continuare a lavorare in sicurezza. Bisogna, inoltre, accelerare la campagna vaccinale su tutto il territorio nazionale, accompagnata da una comunicazione efficace per ridare fiducia ai cittadini. Rimangono urgenti anche gli interventi di moratorie creditizie e di sostegno della liquidità delle imprese. “Bene le proroghe della Cassa Covid (ferma restando la necessità di assicurare la copertura anche per tutti i periodi antecedenti al 1 aprile) – ha proseguito Tartaglia – e delle deroghe per i contratti a termine sino alla fine dell'anno, nonché l'ulteriore finanziamento del fondo per il parziale esonero contributivo di lavoratori autonomi e professionisti, istituito in Legge di Bilancio”. Per quanto riguarda le cartelle esattoriali è necessario cancellare quelle dal 2000 al 2010 fino a 5mila euro per i soggetti con reddito nel 2019 fino a 30mila euro.

 

Confcommercio Milano: “non c'è cambio di passo”

Secondo l'Associazione, il governo Draghi ha deluso tutte le migliori aspettative con il nuovo decreto Sostegni: “ci aspettavamo un deciso cambio di passo – ha commentato il segretario generale di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza, Marco Barbieri soprattutto nell'aiutare settori che sono il motore economico del Paese e oggi soffrono l'incertezza di un futuro ancora buio”. Le nuove misure rimangono in linea con i precedenti decreti, che avevano stanziato misure del tutto insufficienti rispetto ai danni subiti dalle aziende. “È ormai un anno – ha aggiunto Barbieri – che chiediamo sostegni concreti, tempestivi e inclusivi per tutte le imprese, soprattutto quelle legate all'attrattività ed alla recettività, che si sono viste azzerare i propri bilanci e, anzi, hanno messo mano alle riserve personali per far fronte ai costi e, in alcuni casi, hanno anticipato stipendi e cassa integrazione ai propri collaboratori”. Un'impresa milanese su tre è a rischio chiusura e proprio per questo servono subito ristori adeguati, “il tempo è scaduto, l'emergenza sta diventando irreversibile”.

 

Confcommercio Venezia: “è uno specchietto per le allodole”

"Le cifre promesse nel nuovo Decreto Sostegni sono le stesse che erano state garantite in passato, ma che non sono mai state erogate. Oltretutto le nuove risorse risultano comunque insufficienti rispetto al fabbisogno delle imprese, messe in ginocchio dalla pandemia". Queste le parole del presidente di Confcommercio Venezia, Massimo Zanon: “Lo Stato deve dare garanzie a lungo termine sul credito richiedibile alle banche – ha proseguito – e per quanto riguarda la pace fiscale, non è una soluzione per le imprese, perché è evidente che non possono avere un contenzioso di così lunga data”. La proposta mossa da Confcommercio Venezia è vantaggiosa sia per i cittadini che per lo Stato, che risparmierebbe i costi per il rientro dei crediti e potrebbe così impegnare altrove quelle risorse.

 

Confcommercio Bergamo: “i ristori escludono le piccole imprese ”

Gli indennizzi previsti dal decreto saranno destinati alle imprese che hanno perso più del 30% del fatturato. “Una misura consona a quelle realtà più strutturate – ha commentato il presidente di Confcommercio Bergamo, Giovanni Zambonelli che avevano già compensato le loro perdite di fatturato con gli ammortizzatori sociali ma che esclude le piccole e medie imprese, lasciate quindi sole a fronteggiare la crisi”. Le cifre assicurate sono decisamente inferiori alle aspettative e non garantiscono al commercio di ripartire come si deve. “Positivi, invece, l'eliminazione dei codici Ateco e l'esonero del canone Rai per strutture ricettive e pubblici esercizi, così come la conferma dell'esonero fino al 30 giugno del pagamento del canone unico (ex Tosap e Cosap) per tavoli all'aperto e ambulanti”, conclude il presidente Zambonelli.

 

Misure deludenti per Confcommercio Pescara

Dopo tanti mesi di chiusure a singhiozzo e del crollo degli incassi, le piccole imprese del commercio, del turismo e dei servizi si aspettavano un aiuto più consistente da parte del governo, per poter dare una boccata d'ossigeno ai bilanci in rosso. “C'è grande delusione – ha commentato il presidente di Confcommercio Pescara, Riccardo Padovanoperché i ristori previsti nel decreto andranno a coprire solo il 5% delle perdite subite nel 2020. Siamo lontani anni luce dal “whatever it takes” che auspicavamo dal governo Draghi per risollevare il tessuto delle piccole imprese”. Il comparto è allo stremo, ma solo con un cambio di passo sulle vaccinazioni e con un piano di aperture in sicurezza delle attività potremo dare il via ad una vera ripresa economica.

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