Via le grandi navi da San Marco, scattato il divieto

Via le grandi navi da San Marco, scattato il divieto

Decreto del governo: le grandi navi non possono più raggiungere Venezia attraverso il Bacino di San Marco, il canale di San Marco e il canale della Giudecca ma devono approdare a Marghera. Federlogistica: "Ora niente più alibi". 

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6 agosto 2021

Dal primo agosto scorso le grandi navi non possono più raggiungere Venezia attraverso il Bacino di San Marco, il canale di San Marco e il canale della Giudecca ma approdano a Marghera. Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge che prevede tale divieto, interventi per compensare le perdite degli operatori economici e tutelare l'occupazione. Inoltre, sono stati decisi investimenti per 157 milioni per realizzare approdi temporanei all'interno dell'area di Marghera. "Un passo indispensabile per tutelare l’integrità ambientale, paesaggistica, artistica e culturale di Venezia, dichiarata dall’Unesco patrimonio dell’umanità - ha affermato il ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini - La disposizione per Venezia si inserisce all’interno di un provvedimento che salvaguarda tutte le vie d’acqua dichiarate monumento nazionale". "Siamo convinti – ha aggiunto il ministro – che la difesa di Venezia e della sua laguna, unita a consistenti investimenti per il suo futuro economico e sociale, sia una ricchezza per tutto il Paese. Il concorso di idee pubblicato il 29 giugno scorso dall’Autorità portuale consentirà di individuare la migliore soluzione strutturale per approdi fuori laguna".

 

Federlogistica: "Ora niente più alibi per risolvere i problemi di Venezia"

Federlogistica-Conftrasporto ha commentato il provvedimento sulle grandi navi sottolineando che  "prende atto che il Governo ha finalmente assunto una decisione, dopo anni in cui le compagnie di crociera hanno chiesto una soluzione alternativa al passaggio delle navi dal Bacino di San Marco e dal Canale della Giudecca. Bene anche che si preveda l'introduzione della figura del commissario e auspichiamo che abbia gli stessi poteri del 'modello Genova'. Dispiace, tuttavia, che tale decisione arrivi in così grave ritardo e soprattutto non offra una soluzione contestuale alle esigenze del settore crocieristico".  "Se il Governo Conte avesse ascoltato le compagnie e si fossero utilizzati gli ultimi 18 mesi per allestire i nuovi accosti per le crociere a Marghera - si legge ancora nella nota di Federlogistica-Conftrasporto - adesso questa soluzione sarebbe già operativa e si sarebbe evitato il durissimo impatto economico e occupazionale che ora inevitabilmente avrà luogo. Ci auguriamo, pertanto, che il Governo metta in campo tutte le azioni possibili, di natura ordinaria e straordinaria, per allestire in pochi mesi gli accosti crocieristici a Marghera. Per evitare un danno gravissimo al settore, Marghera dovrà essere pronta entro e non oltre inizio primavera 2022. Venezia è infatti un importante home port delle crociere, il secondo in Italia con circa 1,6 milioni di passeggeri movimentati ogni anno, e quanto accade a Venezia ha effetti rilevantissimi sull'intera economia marittimo-portuale dell'Adriatico. Il settore crociere genera su Venezia un impatto economico quantificabile in oltre 400 milioni di euro all'anno, garantendo alla città oltre 5.000 posti di lavoro. Solo a livello di spesa diretta, ammontano a circa 160 milioni di euro le risorse spese ogni anno a Venezia da passeggeri, equipaggi e navi.  "Per quanto riguarda il sistema portuale veneziano - prosegue il comunicato - va ricordato che al suo interno operano oltre 1.600 aziende con oltre 22.000 dipendenti diretti, generando un impatto occupazione per circa 90.000 persone. Il valore della produzione diretta delle attività portuali è circa 6,6 mld euro, pari al 27% dell'intera economia veneziana, mentre l'impatto economico complessivo delle attività portuali raggiunge i 21 miliardi di euro". "Riteniamo che nessuno oggi possa assumere toni trionfalistici rispetto alla decisione adottata dal Governo - ha dichiarato Luigi Merlo, presidente Federlogistica - Auspichiamo, invece, che l'esecutivo mantenga gli impegni assunti e ci auguriamo che nessuno voglia far credere che questo provvedimento rappresenti la soluzione rispetto alle criticità rilevate dall'Unesco per Venezia. L'Unesco, infatti, ha evidenziato in realtà numerosi e rilevanti problemi per Venezia, assai più complessi delle navi da crociera che, per contro, rappresentano per l'Italia e per Venezia un importante fattore di sviluppo economico e turistico. Adesso non ci saranno più alibi".

 

Conftrasporto: "Il governo ha fatto finalmente chiarezza"

Il presidente di Conftrasporto, Paolo Uggè, ha commentato positivamente il decreto che dal primo agosto di quest’anno vieta i passaggi delle grandi navi lungo il canale della Giudecca. Uggè ha sottolineato però che "il decreto in fase di conversione deve essere migliorato. Tuttavia - ha aggiunto il presidente - come è certa la data della chiusura di quell’accesso, obbligando le compagnie a trovare autonomamente soluzioni sostitutive di emergenza, non sono definiti i tempi della disponibilità dei primi accosti a Marghera. Per evitare che la prossima stagione, che dovrebbe essere quella della piena ripresa dopo il duro colpo inferto dalla pandemia al settore, possa subire contraccolpi, è necessario avere la certezza che per marzo 2022 gli accosti siano pronti”. “Al ministro Franceschini, che oggi esulta, vogliamo ricordare che se questa decisione fosse stata assunta, come chiedevamo, dal governo Conte di cui faceva parte, a quest’ora gli accosti a Marghera, adeguati durante il lockdown, sarebbero stati pronti e si sarebbero evitati durissimi effetti sui lavoratori e le imprese di uno dei principali porti italiani”. “Ora andiamo avanti velocemente - ha concluso Uggè -  al ministro Giovannini chiediamo più attenzione verso il settore”. 

 

Confturismo Veneto: "Un buon compromesso"

"Le grandi navi a Marghera dal primo agosto? Un buon compromesso". Così il presidente di Confturismo Veneto, Marco Michielli, ha commentato il decreto approvato dal Consiglio dei ministri. "La soluzione di Marghera manterrebbe la portualità a Venezia, salvaguardando i posti di lavoro e le attività da un lato, e liberando il canale della Giudecca dall'altro", ha proseguito Michielli, che è anche vicepresidente nazionale di Confturismo.  "La scelta di Marghera appare l'unica soluzione praticabile in tempi rapidi per le navi da crociera a Venezia - ha ribadito Michielli - Sostengo e condivido pienamente la posizione di Luigi Merlo, già presidente del Porto di Genova, attualmente alla guida di Federlogistica-Conftrasporto e direttore delle relazioni istituzionali di Msc, che definisce soluzione ideale e percorribile quella di Marghera, che consentirebbe a Venezia di conservare il ruolo di principale home port del Mediterraneo".

 

Confcommercio Veneto: "Bene la decisione del governo" 

"Venezia, città d'acqua, e le navi da crociera sono un binomio che sarebbe innaturale scindere. Se i tecnici e chi di competenza hanno scelto Marghera come soluzione alternativa al transito in bacino di San Marco, vuol dire che si può fare e dunque si faccia". Lo afferma il presidente di Confcommercio Veneto, Patrizio Bertin, a proposito del decreto sulle Grandi Navi. "Venezia è home port - ricorda Bertin - e non solo porto di toccata. Questo fa sì che una fetta importante dell'economia veneta ruoti attorno alla croceristica: si pensi solo quanto i rifornimenti fanno lavorare le nostre aziende. Bene, dunque, la decisione del governo. E bene che si sia deciso, perché l'indecisione porta solo incertezza".

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