Def, Bankitalia e Corte Conti: "non tornare indietro su pensioni e debito"

Def, Bankitalia e Corte Conti: "non tornare indietro su pensioni e debito"

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4 ottobre 2017

Non si torni indietro su pensioni e riduzione del debito. E' l'appello formulato da Bankitalia e Corte dei Conti durante le audizioni sul Def davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato. "Ogni arretramento" sul fronte delle pensioni "esporrebbe il comparto e quindi la finanza pubblica in generale a rischi di sostenibilità", dice a Palazzo Madama il presidente della Corte dei Conti Arturo Martucci, secondo cui bisogna "confermare i caratteri strutturali della riforma" Fornero, "a partire dai meccanismi di adeguamento automatico di alcuni parametri, come i requisiti anagrafici di accesso all'evoluzione della speranza di vita e la revisione dei coefficienti di trasformazione". "Le ultime proiezioni sulla spesa pensionistica mettono in evidenza l'importanza di garantire la piena attuazione delle riforme approvate in passato, senza tornare indietro", incalza Pierluigi Federico Signorini, vicedirettore generale di palazzo Koch. Posizioni cui risponde la Cgil che invita a considerare "le persone, oltre che i conti". E' inoltre necessario, anzi "imperativo", come dice Bankitalia, ridurre il debito. "La significativa riduzione del rapporto tra il debito pubblico e il prodotto interno lordo nel medio termine è alla nostra portata - sottolineano dall'istituto di via Nazionale -, lo mostrano tanto le nostre analisi quanto quelle del governo". L'appello sul debito è riecheggiato più volte durante le audizioni di stamattina. "Quella che si sta aprendo sarà una fase straordinariamente favorevole per la correzione del debito, nonostante la risalita dei tassi incorporata nelle previsioni. È una occasione che non può essere persa", incalza Martucci della Corte dei Conti. Padoan però è ottimista: "Ci aspettiamo una discesa del rapporto debito/Pil per quest'anno anche tenendo conto delle operazioni di salvataggio bancario. Bisogna dimostrare che non è un episodio ma l'inizio di una tendenza". Tanto per l'Istat quanto per l'Ufficio parlamentare di Bilancio (Upb), le previsioni per il 2017 sono in linea con il quadro delineato dalla Nota di aggiornamento del Def. Però per il 2018 c'è "un rischio di revisione al ribasso", avvisa l'Upb, secondo cui "il rispetto delle regole di bilancio nell'anno in corso e nel prossimo dipenderà dall'evoluzione, presumibilmente più flessibile, della loro interpretazione a livello Ue". E "la sola riduzione del debito, così come impostata dal Governo, non sarebbe sufficiente ad assicurare il rispetto della relativa regola numerica entro il 2020", spiega l'Ufficio parlamentare di Bilancio. Le aspettative di crescita dei prossimi mesi "appaiono favorevoli", dice il presidente Istat Giorgio Alleva. E il 2017, spiega via Nazionale, potrebbe essere migliore delle attese.Ne è sicuro anche Padoan: "Vi sono le condizioni per un'ulteriore rafforzamento della crescita già dal terzo trimestre", dal momento che "la ripresa dell'economia italiana si è rafforzata a partire dall'ultimo trimestre del 2016" e "sta guadagnando robustezza, in un quadro di prospettive di crescita positiva" a livello europeo, mentre "l'economia internazionale continuerà a fornire un impulso positivo all'economia del paese". Le prospettive dell'economia, dice il titolare del Mef, "beneficiano anche dei miglioramenti del settore del credito" con il sistema bancario che "nel suo insieme resta sano" e "guadagnerà solidità ed efficienza" grazie agli interventi del Governo. "L'incidenza dei crediti deteriorati" del settore bancario "è ancora elevata rispetto alla media europea ma - osserva il ministro - si sta riducendo grazie a un minore deterioramento del credito e alle dismissioni di sofferenze recentemente annunciate. Al netto delle svalutazioni, tale incidenza sembra ampiamente gestibile".

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